05 maggio 2010
Interviste
Farmacie, le più amate dagli italiani
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Agli italiani la farmacia continua a piacere. L'ultimo sondaggio in ordine di tempo che lo conferma è quello condotto dal Censis per conto del ministero della Salute: per il 62% degli intervistati la qualità del servizio assicurato dai presidi del territorio risulta «buono» e per il 35,4% merita la sufficienza; messi assieme fanno il 97,8% del campione, una quota che rende le farmacie le strutture del Ssn più apprezzate in assoluto. Gli ambulatori dei medici di famiglia, giusto per fare qualche esempio, si fermano infatti al 92%, quelli dei pediatri di libera scelta all'89%, gli ospedali all'81%. Per i farmacisti il sondaggio è un invito a insistere sul progetto di una farmacia in cui oltre al medicinale gli italiani possano trovare un'ampia gamma di servizi sanitari, erogati in regime Ssn o anche a pagamento. Nell'autunno scorso un decreto legislativo aveva fissato le linee guida, a giorni dovrebbero arrivare i decreti attuativi del dicastero della Salute. Tra i farmacisti in attesa c'è Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm (l'associazione che riunisce le farmacie comunali).
Presidente Gizzi, la ricerca del Censis dà alle farmacie un voto da "prime della classe". Con i decreti sui servizi ormai alle porte, non potevate sperare in un viatico migliore...
In realtà i risultati del sondaggio non ci meravigliano. Sapevamo da tempo che la farmacia gode di un'immagine lusinghiera su tutto il territorio. Nessun altro presidio del Ssn, d'altronde, è in grado di fornire lo stesso servizio, sette giorni su sette e 24 ore su 24.
Quali riflessioni trae dalla ricerca?
Abbiamo la conferma che la farmacia è a tutti gli effetti un presidio del Servizio sanitario pubblico. Per questo siamo tra coloro che hanno lavorato intensamente al progetto sui nuovi servizi: vogliamo dare ancora più valore alla farmacia allargando il suo ruolo sociale e la sua presenza sul territorio.
E le farmacie comunali come si collocano in questo progetto?
Noi perseguiamo da tempo il modello della "farmacia sociale" e in molte città i presidi comunali offrono da tempo servizi dalla chiara connotazione sociosanitaria. Per noi i decreti attuativi saranno soprattutto lo strumento con cui collocare questi servizi nella cornice del Ssn: le farmacie verranno remunerate dal sistema pubblico per le prestazioni erogate, cosa che oggi avviene solo raramente, e questo consentirà l'allargamento e il rafforzamento dell'offerta. Il tutto nell'interesse dei cittadini.
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Presidente Gizzi, la ricerca del Censis dà alle farmacie un voto da "prime della classe". Con i decreti sui servizi ormai alle porte, non potevate sperare in un viatico migliore...
In realtà i risultati del sondaggio non ci meravigliano. Sapevamo da tempo che la farmacia gode di un'immagine lusinghiera su tutto il territorio. Nessun altro presidio del Ssn, d'altronde, è in grado di fornire lo stesso servizio, sette giorni su sette e 24 ore su 24.
Quali riflessioni trae dalla ricerca?
Abbiamo la conferma che la farmacia è a tutti gli effetti un presidio del Servizio sanitario pubblico. Per questo siamo tra coloro che hanno lavorato intensamente al progetto sui nuovi servizi: vogliamo dare ancora più valore alla farmacia allargando il suo ruolo sociale e la sua presenza sul territorio.
E le farmacie comunali come si collocano in questo progetto?
Noi perseguiamo da tempo il modello della "farmacia sociale" e in molte città i presidi comunali offrono da tempo servizi dalla chiara connotazione sociosanitaria. Per noi i decreti attuativi saranno soprattutto lo strumento con cui collocare questi servizi nella cornice del Ssn: le farmacie verranno remunerate dal sistema pubblico per le prestazioni erogate, cosa che oggi avviene solo raramente, e questo consentirà l'allargamento e il rafforzamento dell'offerta. Il tutto nell'interesse dei cittadini.
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