13 giugno 2008
Aggiornamenti e focus
Macula sconosciuta
Tags:
Il sofisticato organo visivo è costituito da tante piccole parti il cui funzionamento e stato di salute sono fondamentali per ottenere l'obiettivo finale: vederci bene. Tra le tante componenti del sistema, una di quelle che si può rovinare c'è la macula, la zona centrale della retina che controlla la capacità di discriminazione fine: riconoscere gli oggetti e i colori, leggere e scrivere. Il tempo e la poca cura possono comportare un suo danneggiamento fino allo sviluppo di una patologia chiamata, non per altro, degenerazione maculare senile.
Non se ne conoscono i motivi, ma in alcune persone, superati i 60 anni, la retina inizia ad assottigliarsi, poiché i fotorecettori smettono di funzionare e scompaiono. E' un processo lento che spiega il 90% dei casi, e porta alla forma atrofica, o secca, della maculopatia che in quanto lenta può essere prevenuta e rallentata con cambiamenti degli stili di vita. Questa forma può complicarsi a causa di una vascolarizzazione con fenomeni essudativi dovuti a cambiamenti della permeabilità dei vasi. La forma umida, che può insorgere anche in quanto tale, crea un danno improvviso, ma può essere trattata con buoni risultati che rallentano la degenerazione e aumentano la sopravvivenza funzionale dell'organo. Il sintomo, in entrambi i casi, interessa la visione, nella forma secca decade la visione da vicino e si abbassa la percezione dei colori, nella forma essudativa si verifica un'improvvisa deformazione dell'immagine, nel giro di pochi giorni dall'insorgenza del danno nella macula. Se non opportunamente curata l'acutezza visiva si può ridurre a un quarto o a un quinto molto rapidamente, fino alla cecità, non totale ma legale, vale a dire l'impossibilità di leggere e di apporre la propria firma.
Eppure, nonostante l'esisto invalidante di questa malattia, c'è una scarsa conoscenza di essa nella popolazione generale, e un altrettanto assente contatto con l'oculista a fronte di una prevalenza che è legata in modo diretto con l'età: nella fascia 75-80 anni interessa il 22,5% e dopo gli 85 anni il 24,3%. Colpisce di più le donne (16,6% contro 10,3% tra gli uomini) in particolare se fumatrici (17,5% contro il 10,1% dei fumatori) e i fumatori in generale. Un'indagine realizzata dall'istituto di ricerche Gfk Eurisko, intervistando 1000 persone, ha rilevato che in media gli italiani non si sottopongono a visita oculistica dopo i 50 anni e il 6% non ha mai fatto una visita. Non stupisce quindi che l'80% non sa che cosa sia la degenerazione maculare senile e viene citata solo dal 19% tra le patologie oculari che possono danneggiare la vista. Ben più note sono risultate la retinopatia diabetica (55%) probabilmente in quanto complicanza di una malattia più nota, il glaucoma (38%) e la cataratta (20%). Solo il 28% ha sentito parlare di degenerazione maculare senile ma solo il 12% è in grado di descriverne i sintomi, inoltre meno della metà conosce la correlazione con l'età, metà pensa che si possa curare e ignora i fattori di rischio. Infine, poco e niente di sa della prevenzione, ignorata dal 90% degli intervistati e solo il 3% della popolazione a rischio mette in atto strategia di prevenzione. Il resto, quindi, non fa controlli ed è probabile che non smette di fumare, non assume sufficienti quantità di vitamine, con l'alimentazione o con l'integrazione, non si protegge adeguatamente da sole. E se lo fa, non sa che sta proteggendo i propri occhi.
Simona Zazzetta
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Fotorecettori decaduti
Non se ne conoscono i motivi, ma in alcune persone, superati i 60 anni, la retina inizia ad assottigliarsi, poiché i fotorecettori smettono di funzionare e scompaiono. E' un processo lento che spiega il 90% dei casi, e porta alla forma atrofica, o secca, della maculopatia che in quanto lenta può essere prevenuta e rallentata con cambiamenti degli stili di vita. Questa forma può complicarsi a causa di una vascolarizzazione con fenomeni essudativi dovuti a cambiamenti della permeabilità dei vasi. La forma umida, che può insorgere anche in quanto tale, crea un danno improvviso, ma può essere trattata con buoni risultati che rallentano la degenerazione e aumentano la sopravvivenza funzionale dell'organo. Il sintomo, in entrambi i casi, interessa la visione, nella forma secca decade la visione da vicino e si abbassa la percezione dei colori, nella forma essudativa si verifica un'improvvisa deformazione dell'immagine, nel giro di pochi giorni dall'insorgenza del danno nella macula. Se non opportunamente curata l'acutezza visiva si può ridurre a un quarto o a un quinto molto rapidamente, fino alla cecità, non totale ma legale, vale a dire l'impossibilità di leggere e di apporre la propria firma.
Inconsapevolmente ignorata
Eppure, nonostante l'esisto invalidante di questa malattia, c'è una scarsa conoscenza di essa nella popolazione generale, e un altrettanto assente contatto con l'oculista a fronte di una prevalenza che è legata in modo diretto con l'età: nella fascia 75-80 anni interessa il 22,5% e dopo gli 85 anni il 24,3%. Colpisce di più le donne (16,6% contro 10,3% tra gli uomini) in particolare se fumatrici (17,5% contro il 10,1% dei fumatori) e i fumatori in generale. Un'indagine realizzata dall'istituto di ricerche Gfk Eurisko, intervistando 1000 persone, ha rilevato che in media gli italiani non si sottopongono a visita oculistica dopo i 50 anni e il 6% non ha mai fatto una visita. Non stupisce quindi che l'80% non sa che cosa sia la degenerazione maculare senile e viene citata solo dal 19% tra le patologie oculari che possono danneggiare la vista. Ben più note sono risultate la retinopatia diabetica (55%) probabilmente in quanto complicanza di una malattia più nota, il glaucoma (38%) e la cataratta (20%). Solo il 28% ha sentito parlare di degenerazione maculare senile ma solo il 12% è in grado di descriverne i sintomi, inoltre meno della metà conosce la correlazione con l'età, metà pensa che si possa curare e ignora i fattori di rischio. Infine, poco e niente di sa della prevenzione, ignorata dal 90% degli intervistati e solo il 3% della popolazione a rischio mette in atto strategia di prevenzione. Il resto, quindi, non fa controlli ed è probabile che non smette di fumare, non assume sufficienti quantità di vitamine, con l'alimentazione o con l'integrazione, non si protegge adeguatamente da sole. E se lo fa, non sa che sta proteggendo i propri occhi.
Simona Zazzetta
Salute oggi:
- Notizie e aggiornamenti
- Libri e pubblicazioni
- Dalle aziende
- Appunti di salute
- Nutrire la salute
- Aperi-libri
- Allenati con noi
...e inoltre su Dica33: