23 febbraio 2007
Aggiornamenti e focus
Un letto di attenzioni
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Tenere il paziente al sicuro. L'ovvietà teorica del concetto è qualche volta messa in dubbio da piccoli errori, disattenzioni o inefficienze che però possono avere conseguenze anche gravi, come le storie di questi giorni insegnano. Per migliorare il rendimento degli operatori sanitari è stato varato un documento d'intenti contenente un decalogo di direttive elaborate con il contributo del ministero della Salute da direttori generali e rappresentanti dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) e della Società italiana di farmacia ospedaliera (SIFO) e presentate martedì scorso a Roma in una conferenza stampa. Le misure proposte vanno dal foglio unico di terapia per medici e infermieri ai sistemi di prescrizione informatizzata dei farmaci, dalla formazione degli operatori sul tema della sicurezza, fino al miglioramento della comunicazione medico-paziente.
"L'errore - ha detto Ubaldo Montaguti direttore generale del policlinico Umberto I di Roma - è connaturato nell'azione umana e quindi di tutti gli operatori sanitari. Il punto è che in Italia si viene criminalizzati anche in conseguenza dell'attuale legislazione che prevede conseguenze penali per gli errori in sanità. A ciò va aggiunto - ha proseguito Montaguti - un fatto preoccupante: il mondo della sanità è in ritardo di almeno 10 anni rispetto ad altri settori "ad alto rischio" nell'adozione di provvedimenti diretti ad assicurare condizioni basilari di sicurezza. Esistono anche elementi di casualità. Vi sono infatti problemi latenti distribuiti lungo la catena gerarchica e funzionale della struttura sanitaria. Non dobbiamo dimenticare i difetti intrinseci delle tecnologie impiegate in sanità che non possono essere efficaci al 100 per cento. Questo vale per i farmaci come per gli apparati medicali. Dai respiratori alle valvole cardiache artificiali passando per la semplice siringa".
"La disponibilità di un decalogo che valga come contenitore di strumenti di indirizzo e di buone pratiche è molto importante, particolarmente nell'attuale momento storico segnato delle note vicende di cronaca sulla sicurezza dei pazienti negli ospedali". Questa la posizione di Alessandro Ghirardini, dirigente dell'Ufficio Qualità presso la Direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute, che ha aggiunto: "Pur fornendo indicazioni di carattere generale, le 10 regole toccano concretamente l'attività degli operatori. E' prematuro indicare scadenze temporali precise ma ritengo sia possibile la loro completa realizzazione sia a livello ospedaliero che da parte dei medici di medicina territoriale. Solo quando l'intero sistema previsto dal decalogo andrà a regime - ha concluso Ghirardini - i cittadini potranno trarne effettivi benefici. Ognuno dovrà impegnarsi con il proprio livello di responsabilità: il ministero e l'Aifa forniranno indirizzi di carattere generale; le Regioni li dovranno trasferire sul piano organizzativo".
Servirà vigilare
"Uno dei problemi centrali del rischio clinico è legato ai farmaci, e quindi era ovvio che la SIFO si occupasse di questo decalogo" - ha spiegato Giovanna Scroccaro, presidente SIFO e direttore della Farmacia interna presso l'Azienda Ospedaliera Ospedale Civile Maggiore di Verona. "Al di là della carica, ognuno di noi ha portato la sua esperienza personale. Nell'ospedale dove lavoro molti punti sono già stati adottati, esistono procedure precise in tal senso. La parte più difficile è stata diffondere le regole, ma posso testimoniare che è possibile. Occorre però che le Direzioni degli ospedali investano nelle procedure di audit per verificare l'applicazione delle regole. Qui il ruolo dei farmacisti ospedalieri può essere prezioso, perché è parte integrante del loro lavoro fare ispezioni nei reparti per verificare conservazione e gestione dei farmaci. Un'ottima occasione per parlare con medici, caposala e infermieri e far capire loro che deve sparire l'abitudine di preparare sacche con su solo il numero del paziente e non i farmaci contenuti, oppure quella di togliere le compresse dai blister, e che bisogna sempre verificare che i pazienti assumano - e assumano correttamente - i farmaci che vengono loro consegnati".
Gianluca Casponi
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Errare è umano...
"L'errore - ha detto Ubaldo Montaguti direttore generale del policlinico Umberto I di Roma - è connaturato nell'azione umana e quindi di tutti gli operatori sanitari. Il punto è che in Italia si viene criminalizzati anche in conseguenza dell'attuale legislazione che prevede conseguenze penali per gli errori in sanità. A ciò va aggiunto - ha proseguito Montaguti - un fatto preoccupante: il mondo della sanità è in ritardo di almeno 10 anni rispetto ad altri settori "ad alto rischio" nell'adozione di provvedimenti diretti ad assicurare condizioni basilari di sicurezza. Esistono anche elementi di casualità. Vi sono infatti problemi latenti distribuiti lungo la catena gerarchica e funzionale della struttura sanitaria. Non dobbiamo dimenticare i difetti intrinseci delle tecnologie impiegate in sanità che non possono essere efficaci al 100 per cento. Questo vale per i farmaci come per gli apparati medicali. Dai respiratori alle valvole cardiache artificiali passando per la semplice siringa".
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"La disponibilità di un decalogo che valga come contenitore di strumenti di indirizzo e di buone pratiche è molto importante, particolarmente nell'attuale momento storico segnato delle note vicende di cronaca sulla sicurezza dei pazienti negli ospedali". Questa la posizione di Alessandro Ghirardini, dirigente dell'Ufficio Qualità presso la Direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute, che ha aggiunto: "Pur fornendo indicazioni di carattere generale, le 10 regole toccano concretamente l'attività degli operatori. E' prematuro indicare scadenze temporali precise ma ritengo sia possibile la loro completa realizzazione sia a livello ospedaliero che da parte dei medici di medicina territoriale. Solo quando l'intero sistema previsto dal decalogo andrà a regime - ha concluso Ghirardini - i cittadini potranno trarne effettivi benefici. Ognuno dovrà impegnarsi con il proprio livello di responsabilità: il ministero e l'Aifa forniranno indirizzi di carattere generale; le Regioni li dovranno trasferire sul piano organizzativo".
Servirà vigilare
"Uno dei problemi centrali del rischio clinico è legato ai farmaci, e quindi era ovvio che la SIFO si occupasse di questo decalogo" - ha spiegato Giovanna Scroccaro, presidente SIFO e direttore della Farmacia interna presso l'Azienda Ospedaliera Ospedale Civile Maggiore di Verona. "Al di là della carica, ognuno di noi ha portato la sua esperienza personale. Nell'ospedale dove lavoro molti punti sono già stati adottati, esistono procedure precise in tal senso. La parte più difficile è stata diffondere le regole, ma posso testimoniare che è possibile. Occorre però che le Direzioni degli ospedali investano nelle procedure di audit per verificare l'applicazione delle regole. Qui il ruolo dei farmacisti ospedalieri può essere prezioso, perché è parte integrante del loro lavoro fare ispezioni nei reparti per verificare conservazione e gestione dei farmaci. Un'ottima occasione per parlare con medici, caposala e infermieri e far capire loro che deve sparire l'abitudine di preparare sacche con su solo il numero del paziente e non i farmaci contenuti, oppure quella di togliere le compresse dai blister, e che bisogna sempre verificare che i pazienti assumano - e assumano correttamente - i farmaci che vengono loro consegnati".
Gianluca Casponi
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