La fibromialgia è multidisciplinare

26 settembre 2007
Aggiornamenti e focus

La fibromialgia è multidisciplinare



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Dolori muscolari, a carattere cronico ed estesi, con ipersensibilità al dolore (iperalgesia) e dolore da stimoli innocui cutanei (allodinia), rigidità mattutina e affaticamento, accompagnati da altri e variegati sintomi. Forse alcuni si riconosceranno in questi fastidiosi segni di fibromialgia o sindrome fibromialgica, spesso caratterizzata anche da disturbi del sonno, depressione, ansia, cefalea, dolori addominali, problemi intestinali e urinari, e altro ancora. Manifestazioni che possono far confondere con altre patologie, come la polimialgia reumatica che dà rigidità in zona scapolo-omerale, pelvica e al tronco, e la sindrome da fatica cronica. La fibromialgia, peraltro, è una malattia identificata da tempo ma con cause che restano da chiarire, con il ruolo scatenante di stress psicofisici, cambiamenti climatici, attività fisica, e una ridotta soglia del dolore (nocicettiva), e per la quale sono poco definite anche le indicazioni terapeutiche. Esistono in realtà numerose opzioni di trattamento, farmacologiche e non, ma c'è una carenza da colmare rispetto alla disponibilità di linee-guida sulla gestione della fibromialgia. Una mancanza alla quale ha voluto supplire l'EULAR (European League Against Rheumatism), che ha elaborato e appena pubblicato raccomandazioni basate sulle evidenze migliori (best evidence)e sull'opinione degli esperti.

Antidolorifici, antidepressivi, esercizio e altro


Al lavoro ha partecipato una task force multidisciplinare di autori di undici paesi europei, che da una mole di studi hanno selezionato i più rigorosi, considerati 39 per quelli farmacologici e 59 per i non farmacologici. Alla fine ne sono state tratte nove raccomandazioni sull'approccio alla patologia, non sempre con la massima forza dell'evidenza anche per le casistiche ridotte di molti lavori, tanto che l'intenzione annunciata è di aggiornare le linee guida ogni cinque anni. Due sono le considerazioni di gestione generale: la comprensione della malattia richiede una valutazione complessiva del dolore, della funzionalità e del contesto psicosociale del soggetto, essendo la fibromialgia una condizione eterogenea che coinvolge l'elaborazione dello stimolo doloroso e altre caratteristiche secondarie; inoltre il trattamento deve avere carattere multidisciplinare, con una combinazione di interventi farmacologici e non, personalizzato dopo il colloquio con il paziente in base a intensità del dolore, disfunzionalità, disturbi associati come depressione, astenia, disturbi del sonno. Seguono quattro raccomandazioni specifiche sugli approcci non farmacologici: l'immersione in acqua calda, con o senza esercizi, è efficace; per alcuni soggetti è utile un programma individuale di esercizi aerobici e di forza; in alcuni casi è benefica la terapia cognitivo-comportamentale; a seconda delle esigenze specifiche del malato possono essere indicate tecniche di rilassamento, riabilitazione, fisioterapia, supporto psicologico e altro. Le ultime tre raccomandazioni sono di ambito farmacologico: per la gestione del dolore una molecola indicata è il tramadolo, un derivato oppioide, ma non sono indicati, invece, oppiodi più forti né corticosteroidi (infatti non c'è infiammazione), mentre altre opzioni possono includere quelli più deboli e analgesici semplici come il paracetamolo; gli antidepressivi sono raccomandati in quanto riducono il dolore e spesso migliorano la funzionalità, tra le opzioni appropriate triciclici come l'amitriptilina, SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) quale la fluoxetina, (SNRI, inibitore reuptake serotonina e noradrenalina) come duloxetina e milnacipram, anti-MAO (monoaminossidasi) come moclobemide e pirlindolo; utili in quanto riducono il dolore gli anticonvulsivanti quali tropisetron, pramipexolo e pregabalin. Qualunque sia l'opzione farmacologica, vale sempre la considerazione che l'approccio migliore alla fibromialgia è quello multidisciplinare.

Elettra Vecchia



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