Pioggia di ticket?

06 ottobre 2006
Aggiornamenti e focus

Pioggia di ticket?



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Sia chiaro che la vera natura della Finanziaria si conoscerà dopo l'approvazione definitiva, perché niente è più variabile, insegna la storia patria, delle proposte iniziali della legge di bilancio. Però è il caso comunque di guardare che cosa è stato previsto per la sanità. E' inevitabile che si intervenga sempre su questo capitolo di spesa, perché alla fine è quello in cui lo Stato investe di più. Per cominciare, sono previsti dei ticket, anche se non tutti quelli di cui si è parlato all'inizio. Per esempio, non ci sarà una partecipazione alle spese sui ricoveri, che originariamente era un contributo alle spese non mediche, cioè sostanzialmente il vitto, né ci sarà quello sulle prestazioni in day hospital. Ci sarà invece un ticket sui codici bianchi in pronto soccorso. Codice bianco, nella metodologia del triage, significa condizione che non è né urgente né di emergenza, in pratica le situazioni in cui si poteva senza pericolo aspettare il medico di famiglia l'indomani, oppure rivolgersi anche al farmacista. In effetti, da sempre il pronto soccorso di ospedali grandi e piccoli è frequentato anche da persone che hanno bisogno di esami per l'iscrizione alla palestra, di vaccinazioni per vacanze esotiche e altro del genere. Questa lamentela, da parte di primari e direttori sanitari, la si è ascoltata molto spesso negli ultimi venti anni (almeno). Quindi chi si presenterà al pronto soccorso come una scorciatoia, d'ora in poi pagherà 23 euro se tutto si risolve con una visita e 41 se ci saranno anche esami di qualche tipo. Aumenterà anche il ticket sulle prestazioni specialistiche, cioè esami diagnostici e visite di specialisti: 10 euro in più a ricetta (o impegnativa che dir si voglia). Ma a questo riguardo va anche considerato che non si agisce solo sui cittadini, ma si è chiesta una sostanziosa riduzione delle tariffe applicate anche ai laboratori e ai centri che forniscono queste prestazioni.

Le medicine sono un caso a parte


Sui farmaci non c'è nulla? No, ma perché di ticket sui farmaci si è già parlato nel "Patto per la salute", il documento sottoscritto da Ministero e Regioni qualche giorno prima della presentazione della Finanziaria. Lì si dice che l'introduzione obbligatoria di ticket sui farmaci scatta se la spesa farmaceutica regionale supera il tetto, fissato nel 13% della spesa regionale complessiva, e la Regione non ripiana almeno il 40% dello sfondamento registrato. In altre parole, la Regione che ha superato il tetto deve rimborsare la quota del 40%, magari ricorrendo alla distribuzione diretta, oppure deve imporre la partecipazione alla spesa da parte del cittadino. Tempi duri? Finanziaria da lacrime e sangue? In effetti imporre ticket è sempre rischioso, perché , come prova anche un recente studio statunitense, quando il cittadino deve partecipare alla spesa per i farmaci, per esempio, è più facile che si autoriduca le dosi, oppure che lasci perdere. E il rischio di questi abbandoni più o meno completi aumenta con l'età e con il numero di malattie. Però negli Stati Uniti non ci sono le esenzioni per patologia, e qui sì, così come non c'è una copertura così estesa dei servizi (a meno che non si paghi una polizza privata). Inoltre, una parte di questi ticket è già presente in parecchie Regioni. Sono 12, per esempio, quelle cha hanno già quello sull'accesso improprio al pronto soccorso e anche il ticket sui farmaci c'è già in Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia autonoma di Bolzano, Puglia e Sicilia. Allora, forse, non esagera il Ministro della Salute quando dice che ha fatto più notizia questo aspetto piuttosto che il fatto che comunque è aumentato il fondo a disposizione della salute, e si avvieranno investimenti per migliorare le prestazioni. Detto questo, purtroppo su tutta la spesa pubblica italiana pesa un aspetto "unico": l'evasione fiscale. Non pare possibile, almeno a lume di naso, che in Italia solo l'1,5% dei contribuenti superi i 75.000 euro lordi l'anno...

Maurizio Imperiali



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