23 dicembre 2004
Aggiornamenti e focus
Esercizio a senso unico
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Il concetto di preferenza direzionale può suonare oscuro, tuttavia allude a un'esperienza molto comune. In caso di dolori articolari, in particolare il mal di schiena che si localizza alle lombari, esistono alcuni movimenti che paiono causare una rapida diminuzione sia del dolore sia della rigidità. A un dipresso il tipo di movimento cambia da persona a persona, tuttavia nel caso delle lombalgie si è più o meno standardizzato che questi movimenti "analgesici" possono essere flessioni, estensioni o rotazioni della colonna. E' altresì esperienza comune che alcuni movimenti peggiorano di molto la situazione. La preferenza direzionale è appunto questo: il fatto che dal punto di vista meccanico muoversi su un certo piano è benefico e su quello opposto controproducente.
Il concetto è importante perché, se dimostrato, potrebbe essere applicato con parecchi vantaggi nella fisioterapia, soprattutto nella lombalgia, con o senza sciatalgia. In queste affezioni, infatti, non solo è arduo trovare una causa precisa, ma è anche difficile ottenere miglioramenti duraturi con i farmaci comunemente impiegati (antinfiammatori) e con le normali pratiche fisiche. Dopo molto discutere è arrivato uno studio che ha cercato di mettere nero su bianco eventuali differenze, avviando un gruppo di pazienti (312) affetti da mal di schiena acuto, subacuto e cronico a tre programmi differenti per una durata di due settimane. Il primo prevedeva esercizi che seguivano la preferenza direzionale della persona, per esempio la flessione, il secondo esercizi sul piano opposto ovvero, se si preferivano le flessioni, si facevano eseguire estensioni; il terzo infine basato su esercizi standard, che non tenevano conto della preferenza direzionale in alcun modo.
Di questi 312 pazienti, 230 avevano mostrato di avere una preferenza direzionale. Un terzo di quelli avviati ai programmi con i movimenti "opposti" e con gli esercizi tradizionali ha abbandonato lo studio per mancanza di risultati in un senso o nell'altro, mentre nessuno dei pazienti avviati al programma rispettoso della preferenza ha abbandonato. Inoltre costoro hanno ottenuto miglioramenti significativamente superiori per tutti gli elementi presi in considerazione, compresa una riduzione tre volte più marcata nel consumo di antidolorifici. Quanto al dolore, misurato grazie a una scala analogica, nel gruppo che si era esercitato in base alla preferenza direzionale era passato da 5,86 a 2,51, in quello "direzione opposta" da 6,08 a 4.65 e nel gruppo che aveva seguito il sistema tradizionale da 5,97 a 4,34. In altri termini, nel gruppo della preferenza direzionale era il 38,6% a mostrare miglioramenti significativi, mentre negli altri gruppi la percentuale raggiungeva al massimo il 19,3% nel gruppo degli esercizi tradizionali. Si attendono conferme: il campione non era enorme e non c'è stata valutazione rispetto a chi non faceva esercizi di sorta. Però, però, quando si dice "prendere le cose nel verso giusto"...
Maurizio Imperiali
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Quale esercizio è più efficace
Il concetto è importante perché, se dimostrato, potrebbe essere applicato con parecchi vantaggi nella fisioterapia, soprattutto nella lombalgia, con o senza sciatalgia. In queste affezioni, infatti, non solo è arduo trovare una causa precisa, ma è anche difficile ottenere miglioramenti duraturi con i farmaci comunemente impiegati (antinfiammatori) e con le normali pratiche fisiche. Dopo molto discutere è arrivato uno studio che ha cercato di mettere nero su bianco eventuali differenze, avviando un gruppo di pazienti (312) affetti da mal di schiena acuto, subacuto e cronico a tre programmi differenti per una durata di due settimane. Il primo prevedeva esercizi che seguivano la preferenza direzionale della persona, per esempio la flessione, il secondo esercizi sul piano opposto ovvero, se si preferivano le flessioni, si facevano eseguire estensioni; il terzo infine basato su esercizi standard, che non tenevano conto della preferenza direzionale in alcun modo.
Meno dolore, meno farmaci
Di questi 312 pazienti, 230 avevano mostrato di avere una preferenza direzionale. Un terzo di quelli avviati ai programmi con i movimenti "opposti" e con gli esercizi tradizionali ha abbandonato lo studio per mancanza di risultati in un senso o nell'altro, mentre nessuno dei pazienti avviati al programma rispettoso della preferenza ha abbandonato. Inoltre costoro hanno ottenuto miglioramenti significativamente superiori per tutti gli elementi presi in considerazione, compresa una riduzione tre volte più marcata nel consumo di antidolorifici. Quanto al dolore, misurato grazie a una scala analogica, nel gruppo che si era esercitato in base alla preferenza direzionale era passato da 5,86 a 2,51, in quello "direzione opposta" da 6,08 a 4.65 e nel gruppo che aveva seguito il sistema tradizionale da 5,97 a 4,34. In altri termini, nel gruppo della preferenza direzionale era il 38,6% a mostrare miglioramenti significativi, mentre negli altri gruppi la percentuale raggiungeva al massimo il 19,3% nel gruppo degli esercizi tradizionali. Si attendono conferme: il campione non era enorme e non c'è stata valutazione rispetto a chi non faceva esercizi di sorta. Però, però, quando si dice "prendere le cose nel verso giusto"...
Maurizio Imperiali
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