20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus
Curati a casa
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Il nuovo termine "Ministero della Salute" e l'innovativo ruolo protagonista delle Regioni nella realizzazione degli obiettivi sanitari: sono questi due dei principali aspetti che segnano una svolta nel mondo della sanità in Italia. Da qui la nascita di un Piano Sanitario Nazionale 2002-2004 molto diverso da quelli realizzati in passato. "Ho illustrato alle Regioni un piano" afferma il Ministro della Salute Girolamo Sirchia "che è composto di due parti, delle quali la prima è costituita da dieci progetti-obiettivo finalizzati al cambiamento e al miglioramento dei servizi erogati ai cittadini". Alcuni progetti, in particolare, andranno a cambiare notevolmente l'assetto istituzionale e qualitativo del mondo sanitario, sia per i cittadini, sia per gli operatori di settore. Questi progetti sono:
Il primo frutto concreto dell'Accordo stipulato tra il Governo e le Regioni in materia sanitaria l'8 agosto 2001 riguarda i "Livelli Essenziali ed appropriati di Assistenza", detti anche semplicemente LEA. Lo scopo è di garantire su tutto il territorio nazionale uguali prestazioni ai cittadini. In pratica, si tratta di un elenco di servizi sanitari (tradotti in prestazioni sanitarie) che, per legge, la Regione deve garantire al cittadino per mezzo dei fondi finanziari stanziati dallo Stato, mentre tutti i servizi non previsti dai LEA possono essere gestiti autonomamente dalle Regioni. Il rischio, però, è che, visti i bilanci in rosso nel settore sanitario di molte Regioni, queste ultime decidano di non aggiungere altre prestazioni ai LEA (entrati in vigore il 23 febbraio 2002) e, al contrario, scelgano di sottoporre a ticket e pagamenti tutto ciò che resta al di fuori "dell'essenziale". Sono già una realtà, infatti, le lamentele di molti cittadini, che si trovano improvvisamente a dover sostenere per intero le spese di cure odontoiatriche (previste nei LEA solo per chi ha meno di 18 anni) o di fisioterapie.
Negli ultimi 20 anni in Italia, oltre alla tecnologia, è cambiata molto anche la demografia: l'aspettativa di vita, infatti, è cresciuta fino a raggiungere i 76 anni per gli uomini e gli 82,4 anni per le donne e ciò ha generato un progressivo aumento delle patologie dell'anziano, prevalentemente di tipo cronico, e un aumento della richiesta di servizi socio-sanitari, in grado di garantire, oltre agli interventi sanitari, anche e soprattutto i servizi necessari per la vita di tutti i giorni (gestione della non-autosufficienza). In particolare, oggi gli anziani, i disabili e i pazienti affetti da malattie croniche chiedono sempre più la disponibilità di un servizio medico-sanitario a domicilio, che in Italia di fatto non esiste ancora. Alla base di questo progetto è lo sviluppo della cosiddetta "ospedalità a domicilio", che presuppone la possibilità di trasferire al domicilio del paziente alcuni dei servizi oggi erogati solo dall'Ospedale, incluse le cure palliative (volte a ridurre il dolore e a migliorare la qualità di vita dei pazienti che non rispondono più a trattamenti specifici), le terapie infusionali (infusione continua della sostanza di cura) e la dialisi, cure che oggi richiedono spostamenti da parte dei pazienti, anche se con serie difficoltà di movimento. In questo senso, quindi, gli obiettivi del Ministero per i prossimi tre anni sono i seguenti:
Progetti 4 e 5 - Migliorare la qualità e la preparazione degli operatori sanitari
Nell'idea di un generale miglioramento dei servizi socio-sanitari è inammissibile non considerare anche un mirato e continuo sviluppo del "capitale umano", ossia di tutto il personale del Servizio Sanitario Nazionale. Il Ministero ha, quindi, deciso di promuovere la professionalità e la motivazione del personale medico organizzando un programma di aggiornamento (progetto 5), che già da quest'anno prevede l'acquisizione di crediti da parte degli operatori che partecipano agli eventi (corsi, convegni, congressi, ...) autorizzati dalla Commissione Nazionale per l'Educazione Medica Continua. In pratica, i medici e tutte le categorie professionali impegnate nella sanità dovranno "tornare a scuola": per continuare a praticare la professione, infatti, saranno costretti ad acquisire un certo numero di crediti, al fine di dimostrare una corretta informazione sugli aggiornamenti medico-scientifici nel proprio settore. L'applicazione dell'obbligo formativo sarà graduale: 10 crediti nel 2002, 20 crediti nel 2003 e 30 crediti nel 2004.
Per facilitare il miglioramento della qualità del "capitale della sanità" il progetto 4 regola anche un aggiornamento aziendale, che prevede un impegno da parte delle Aziende Sanitarie di attivare postazioni di educazione e corsi aziendali per il personale, utilizzando anche e soprattutto la rete informatica.
Altro importante obiettivo elencato nel progetto 4 è la possibilità di destinare buona parte delle risorse sanitarie nella realizzazione di Centri di Eccellenza, capaci di offrire su tutto il territorio nazionale prestazioni di alta specialità. Questo al fine di evitare che i pazienti si trovino costretti ad "emigrare" in altre zone per vedere soddisfatti alcuni dei loro bisogni di salute, trattenendoli invece all'interno della Regione.
Progetto 7 - Evitare l'abuso di pronto soccorso
Un aspetto sanitario che il Ministero della Salute ha voluto approfondire è l'eccessivo e, spesso, superficiale utilizzo dei servizi di Pronto Soccorso da parte dei cittadini, che vi accedono di propria iniziativa, saltando le tappe del medico di medicina generale o dei presidi territoriali (Guardia Medica Territoriale). L'ipotesi del Governo è di sottoporre al pagamento del servizio tutti i soggetti, esclusi i seguenti:
Progetto 10 - Per un corretto uso e controllo dei farmaci
L'attuale Piano Sanitario Nazionale, visto l'importante ruolo del farmaco nella tutela della salute, prevede l'attuazione di un Programma Nazionale di Farmacovigilanza, che avrà lo scopo di valutare costantemente il profilo dei rischi-benefici dei farmaci e, più in generale, per garantire un corretto utilizzo dei farmaci.
Gli obiettivi strategici del Ministero in questo caso, sono i seguenti:
Annapaola Medina
Salute oggi:
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Progetto 1 - L'essenziale è garantito, il resto è a discrezione della regione
Il primo frutto concreto dell'Accordo stipulato tra il Governo e le Regioni in materia sanitaria l'8 agosto 2001 riguarda i "Livelli Essenziali ed appropriati di Assistenza", detti anche semplicemente LEA. Lo scopo è di garantire su tutto il territorio nazionale uguali prestazioni ai cittadini. In pratica, si tratta di un elenco di servizi sanitari (tradotti in prestazioni sanitarie) che, per legge, la Regione deve garantire al cittadino per mezzo dei fondi finanziari stanziati dallo Stato, mentre tutti i servizi non previsti dai LEA possono essere gestiti autonomamente dalle Regioni. Il rischio, però, è che, visti i bilanci in rosso nel settore sanitario di molte Regioni, queste ultime decidano di non aggiungere altre prestazioni ai LEA (entrati in vigore il 23 febbraio 2002) e, al contrario, scelgano di sottoporre a ticket e pagamenti tutto ciò che resta al di fuori "dell'essenziale". Sono già una realtà, infatti, le lamentele di molti cittadini, che si trovano improvvisamente a dover sostenere per intero le spese di cure odontoiatriche (previste nei LEA solo per chi ha meno di 18 anni) o di fisioterapie.
Progetto 2 - Un occhio di riguardo ai malati cronici, agli anziani e ai disabili
Negli ultimi 20 anni in Italia, oltre alla tecnologia, è cambiata molto anche la demografia: l'aspettativa di vita, infatti, è cresciuta fino a raggiungere i 76 anni per gli uomini e gli 82,4 anni per le donne e ciò ha generato un progressivo aumento delle patologie dell'anziano, prevalentemente di tipo cronico, e un aumento della richiesta di servizi socio-sanitari, in grado di garantire, oltre agli interventi sanitari, anche e soprattutto i servizi necessari per la vita di tutti i giorni (gestione della non-autosufficienza). In particolare, oggi gli anziani, i disabili e i pazienti affetti da malattie croniche chiedono sempre più la disponibilità di un servizio medico-sanitario a domicilio, che in Italia di fatto non esiste ancora. Alla base di questo progetto è lo sviluppo della cosiddetta "ospedalità a domicilio", che presuppone la possibilità di trasferire al domicilio del paziente alcuni dei servizi oggi erogati solo dall'Ospedale, incluse le cure palliative (volte a ridurre il dolore e a migliorare la qualità di vita dei pazienti che non rispondono più a trattamenti specifici), le terapie infusionali (infusione continua della sostanza di cura) e la dialisi, cure che oggi richiedono spostamenti da parte dei pazienti, anche se con serie difficoltà di movimento. In questo senso, quindi, gli obiettivi del Ministero per i prossimi tre anni sono i seguenti:
- studiare un modo per coprire il più possibile i rischi delle persone non-autosufficienti;
- sperimentare forme di "governo nella rete", capaci di integrare le competenze degli Ospedali, delle ASL (Aziende Sanitarie Locali) e dei Comuni, ricorrendo anche all'utilizzo di gestori di servizio privato nelle aree di sperimentazione.
Progetti 4 e 5 - Migliorare la qualità e la preparazione degli operatori sanitari
Nell'idea di un generale miglioramento dei servizi socio-sanitari è inammissibile non considerare anche un mirato e continuo sviluppo del "capitale umano", ossia di tutto il personale del Servizio Sanitario Nazionale. Il Ministero ha, quindi, deciso di promuovere la professionalità e la motivazione del personale medico organizzando un programma di aggiornamento (progetto 5), che già da quest'anno prevede l'acquisizione di crediti da parte degli operatori che partecipano agli eventi (corsi, convegni, congressi, ...) autorizzati dalla Commissione Nazionale per l'Educazione Medica Continua. In pratica, i medici e tutte le categorie professionali impegnate nella sanità dovranno "tornare a scuola": per continuare a praticare la professione, infatti, saranno costretti ad acquisire un certo numero di crediti, al fine di dimostrare una corretta informazione sugli aggiornamenti medico-scientifici nel proprio settore. L'applicazione dell'obbligo formativo sarà graduale: 10 crediti nel 2002, 20 crediti nel 2003 e 30 crediti nel 2004.
Per facilitare il miglioramento della qualità del "capitale della sanità" il progetto 4 regola anche un aggiornamento aziendale, che prevede un impegno da parte delle Aziende Sanitarie di attivare postazioni di educazione e corsi aziendali per il personale, utilizzando anche e soprattutto la rete informatica.
Altro importante obiettivo elencato nel progetto 4 è la possibilità di destinare buona parte delle risorse sanitarie nella realizzazione di Centri di Eccellenza, capaci di offrire su tutto il territorio nazionale prestazioni di alta specialità. Questo al fine di evitare che i pazienti si trovino costretti ad "emigrare" in altre zone per vedere soddisfatti alcuni dei loro bisogni di salute, trattenendoli invece all'interno della Regione.
Progetto 7 - Evitare l'abuso di pronto soccorso
Un aspetto sanitario che il Ministero della Salute ha voluto approfondire è l'eccessivo e, spesso, superficiale utilizzo dei servizi di Pronto Soccorso da parte dei cittadini, che vi accedono di propria iniziativa, saltando le tappe del medico di medicina generale o dei presidi territoriali (Guardia Medica Territoriale). L'ipotesi del Governo è di sottoporre al pagamento del servizio tutti i soggetti, esclusi i seguenti:
- pazienti pervenuti a bordo di un'autoambulanza per emergenza;
- pazienti inviati dalla Guardia Medica Territoriale;
- pazienti inviati dal proprio medico di medicina generale;
- pazienti inviati da uno specialista ospedaliero o del territorio.
Progetto 10 - Per un corretto uso e controllo dei farmaci
L'attuale Piano Sanitario Nazionale, visto l'importante ruolo del farmaco nella tutela della salute, prevede l'attuazione di un Programma Nazionale di Farmacovigilanza, che avrà lo scopo di valutare costantemente il profilo dei rischi-benefici dei farmaci e, più in generale, per garantire un corretto utilizzo dei farmaci.
Gli obiettivi strategici del Ministero in questo caso, sono i seguenti:
- offrire alle Regioni periodiche relazioni sull'andamento mensile della spesa farmaceutica, favorendo valutazioni critiche inerenti sia il corretto andamento delle farmacoterapie, sia l'impatto delle misure di contenimento della spesa fissate dalle Regioni (secondo la Legge 405 del 2001);
- attuare il Programma Nazionale di Farmacovigilanza, che servirà a evidenziare tutti i casi reazioni avverse, valutando periodicamente il profilo di rischio-beneficio dei farmaci;
- porre l'argomento "farmaco" all'interno dei temi nazionali di Educazione Continua in Medicina (ECM), così che tutti gli operatori sanitari possano essere costantemente aggiornati sul mondo farmaceutico.
Annapaola Medina
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