03 febbraio 2006
Aggiornamenti e focus
Oli tutt'altro che lubrificanti
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I fattori ambientali e quelli genetici spesso si combinano in un cocktail pericoloso che può essere l'elemento scatenante di una malattia. Ed è ciò che probabilmente accade anche per l'artrite reumatoide, solo che, mentre sulle cause genetiche la ricerca avanza rapidamente, su quelle ambientali i dati scarseggiano. Tuttavia l'ipotesi permane perché sono numerosi gli agenti capaci di indurre l'artrite sperimentale in animali di laboratorio e derivano da fonti diverse: batteri, lieviti, virus e anche oli minerali. L'attenzione di un equipe di ricerca svedese si è rivolta al caso specifico degli oli minerali.
La correlazione è stata verificata sugli umani considerando una possibile esposizione ambientale a queste sostanze. Sono stati identificati 1400 casi (1000 donne e 400 uomini) che avevano ricevuto una diagnosi di artrite reumatoide, e a loro è stato chiesto se per motivi professionali erano stati a contatto con olio di motore, olio da taglio, fluido idraulico, olio per stampi e asfalto. Nel gruppo sotto studio è stata verificata la positività al fattore reumatoide (RF), per cui si potevano individuare soggetti RF positivi (RF+) e RF negativi (RF-). Un'indagine aggiuntiva di natura immunologica ha valutato la presenza di anticorpi anti-citrullina, anche in questo caso i pazienti potevano essere positivi o negativi. Entrambi i parametri sono indicatori, ma non in maniera definitiva, della patologia. Lo studio prevedeva un gruppo di controllo omogeneo per età, genere e area di residenza, di persone che non soffrivano di artrite.
Come ci si poteva aspettare solo gli uomini riportavano una sostanziale esposizione occupazionale agli oli minerali, con 135 casi, aspetto che era associato a un aumento del 30% del rischio di sviluppare la malattia, e distinguendo tra RF+ e RF- chiaramente il rischio relativo aumentava con la positività al fattore reumatoide (1,4). Andamento che si confermava per ogni tipo di olio considerato; in particolare, il rischio maggiore si osservava con il fluido idraulico, ed era pari a 1,5. La combinazione della positività agli anticorpi anti-citrullina aumentava ulteriormente il rischio del 60%, e anche in questo caso il fluido idraulico peggiorava le prospettive, con un rischio relativo di 1,7.In realtà era stata condotta anche un'analisi genetica su geni specifici ma non sembravano esserci forti evidenze di interazione con l'esposizione agli oli minerali.Appare quindi plausibile l'ipotesi che lo stimolo del sistema immunitario provochi l'attivazione di una cascata di eventi che coinvolgano i linfociti T attivati, e che tali eventi, per motivi non noti, diano origine a patologie infiammatorie dell'articolazione. L'esatto meccanismo patogenetico non è noto, ma ciò che è noto è che queste sostanze attivano le cellule nei linfonodi senza però causare apparenti reazioni o segni infiammatori sulla pelle esposta.
Simona Zazzetta
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Parametri e indicatori
La correlazione è stata verificata sugli umani considerando una possibile esposizione ambientale a queste sostanze. Sono stati identificati 1400 casi (1000 donne e 400 uomini) che avevano ricevuto una diagnosi di artrite reumatoide, e a loro è stato chiesto se per motivi professionali erano stati a contatto con olio di motore, olio da taglio, fluido idraulico, olio per stampi e asfalto. Nel gruppo sotto studio è stata verificata la positività al fattore reumatoide (RF), per cui si potevano individuare soggetti RF positivi (RF+) e RF negativi (RF-). Un'indagine aggiuntiva di natura immunologica ha valutato la presenza di anticorpi anti-citrullina, anche in questo caso i pazienti potevano essere positivi o negativi. Entrambi i parametri sono indicatori, ma non in maniera definitiva, della patologia. Lo studio prevedeva un gruppo di controllo omogeneo per età, genere e area di residenza, di persone che non soffrivano di artrite.
Il rischio c'è
Come ci si poteva aspettare solo gli uomini riportavano una sostanziale esposizione occupazionale agli oli minerali, con 135 casi, aspetto che era associato a un aumento del 30% del rischio di sviluppare la malattia, e distinguendo tra RF+ e RF- chiaramente il rischio relativo aumentava con la positività al fattore reumatoide (1,4). Andamento che si confermava per ogni tipo di olio considerato; in particolare, il rischio maggiore si osservava con il fluido idraulico, ed era pari a 1,5. La combinazione della positività agli anticorpi anti-citrullina aumentava ulteriormente il rischio del 60%, e anche in questo caso il fluido idraulico peggiorava le prospettive, con un rischio relativo di 1,7.In realtà era stata condotta anche un'analisi genetica su geni specifici ma non sembravano esserci forti evidenze di interazione con l'esposizione agli oli minerali.Appare quindi plausibile l'ipotesi che lo stimolo del sistema immunitario provochi l'attivazione di una cascata di eventi che coinvolgano i linfociti T attivati, e che tali eventi, per motivi non noti, diano origine a patologie infiammatorie dell'articolazione. L'esatto meccanismo patogenetico non è noto, ma ciò che è noto è che queste sostanze attivano le cellule nei linfonodi senza però causare apparenti reazioni o segni infiammatori sulla pelle esposta.
Simona Zazzetta
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