Resistenze ereditarie

05 settembre 2007
Aggiornamenti e focus

Resistenze ereditarie



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Curiosamente, un editoriale pubblicato sul British Medical Journal, si riferisce agli antibiotici come a una fonte non rinnovabile. Con un monito: se se ne fa un uso eccessivo e scriteriato, presto potrebbe esaurirsi lasciando senza strumenti efficaci alcune necessità sanitarie per ora senza altre soluzioni. L'esaurimento di questa fonte si manifesta con il fenomeno della resistenza batterica.

Maneggiare con parsimonia


Su questo argomento, le tante campagne informative hanno dato i loro frutti aumentando la consapevolezza sia nel paziente sia nel medico di famiglia. E' passato, per esempio, il principio, basato su evidenze scientifiche, che gli antibiotici hanno un'efficacia minima sulla maggior parte delle comuni infezioni infantili non solo quelle virali, come raffreddore e tosse, ma anche quelle batteriche in particolare le infiammazioni della gola e l'otite media acuta. Lentamente il messaggio è penetrato nella popolazione e gli stessi medici prescrivono sempre meno antibiotici per raffreddori o gole arrossate, un po' più frequentemente per l'otite acuta. In alcuni paesi i medici di base hanno adottato una strategia educativa per ritardare il ricorso all'antibiotico. Consegnano una ricetta del farmaco con l'indicazione ad acquistarlo successivamente solo se il bambino non migliora. Infine, spostando la prospettiva dalla resistenza a livello di popolazione che ha conseguenze indirette e tempi lunghi, a quella individuale, gli effetti sono immediati e diretti. Un'ulteriore evidenza scientifica a sostegno del fenomeno l'hanno rilevata in Inghilterra studiando una coorte di bambini tra i sei mesi e i 12 anni con otite media o con sospette infezioni respiratorie.

Mal comune meglio evitarlo


Su un centinaio di soggetti, metà ha assunto amoxicillina gli altri nessun antibiotico. Già dopo due settimane, la resistenza, misurata come quantità minima di farmaco per inibire la crescita batterica, era triplicata in caso di trattamento con l'antibiotico. Inoltre, la presenza di un elemento proteico responsabile della resistenza (integrative and conjugative resistance element - ICEHin1056), era stato rinvenuto con una frequenza doppia negli isolati batterici del gruppo in terapia antibiotica. Per quanto il fenomeno di resistenza tendeva a scemare nel tempo per tornare alle condizioni iniziali dopo 12 settimane, la presenza di un elemento che oltre a determinare la resistenza ne permette la trasmissione anche a ceppi diversi dello stesso genere, era indizio di una potenziale estensione del fenomeno nella popolazione.Si tratta di un'evidenza scientifica che va a sommarsi alle argomentazioni a sostegno di un uso razionale e nei casi in cui veramente servono degli antibiotici, una scelta da fare pensando al bene comune.

Simona Zazzetta



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