09 aprile 2009
Aggiornamenti e focus
Generazione psicofarmaco
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Nel monitoraggio del consumo di droghe nelle fasce giovani non vanno mai dimenticati psicofarmaci, alcol e fumo, sostanze del tutto lecite ma in grado di provocare altrettanti danni a cervelli, organismi e vite in crescita. Dal 1995 un rapporto annuale, l'European School Project on Alcool and Other Drugs (ESPAD) tiene il polso dei consumi a livello europeo, con declinazioni nazionali, tra gli studenti tra 15 e 16 anni.
I Paesi in cui gli psicofarmaci sono utilizzati con maggior frequenza dai giovani sono Polonia, Lituania e Francia-Principato di Monaco: circa il 15% degli studenti ha dichiarato di assumere queste sostanze, mentre i livelli più bassi si registrano in Armenia, Austria, Russia e Regno Unito (0-2%). In media, negli otto Paesi in testa alla classifica il numero di ragazze che dichiara di assumere queste sostanze senza prescrizione medica è superiore a quello dei maschi (8% contro 5%). Della realtà italiana si sono occupati i ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pisa, i quali riportano una situazione che dovrebbe aumentare la soglia di attenzione. "I dati italiani di consumo di molecole psicoattive non sono allineati alla media europea, ma sono significativamente più alti" ha spiegato Sabrina Molinaro che ha curato la ricerca presso il CNR di Pisa. Infatti, mentre la media europea è del 6%, di quattro punti percentuali più bassa rispetto a quella italiana che è del 10%. La tendenza generale mostra un ritorno verso i livelli massimi registrati a metà anni '90: 11% nel 1995, 7% nel 1999, 6% nel 2003 e 10% nel 2007. L'uso di psicofarmaci è più frequente in presenza di un cattivo rapporto con genitori e insegnanti, oppure quando il rendimento scolastico è insufficiente. "Un dato sconvolgente - commenta Emilia Costa, professore emerito di Psichiatria dell'Università La Sapienza di Roma e primario di Psicofarmacologia - significa che il 10% dei nostri giovani ha problemi irrisolti e prova un senso di inadeguatezza nei confronti delle difficoltà della vita. Dobbiamo indagare nel profondo: questi giovani si sentono già anziani, e hanno bisogno di supporti artificiali dall'esterno che li sorreggano".
Molinaro spiega che le tipologie di farmaco che i ragazzi dichiarano di assumere sono soprattutto quelli per l'insonnia, quelli per regolare l'umore (antidepressivi) e quelli per l'iperattività (inclusi vari anfetaminici). L'8% degli studenti dice di averne fatto uso una volta negli ultimi dodici mesi, il 4% almeno una volta negli ultimi 30 giorni e ben l'1% dice di averne fatto uso almeno 20 volte nell'ultimo mese. In aggiunta, si registra anche un consumo di alcolici, associato ai farmaci, per aumentarne l'effetto, dichiarato dal 6% degli studenti a livello internazionale e dal 4% di quelli italiani. Il Paese in cima alla classifica del consumo di questo mix è la Repubblica ceca (18%), mentre i livelli più bassi si osservano in Armenia e in Ucraina (1%). In Italia tuttavia, c'è una stabilizzazione del consumo di alcolici: il consumo una o più volte nel mese precedente lo dichiara il 63% (64% nel 2003). Ma aumenta il consumo episodico di quantità elevate di alcol (che equivale a cinque o più bevute di fila) negli ultimi 30 giorni è aumentato in Italia in modo significativo, dal 34% al 38% tra il 2003 e il 2007. In questo periodo l'aumento di consumatori in Italia interessa soprattutto le ragazze, passate dal 35 al 42%, cosicché il divario tra i generi si è notevolmente ridotto rispetto al 1995.
Simona Zazzetta
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Italia sopra la media
I Paesi in cui gli psicofarmaci sono utilizzati con maggior frequenza dai giovani sono Polonia, Lituania e Francia-Principato di Monaco: circa il 15% degli studenti ha dichiarato di assumere queste sostanze, mentre i livelli più bassi si registrano in Armenia, Austria, Russia e Regno Unito (0-2%). In media, negli otto Paesi in testa alla classifica il numero di ragazze che dichiara di assumere queste sostanze senza prescrizione medica è superiore a quello dei maschi (8% contro 5%). Della realtà italiana si sono occupati i ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pisa, i quali riportano una situazione che dovrebbe aumentare la soglia di attenzione. "I dati italiani di consumo di molecole psicoattive non sono allineati alla media europea, ma sono significativamente più alti" ha spiegato Sabrina Molinaro che ha curato la ricerca presso il CNR di Pisa. Infatti, mentre la media europea è del 6%, di quattro punti percentuali più bassa rispetto a quella italiana che è del 10%. La tendenza generale mostra un ritorno verso i livelli massimi registrati a metà anni '90: 11% nel 1995, 7% nel 1999, 6% nel 2003 e 10% nel 2007. L'uso di psicofarmaci è più frequente in presenza di un cattivo rapporto con genitori e insegnanti, oppure quando il rendimento scolastico è insufficiente. "Un dato sconvolgente - commenta Emilia Costa, professore emerito di Psichiatria dell'Università La Sapienza di Roma e primario di Psicofarmacologia - significa che il 10% dei nostri giovani ha problemi irrisolti e prova un senso di inadeguatezza nei confronti delle difficoltà della vita. Dobbiamo indagare nel profondo: questi giovani si sentono già anziani, e hanno bisogno di supporti artificiali dall'esterno che li sorreggano".
Alcol per sballare di più
Molinaro spiega che le tipologie di farmaco che i ragazzi dichiarano di assumere sono soprattutto quelli per l'insonnia, quelli per regolare l'umore (antidepressivi) e quelli per l'iperattività (inclusi vari anfetaminici). L'8% degli studenti dice di averne fatto uso una volta negli ultimi dodici mesi, il 4% almeno una volta negli ultimi 30 giorni e ben l'1% dice di averne fatto uso almeno 20 volte nell'ultimo mese. In aggiunta, si registra anche un consumo di alcolici, associato ai farmaci, per aumentarne l'effetto, dichiarato dal 6% degli studenti a livello internazionale e dal 4% di quelli italiani. Il Paese in cima alla classifica del consumo di questo mix è la Repubblica ceca (18%), mentre i livelli più bassi si osservano in Armenia e in Ucraina (1%). In Italia tuttavia, c'è una stabilizzazione del consumo di alcolici: il consumo una o più volte nel mese precedente lo dichiara il 63% (64% nel 2003). Ma aumenta il consumo episodico di quantità elevate di alcol (che equivale a cinque o più bevute di fila) negli ultimi 30 giorni è aumentato in Italia in modo significativo, dal 34% al 38% tra il 2003 e il 2007. In questo periodo l'aumento di consumatori in Italia interessa soprattutto le ragazze, passate dal 35 al 42%, cosicché il divario tra i generi si è notevolmente ridotto rispetto al 1995.
Simona Zazzetta
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