06 giugno 2008
Aggiornamenti e focus
Non perdiamoli di vista
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Se gli occhi sono lo specchio dell'anima, meglio prendersene cura e mantenerli in salute con controlli periodici e specifici per ogni fascia di età. E se per fare prevenzione non è mai troppo presto è bene iniziare quando gli occhi sono ancora molto giovani. E se poi non c'è l'abitudine, o la cultura al controllo oculistico annuale, come magari accade per altri aspetti della salute, il Consiglio Regionale Lombardo dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS, ha voluto porre l'attenzione sulla possibilità di fare prevenzione anche prima di arrivare allo specialista. Insieme all'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB), sono stati sviluppati tre poster per una campagna di informazione e prevenzione oftalmologica, dal titolo A me gli occhi, contenenti indicazioni per iniziare a fare semplici test per capire se i propri occhi o quelli dei familiari sono sani.
La strategia di prevenzione per la salute degli occhi prevede un livello primario importante per evitare che si instauri un evento patologico e, oltre agli accorgimenti che rientrano in stili di vita corretti e salutari, include anche la prevenzione preconcezionale e il consiglio genetico. Particolarmente importanti, questi ultimi, se è nota una familiarità per patologie oculari gravi, invalidanti o degenerative. Se invece si è già verificato un evento responsabile del danno o si è già sviluppata una patologia oculare, la prevenzione secondaria permette di individuare precocemente la causa per iniziare, altrettanto precocemente, il trattamento. Una volta che il danno è in atto si procede con la prevenzione terziaria atta principalmente alla riabilitazione per conservare la vista residua evitando di perderla del tutto arrivando alla totale disabilità visiva. Quanto prima viene attivata questa catena virtuosa tanto meno saranno i danni non soltanto d'organo ma anche di funzionalità nelle attività quotidiane e di capacità cognitive. Lo sviluppo della vista è molto precoce: nei primi quattro mesi si sviluppano le principali funzioni monoculari e binoculari sia sensoriali che motorie, la convergenza, l'accomodazione e i movimenti orizzontali rapidi. A sei mesi di vita un neonato ha una funzione visiva simile a quella dell'adulto, ma un ostacolo alla normale maturazione dell'apparato visivo entro questa fase creerà un arresto di sviluppo con danni gravissimi e a volte irreversibili. Il rischio resta anche dopo i sei mesi: l'insorgenza di ostacoli alla maturazione può ancora creare un un'estinzione o regressione delle potenzialità acquisite.
La valutazione oftalmologica del bambino entro i 6-12 mesi e non oltre i tre anni, costituisce il primo passo della prevenzione secondaria del periodo infantile. In questa fase vanno verificate eventuali anomalie morfologiche a carico degli annessi oculari e dell'orbita, come, per esempio, malformazioni cranio-facciali, protrusione del bulbo oculare (esoftalmo), plica cutanea nell'angolo interno dell'occhio (epicanto); oppure a carico dei globi oculari, come per esempio anomalie della statica e della dinamica pupillare. Sono un campanello di allarme anche la pupilla di colore bianco, un aumento delle dimensioni delle strutture oculari (megalocornea), un anomalo comportamento a stimoli ambientali (mancanza dei riflessi di fissazione e di accompagnamento) e anomalie della motilità oculare (strabismo, nistagmo, movimenti oculari itineranti). E infine, può essere sintomo di anomalie oculari anche una postura reclinata della testa. "Sottoporre un bambino sotto l'anno di vita è relativamente agevole - sostiene Paolo Emilio Bianchi - risponde bene ai test ed è facile da gestire per eseguire esame della refrazione, del segmento anteriore, e del fondo oculare". Con i bambini più grandi si procede con l'esame dell'acuità visiva usando un tabellone con delle E in varie posizioni. Al bimbo viene chiesto di indicare la E più grande e di posizionare una mano nel verso delle punte della lettere. Si ripete l'operazione usando delle E via via più piccole.
I rischi non finiscono mai
La prevenzione non si ferma ai primi anni, ma resta un elemento importante anche nell'età adulta e avanzata quando, per esempio, molti pazienti non si rendono conto di una riduzione lenta e graduale del campo visivo. Una circostanza del genere può evolvere in glaucoma che nella sua forma più comune è asintomatico, non comporta problemi di acutezza della vista, ma crea difficoltà con ostacoli posti non di fronte, come gradini o stipiti delle porte contro cui si urta. Diagnosticato per tempo può essere trattato, diversamente può portare a cecità, e il rischio più grande è che venga avvertito quando è già in fase avanzata. Allo stesso modo, molti pazienti si rendono conto di avere problemi retinici maculari solo quando la diminuzione visiva è cospicua e rischia di evolvere in degenerazione maculare senile. Come per la fascia pediatrica anche in età adulta e avanzata, i test di base per verificare eventuali anomalie sono semplici e una visita oculistica di controllo può già evidenziare anomalie. Quindi, anche solo per avere conferma di avere gli occhi sani, è sempre meglio controllarli.
Simona Zazzetta
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Piccoli occhi crescono in fretta
La strategia di prevenzione per la salute degli occhi prevede un livello primario importante per evitare che si instauri un evento patologico e, oltre agli accorgimenti che rientrano in stili di vita corretti e salutari, include anche la prevenzione preconcezionale e il consiglio genetico. Particolarmente importanti, questi ultimi, se è nota una familiarità per patologie oculari gravi, invalidanti o degenerative. Se invece si è già verificato un evento responsabile del danno o si è già sviluppata una patologia oculare, la prevenzione secondaria permette di individuare precocemente la causa per iniziare, altrettanto precocemente, il trattamento. Una volta che il danno è in atto si procede con la prevenzione terziaria atta principalmente alla riabilitazione per conservare la vista residua evitando di perderla del tutto arrivando alla totale disabilità visiva. Quanto prima viene attivata questa catena virtuosa tanto meno saranno i danni non soltanto d'organo ma anche di funzionalità nelle attività quotidiane e di capacità cognitive. Lo sviluppo della vista è molto precoce: nei primi quattro mesi si sviluppano le principali funzioni monoculari e binoculari sia sensoriali che motorie, la convergenza, l'accomodazione e i movimenti orizzontali rapidi. A sei mesi di vita un neonato ha una funzione visiva simile a quella dell'adulto, ma un ostacolo alla normale maturazione dell'apparato visivo entro questa fase creerà un arresto di sviluppo con danni gravissimi e a volte irreversibili. Il rischio resta anche dopo i sei mesi: l'insorgenza di ostacoli alla maturazione può ancora creare un un'estinzione o regressione delle potenzialità acquisite.
Bimbi sotto controllo
La valutazione oftalmologica del bambino entro i 6-12 mesi e non oltre i tre anni, costituisce il primo passo della prevenzione secondaria del periodo infantile. In questa fase vanno verificate eventuali anomalie morfologiche a carico degli annessi oculari e dell'orbita, come, per esempio, malformazioni cranio-facciali, protrusione del bulbo oculare (esoftalmo), plica cutanea nell'angolo interno dell'occhio (epicanto); oppure a carico dei globi oculari, come per esempio anomalie della statica e della dinamica pupillare. Sono un campanello di allarme anche la pupilla di colore bianco, un aumento delle dimensioni delle strutture oculari (megalocornea), un anomalo comportamento a stimoli ambientali (mancanza dei riflessi di fissazione e di accompagnamento) e anomalie della motilità oculare (strabismo, nistagmo, movimenti oculari itineranti). E infine, può essere sintomo di anomalie oculari anche una postura reclinata della testa. "Sottoporre un bambino sotto l'anno di vita è relativamente agevole - sostiene Paolo Emilio Bianchi - risponde bene ai test ed è facile da gestire per eseguire esame della refrazione, del segmento anteriore, e del fondo oculare". Con i bambini più grandi si procede con l'esame dell'acuità visiva usando un tabellone con delle E in varie posizioni. Al bimbo viene chiesto di indicare la E più grande e di posizionare una mano nel verso delle punte della lettere. Si ripete l'operazione usando delle E via via più piccole.
I rischi non finiscono mai
La prevenzione non si ferma ai primi anni, ma resta un elemento importante anche nell'età adulta e avanzata quando, per esempio, molti pazienti non si rendono conto di una riduzione lenta e graduale del campo visivo. Una circostanza del genere può evolvere in glaucoma che nella sua forma più comune è asintomatico, non comporta problemi di acutezza della vista, ma crea difficoltà con ostacoli posti non di fronte, come gradini o stipiti delle porte contro cui si urta. Diagnosticato per tempo può essere trattato, diversamente può portare a cecità, e il rischio più grande è che venga avvertito quando è già in fase avanzata. Allo stesso modo, molti pazienti si rendono conto di avere problemi retinici maculari solo quando la diminuzione visiva è cospicua e rischia di evolvere in degenerazione maculare senile. Come per la fascia pediatrica anche in età adulta e avanzata, i test di base per verificare eventuali anomalie sono semplici e una visita oculistica di controllo può già evidenziare anomalie. Quindi, anche solo per avere conferma di avere gli occhi sani, è sempre meglio controllarli.
Simona Zazzetta
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