Antibiotici sì ma in modo oculato

28 luglio 2006
Aggiornamenti e focus

Antibiotici sì ma in modo oculato



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Che gli antibiotici siano sempre più a rischio a causa delle resistenze sviluppate dai batteri, è cosa nota. Se ne è parlato recentemente anche al Congresso europeo di Microbiologia clinica e malattie infettive, svoltosi a Nizza. E il problema è tale che si assiste alle volte a fenomeni che si verificavano prima della scoperta della penicillina, con prodotti che finiscono per essere tossici e con pesanti effetti collaterali. Ecco perché l'invito da parte degli esperti è a un uso oculato e preciso degli antibiotici. Sulla stessa lunghezza d'onda uno studio pubblicato dal Bmj on line sostiene che il ricorso a questi farmaci per chi soffre di rinite purulenta acuta sia da evitare. I loro effetti positivi, infatti, non superano quelli collaterali.

Dati contrastanti


La rinite purulenta acuta è una manifestazione comune del banale raffreddore. Comunque si manifesti si tratta di una delle condizioni più comuni perché vengano prescritti antibiotici per le infezioni del tratto respiratorio sia tra i bambini sia tra gli adulti. Sull'argomento le linee guida sono contrastanti e in molti casi raccomandano che gli antibiotici non siano usati per questa condizione. Ma un recente studio ha riportato come il trattamento con amoxicillina sia efficace nel ridurre la durata del fenomeno. In sostanza le informazioni sono contrastanti. Per questo i ricercatori hanno ripreso in modo sistematico gli studi sull'efficacia e i danni da antibiotici per la rinite purulenta acuta e ne hanno fatto una metanalisi.

I risultati


In particolare dai dati ottenuti da sette trial effettuati nel passato in cui l'uso dei farmaci era confrontato con placebo, i ricercatori hanno notato che, a patto che non ci siano sintomi gravi e persistenti, i malati riescono a guarire anche senza cure farmacologiche. Evitando in questo modo anche la possibilità di incappare in effetti indesiderati come vomito, diarrea e dolore addominale. Per la verità, precisano i ricercatori nel commento all'articolo, complessivamente gli antibiotici non fanno danni particolarmente gravi e anzi possono essere d'aiuto. Il problema però è che i benefici non controbilanciano i rischi. In più, aggiungono i ricercatori, non basta un unico studio per trarre conclusioni. Sulla base della metanalisi si potrebbe suggerire una prima fase di attesa vigile con ricorso ad antibiotici solo quando i sintomi persistono troppo a lungo. In fondo, concludono i ricercatori, è quello che dicono le linee guida attuali sull'uso degli antibiotici. Utilizzarli solo dopo aver considerato adeguatamente evidenze, benefici e danni dati dal trattare o dal non trattare.

Marco Malagutti



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