05 marzo 2004
Aggiornamenti e focus
Magre, ma al momento giusto
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La linea, magari soprattutto per motivi estetici, è una preoccupazione piuttosto diffusa tra le donne o, almeno, così vogliono far credere i mezzi di comunicazione. Dal punto di vista medico, è una giusta preoccupazione ma non a tutte le età. Questo il messaggio che viene da uno studio statunitense, che ha esaminato il rapporto tra calo di peso in età avanzata, 65 anni e più, impoverimento della massa ossea (osteoporosi, in breve) e fratture del collo del femore.La questione non è di poco conto, perché le fratture del femore, oltre a compromettere mobilità e autonomia, possono portare a conseguenze anche più gravi.
Lo studio, pubblicato alla fine del 2003, ha esaminato per un periodo superiore a sei anni ben 6785 donne. In totale il gruppo è stato sottoposto a quattro visite di controllo nelle quali si valutavano peso e indice di massa corporea (peso diviso per il quadrato dell'altezza) e lo stato dell'osso a livello dell'anca. Ovviamente, nella sorveglianza rientrava anche la raccolta delle eventuali fratture sofferte nel periodo. Inoltre, ed è il dato più nuovo, i ricercatori hanno distinto tra le donne che perdevano peso in seguito a un regione dimagrante e quelle che invece vedevano spostarsi in basso l'ago della bilancia del tutto involontariamente, considerando infine anche la differenza tra le persone obese e quelle normopeso. L'assunto, infatti, era che mentre è provato che perdere peso involontariamente determina una diminuzione della massa ossea e un aumento del rischio di fratture, spesso perché questo avviene a causa di una malattia o di condizioni socioeconomiche sfavorevoli, il dimagrimento voluto non avrebbe questi effetti deleteri.
Con il passare degli anni è inevitabile che la massa ossea si riduca e lo studio ne è la prova: tutte le donne hanno visto demineralizzarsi l'anca ma mentre la perdita era pari allo 0,52% nelle donne che erano ingrassate e allo 0,62% in quelle con peso stabile, il fenomeno era più evidente in quelle dimagrite: 0,92% in meno. Cambiava qualcosa in funzione del perché della perdita di peso? No, che si fosse a dieta o meno, la demineralizzazione era uguale. Non solo: il dimagrimento comportava osteoporosi accelerata sia in chi all'inizio era snella, sia in chi era sovrappeso o francamente obesa (indice di massa corporea superiore a 30). Lo stesso vale per il rischio di fratture che, praticamente, raddoppiava nelle dimagrite con una punta di 2,5 volte nelle più pesanti. Forse il dimagrimento, anche voluto, era ricercato con mezzi poco adeguati? Nemmeno: più della metà delle 2000 donne che volevano perdere peso era ricorsa allo schema di dieta più esercizio fisico, e un 10 per cento si era affidato solo all'esercizio.
Dimagrire al momento giusto
Al di là delle indicazioni più dirette, e cioè che in caso di perdita di peso il medico deve considerare aumentato il rischio di fratture, lo studio dà indicazioni generali molto utili per gestire il "problema linea". Dimagrire, se si è sovrappeso, è una buona cosa dai 25 ai 50 anni; cercare di modificare sensibilmente questo aspetto in età più tarda vede ridursi i benefici, anche perché l'associazione tra peso e rischio cardiovascolare, nella terza età, è molto più debole. In compenso, dimagrire bruscamente dopo la menopausa può portare a una serie di cambiamenti controproducenti: il calo degli estrogeni fisiologici è più rapido (il tessuto adiposo, infatti, li produce anche quando l'ovaio ha smesso), diminuisce l'apporto di nutrienti importanti (a cominciare dal calcio) e aumentano i livelli di altri steroidi che agiscono negativamente sull'osso. Insomma, c'è una stagione anche per le diete.
Maurizio Imperiali
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Il peso della magrezza
Lo studio, pubblicato alla fine del 2003, ha esaminato per un periodo superiore a sei anni ben 6785 donne. In totale il gruppo è stato sottoposto a quattro visite di controllo nelle quali si valutavano peso e indice di massa corporea (peso diviso per il quadrato dell'altezza) e lo stato dell'osso a livello dell'anca. Ovviamente, nella sorveglianza rientrava anche la raccolta delle eventuali fratture sofferte nel periodo. Inoltre, ed è il dato più nuovo, i ricercatori hanno distinto tra le donne che perdevano peso in seguito a un regione dimagrante e quelle che invece vedevano spostarsi in basso l'ago della bilancia del tutto involontariamente, considerando infine anche la differenza tra le persone obese e quelle normopeso. L'assunto, infatti, era che mentre è provato che perdere peso involontariamente determina una diminuzione della massa ossea e un aumento del rischio di fratture, spesso perché questo avviene a causa di una malattia o di condizioni socioeconomiche sfavorevoli, il dimagrimento voluto non avrebbe questi effetti deleteri.
Conferme e smentite
Con il passare degli anni è inevitabile che la massa ossea si riduca e lo studio ne è la prova: tutte le donne hanno visto demineralizzarsi l'anca ma mentre la perdita era pari allo 0,52% nelle donne che erano ingrassate e allo 0,62% in quelle con peso stabile, il fenomeno era più evidente in quelle dimagrite: 0,92% in meno. Cambiava qualcosa in funzione del perché della perdita di peso? No, che si fosse a dieta o meno, la demineralizzazione era uguale. Non solo: il dimagrimento comportava osteoporosi accelerata sia in chi all'inizio era snella, sia in chi era sovrappeso o francamente obesa (indice di massa corporea superiore a 30). Lo stesso vale per il rischio di fratture che, praticamente, raddoppiava nelle dimagrite con una punta di 2,5 volte nelle più pesanti. Forse il dimagrimento, anche voluto, era ricercato con mezzi poco adeguati? Nemmeno: più della metà delle 2000 donne che volevano perdere peso era ricorsa allo schema di dieta più esercizio fisico, e un 10 per cento si era affidato solo all'esercizio.
Dimagrire al momento giusto
Al di là delle indicazioni più dirette, e cioè che in caso di perdita di peso il medico deve considerare aumentato il rischio di fratture, lo studio dà indicazioni generali molto utili per gestire il "problema linea". Dimagrire, se si è sovrappeso, è una buona cosa dai 25 ai 50 anni; cercare di modificare sensibilmente questo aspetto in età più tarda vede ridursi i benefici, anche perché l'associazione tra peso e rischio cardiovascolare, nella terza età, è molto più debole. In compenso, dimagrire bruscamente dopo la menopausa può portare a una serie di cambiamenti controproducenti: il calo degli estrogeni fisiologici è più rapido (il tessuto adiposo, infatti, li produce anche quando l'ovaio ha smesso), diminuisce l'apporto di nutrienti importanti (a cominciare dal calcio) e aumentano i livelli di altri steroidi che agiscono negativamente sull'osso. Insomma, c'è una stagione anche per le diete.
Maurizio Imperiali
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