Lieto evento ma non per tutte

19 maggio 2004
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Lieto evento ma non per tutte



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Che la maternità sia motivo di gioia non è sempre vero, soprattutto quando diventa causa di mortalità perché la madre non ha raggiunto i 20 anni di età. La poesia della dolce attesa e del lieto evento finisce presto quando si legge che nei paesi in via di sviluppo la gravidanza e il parto sono la principale causa di morte tra le giovani donne tra i 15 e i 19 anni.
La denuncia arriva dal quinto rapporto del State of The World Mothers, pubblicato dall'associazione internazionale Save The Children, che dichiara che un decimo dei bambini che nascono ogni anno (su 13 milioni) sono stati dati alla luce da donne con meno di 20 anni.

Bambine madri


L'attenzione è stata rivolta ai paesi in cui è tradizione o uso che le ragazze vadano in spose già a 12 anni einizino ad avere bambini subito dopo l'inizio del ciclo mestruale. In queste condizioni è molto probabile che le giovani madri siano a rischio e non stupisce se uno su nove bambini, nati da bambine madri muoia entro il primo anno di vita. Sono circa 70 mila le giovanissime donne decedute per questi motivi e un milione i bambini che nati in queste condizioni non raggiungono il loro primo compleanno.
I decessi sono generalmente provocati da complicanze che sopraggiungono durante la gravidanza o il parto. Sono quasi sempre ragazze di statura piccola dovuta alla giovane età e alla malnutrizione con una struttura pelvica esile, ed è molto comune che durante il travaglio non ci sia dilatazione nonostante le contrazioni uterine. Un esito molto comune è la formazione della fistola perianale molto diffusa nei paesi più poveri.
Il rischio nella fascia di età 15-19 anni, è doppio rispetto alle fasce più alte,mentre quello di morire l'anno per i bambini nati, è del 50% più alto rispetto aquelli nati da donne di almeno 20 anni. La fascia più a rischio, cinque volte di più, rimane quella "under 14". La giovane età della madre si traduce spesso in nascite premature o basso peso alla nascita e, poiché solitamente ciò accade in paesi in cui mancano le strutture e l'assistenza medica, è molto probabile che i neonati muoiano entro il primo mese per mancanza di adeguate cure mediche e per malnutrizione.

Tristi primati


Nove dei dieci paesi a più alto rischio si trovano in Africa nella zona sud-sahariana, e in capo alla lista ci sonoNigeria, Liberia e Mali, al di fuori dell'Africa spiccano Afghanistan,Bangladesh, Haiti, Nepal, Nicaragua e Yemen. In questi 10 paesi, ogni anno, più di una adolescente (15-19 anni) su sei partorisce e uno su sette di questi neonati è destinato a morire entro l'anno di età. La gravità di questo dato diventa più evidente se confrontato con la Svezia dove casi di questo genere interessano un caso su 29 800. Stupisce, ma solo se non si considera il numero di cittadini non coperti da polizze sanitarie, che gli Stati Uniti abbiano il rischio più elevato tra i paesi industrializzati.
L'analisi delle realtà osservate dagli autori del rapporto ha verificato che esiste una stretta correlazione tra rischio di gravidanze precoci ed educazione. Infatti le ragazze che avevano ricevuto un'educazione, anche minima, avevano meno probabilità di avere figli in giovane età, e in ogni caso la gravidanza, il parto e la salute del neonato erano migliori poiché loro stesse erano capaci richiedere cure mediche ai servizi sanitari. Inoltre queste madri, per quanto giovani, sarebbero poi state in grado di mandare i propri figli a scuola, un buon inizio per rompere una disastrosa catena di eventi.

Simona Zazzetta



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