28 novembre 2003
Aggiornamenti e focus, Speciale Schiena in forma
Mal di schiena? Dormiteci sopra
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Sonno ristoratore, è proprio il caso di dirlo, quando una bella dormita toglie i malanni e riporta un benessere generale; a questo punto un qualsiasi spot pubblicitario si soffermerebbe sul tipo di materasso su cui si dorme e sui benefici che questa o quella marca possono portare a chi ne fa uso. Ma non è solo una questione di slogan promozionali, e se finora l'esperienza e le evidenze empiriche deponevano a favore dell'influenza del materasso su certi malesseri fisici, un'indagine scientifica conferma questo tipo di raccomandazioni, in particolare per il mal di schiena. L'idea, piuttosto diffusa nella comunità degli specialisti in ortopedia, che un materasso più duro offra dei vantaggi per chi soffre di dolori nella parte bassa della schiena, è stata infatti dimostrata, con alcune sfumature, da una ricerca a cui hanno preso parte 313 persone. Il mal di schiena di cui soffrivano era cronico e aspecifico, cioè non riconducibile a cause note o ad altre patologie, i pazienti avvertivano il dolore mentre erano distesi, al risveglio alzandosi dal letto e durante il giorno accusavano un certo grado di incapacità a svolgere le normali attività.
A ogni partecipante è stato chiesto di cambiare il proprio materasso con uno di durezza maggiore. Per evitare valutazioni condizionate o guarigioni miracolose, i ricercatori hanno mantenuto sia i pazienti sia gli operatori che eseguivano il monitoraggio del mal di schiena, all''oscuro del tipo di materasso che gli era stato assegnato, un metodo, questo, detto "in doppio cieco". Usando una scala standard della Comunità Europea la durezza poteva essere media o alta. Prima di iniziare la "cura" sono state raccolte informazioni su numerose variabili, oltre all'età, genere, altezza, condizioni socioeconomiche, che potevano influire sul mal di schiena: posizione più comune durante il sonno, caratteristiche del precedente materasso, attività sportive, movimenti di estensione e flessione con carico, vibrazioni causate dal tipo di lavoro e molte altre. A circa metà dei pazienti è stato consegnato un materasso duro, all'altra metà un materasso mediamente duro e, dopo 90 giorni, è stata valutata l'intensità del dolore al risveglio e dopo essersi alzati nonché l'inabilità che questo determinava.
In entrambi i gruppi è stato registrato un miglioramento; il 70% e l'80% di coloro che avevano dormito, rispettivamente, sul materasso duro e su quello mediamente duro, hanno avvertivano meno dolore mentre erano ancora a letto, e il 57% di ognuno dei due gruppi non aveva dolore nell'alzarsi dal letto. Anche il livello di inabilità era migliorato, rispettivamente, del 30 e 50%.
Tuttavia, nonostante l'accorgimento del doppio cieco, era inevitabile che i pazienti avessero una percezione soggettiva della durezza del materasso, infatti il 77,2% di coloro che avevano ricevuto il materasso duro lo sentivano molto duro, mentre il 43,5% di quelli con il materasso mediamente duro lo avevano trovato semplicemente duro. Al termine dello studio 19 pazienti e altri 14 che avevano dormito rispettivamente, sul materasso duro e su quello mediamente duro, soffrivano ancora di mal di schiena.
E' quindi evidente che il cambio del materasso in generale, e l'uso di quello mediamente duro in particolare, erano associati a una riduzione del dolore o a un miglioramento e quindi a una maggior autonomia nelle attività quotidiane. Estendendo l'indagine anche al partner con cui il letto (e il materasso) veniva condiviso abitualmente, è stato riscontrata una riduzione del numero di "compagni di letto" che soffrivano di mal di schiena.
E' ipotizzabile, tuttavia, che riuscendo a riconoscere la durezza del materasso, i pazienti abbiamo subito l'influsso di meccanismi cognitivi e psicologici che potrebbero aver avuto un ruolo più che altro sul grado di inabilità, piuttosto che sul dolore in sé.
Resta inteso che fattori biomedici, che non erano stati presi in considerazione in precedenti studi clinici, hanno avuto il loro effetto, considerando anche il fatto che, in media, un terzo della vita si passa nel letto. E' stato infatti dimostrato che chi soffre di mal di schiena e dorme su un materasso piatto presenta un'attività muscolare del muscolo erettore spinale e un battito cardiaco più alti rispetto a chi dorme su materassi convenzionali. E' quindi verosimile che con un materasso di media durezza si verifichi una variazione della funzione muscolare e della distribuzione della pressione durante la permanenza nel letto. E' probabile inoltre che una minor pressione sulla spalla e sull'anca permetta di rimanere nella posizione fetale che è la migliore per alzarsi dal letto per chi soffre di questi problemi.
Ciò non significa che tutti i problemi di dolore alla schiena si possano risolvere solo cambiando il materasso ma è indubbio che questi risultati aprano dei fronti di indagine che meritano ulteriore approfondimento.
Simona Zazzetta
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...e inoltre su Dica33:
Duro sì, ma quanto?
A ogni partecipante è stato chiesto di cambiare il proprio materasso con uno di durezza maggiore. Per evitare valutazioni condizionate o guarigioni miracolose, i ricercatori hanno mantenuto sia i pazienti sia gli operatori che eseguivano il monitoraggio del mal di schiena, all''oscuro del tipo di materasso che gli era stato assegnato, un metodo, questo, detto "in doppio cieco". Usando una scala standard della Comunità Europea la durezza poteva essere media o alta. Prima di iniziare la "cura" sono state raccolte informazioni su numerose variabili, oltre all'età, genere, altezza, condizioni socioeconomiche, che potevano influire sul mal di schiena: posizione più comune durante il sonno, caratteristiche del precedente materasso, attività sportive, movimenti di estensione e flessione con carico, vibrazioni causate dal tipo di lavoro e molte altre. A circa metà dei pazienti è stato consegnato un materasso duro, all'altra metà un materasso mediamente duro e, dopo 90 giorni, è stata valutata l'intensità del dolore al risveglio e dopo essersi alzati nonché l'inabilità che questo determinava.
In entrambi i gruppi è stato registrato un miglioramento; il 70% e l'80% di coloro che avevano dormito, rispettivamente, sul materasso duro e su quello mediamente duro, hanno avvertivano meno dolore mentre erano ancora a letto, e il 57% di ognuno dei due gruppi non aveva dolore nell'alzarsi dal letto. Anche il livello di inabilità era migliorato, rispettivamente, del 30 e 50%.
Tuttavia, nonostante l'accorgimento del doppio cieco, era inevitabile che i pazienti avessero una percezione soggettiva della durezza del materasso, infatti il 77,2% di coloro che avevano ricevuto il materasso duro lo sentivano molto duro, mentre il 43,5% di quelli con il materasso mediamente duro lo avevano trovato semplicemente duro. Al termine dello studio 19 pazienti e altri 14 che avevano dormito rispettivamente, sul materasso duro e su quello mediamente duro, soffrivano ancora di mal di schiena.
Posizioni favorevoli
E' quindi evidente che il cambio del materasso in generale, e l'uso di quello mediamente duro in particolare, erano associati a una riduzione del dolore o a un miglioramento e quindi a una maggior autonomia nelle attività quotidiane. Estendendo l'indagine anche al partner con cui il letto (e il materasso) veniva condiviso abitualmente, è stato riscontrata una riduzione del numero di "compagni di letto" che soffrivano di mal di schiena.
E' ipotizzabile, tuttavia, che riuscendo a riconoscere la durezza del materasso, i pazienti abbiamo subito l'influsso di meccanismi cognitivi e psicologici che potrebbero aver avuto un ruolo più che altro sul grado di inabilità, piuttosto che sul dolore in sé.
Resta inteso che fattori biomedici, che non erano stati presi in considerazione in precedenti studi clinici, hanno avuto il loro effetto, considerando anche il fatto che, in media, un terzo della vita si passa nel letto. E' stato infatti dimostrato che chi soffre di mal di schiena e dorme su un materasso piatto presenta un'attività muscolare del muscolo erettore spinale e un battito cardiaco più alti rispetto a chi dorme su materassi convenzionali. E' quindi verosimile che con un materasso di media durezza si verifichi una variazione della funzione muscolare e della distribuzione della pressione durante la permanenza nel letto. E' probabile inoltre che una minor pressione sulla spalla e sull'anca permetta di rimanere nella posizione fetale che è la migliore per alzarsi dal letto per chi soffre di questi problemi.
Ciò non significa che tutti i problemi di dolore alla schiena si possano risolvere solo cambiando il materasso ma è indubbio che questi risultati aprano dei fronti di indagine che meritano ulteriore approfondimento.
Simona Zazzetta
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