11 giugno 2004
Aggiornamenti e focus
Più che un medico, un gruppo
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L'attuale orientamento della medicina generale è indirizzato verso una nuova visione del lavoro del medico di famiglia. Il tradizionale ambulatorio con orario di ricevimento degli assistiti sarà presto sostituito dalle Unità territoriali di assistenza primaria(UTAP), strutture in cui il paziente potrà ancora incontrare il proprio medico curante la cui attività saràperò coadiuvata da infermieri, specialisti e medici di guardia, questi ultimi per coprire tutto l'arco della giornata.
Il progetto sarà avviato entro tre anni e interesserà prima il Sud Italia poi il resto del Paese, la tradizionale figura del medico condotto, sarà sostituita da un team di medici di medicina generale. Il lavoro d'equipe sarà reso possibile grazie alle tecnologie di comunicazione che, sfruttando la connessione a internet, permetterà ai medici di una stessa UTAP di condividere le informazioni su un paziente. Ciò fornirà ai medici gli strumenti per intervenire sul paziente in qualsiasi momento, 24 ore su 24, e al paziente la possibilità di richiedere e ottenere la miglior assistenza possibile. Ciò sarà reso possibile anche attraverso la cartella clinica informatizzata in cui rimarrà la storia del paziente, accessibile per esempio durante la visita a casa della guardia medica, che grazie a questo strumento potrà inquadrare il proprio intervento con il medico curante.
La creazione di UTAP avrà anche la funzione di spostare il carico di prestazioni che gravano sui centri ospedalieri agli ambulatori. Il medico di famiglia, infatti oltre a essere la porta di accesso al Servizio Sanitario Nazionale per il paziente, diventerà anche erogatore di prestazioni oggi affidate allo specialista o all'ospedale, oltre che gestire percorsi diagnostici e terapeutici. In questo scenario, l'ospedale diventerà un punto di arrivo specializzato e mirato di una ristretta popolazione di pazienti con necessità diverse da un prelievo o un esame diagnostico di routine. Questo, per esempio, eviterà il tradizionale affollamento da sala d'attesa degli ambulatori ospedalieri per una prestazione che richiede pochi minuti. L'organizzazione prospettata prevede la presenza di una struttura unica presente sul territorio ogni 10 mila utenti in cui opereranno sette medici, affiancati, tra l'altro, da specialisti "sumaisti" cioè gli specialisti convenzionati con il SSN. Si tratta di figure mediche indispensabili per coprire aree di grande rilevanza, per esempio la cardiologia o la diagnostica ecografica.
Chi ci sta e chi no
L'organizzazione dei finanziamenti di tali strutture prenderà una forma particolare: non verranno erogati subito ma solo in seguito, quando le varie UTAP saranno in grado di dimostrare di poter assorbire il carico di prestazioni improprio che attualmente grava sugli ospedali. Il lavoro dei medici, che vorranno aderire a questo sistema, verranno finanziati in base al risparmio che sarà possibile ottenere, i medici che non aderiranno potranno esercitare la libera professione specialistica.
La proposta è ancora in fase di contrattazione quindi non esente da possibili variazioni, e quindi almeno per ora ci si troverà ancora in sala d'aspetto chiedendo: "Scusi, il dottore è arrivato?".
Simona Zazzetta
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Il dottore è in studio?
Il progetto sarà avviato entro tre anni e interesserà prima il Sud Italia poi il resto del Paese, la tradizionale figura del medico condotto, sarà sostituita da un team di medici di medicina generale. Il lavoro d'equipe sarà reso possibile grazie alle tecnologie di comunicazione che, sfruttando la connessione a internet, permetterà ai medici di una stessa UTAP di condividere le informazioni su un paziente. Ciò fornirà ai medici gli strumenti per intervenire sul paziente in qualsiasi momento, 24 ore su 24, e al paziente la possibilità di richiedere e ottenere la miglior assistenza possibile. Ciò sarà reso possibile anche attraverso la cartella clinica informatizzata in cui rimarrà la storia del paziente, accessibile per esempio durante la visita a casa della guardia medica, che grazie a questo strumento potrà inquadrare il proprio intervento con il medico curante.
Ospedale decentrato
La creazione di UTAP avrà anche la funzione di spostare il carico di prestazioni che gravano sui centri ospedalieri agli ambulatori. Il medico di famiglia, infatti oltre a essere la porta di accesso al Servizio Sanitario Nazionale per il paziente, diventerà anche erogatore di prestazioni oggi affidate allo specialista o all'ospedale, oltre che gestire percorsi diagnostici e terapeutici. In questo scenario, l'ospedale diventerà un punto di arrivo specializzato e mirato di una ristretta popolazione di pazienti con necessità diverse da un prelievo o un esame diagnostico di routine. Questo, per esempio, eviterà il tradizionale affollamento da sala d'attesa degli ambulatori ospedalieri per una prestazione che richiede pochi minuti. L'organizzazione prospettata prevede la presenza di una struttura unica presente sul territorio ogni 10 mila utenti in cui opereranno sette medici, affiancati, tra l'altro, da specialisti "sumaisti" cioè gli specialisti convenzionati con il SSN. Si tratta di figure mediche indispensabili per coprire aree di grande rilevanza, per esempio la cardiologia o la diagnostica ecografica.
Chi ci sta e chi no
L'organizzazione dei finanziamenti di tali strutture prenderà una forma particolare: non verranno erogati subito ma solo in seguito, quando le varie UTAP saranno in grado di dimostrare di poter assorbire il carico di prestazioni improprio che attualmente grava sugli ospedali. Il lavoro dei medici, che vorranno aderire a questo sistema, verranno finanziati in base al risparmio che sarà possibile ottenere, i medici che non aderiranno potranno esercitare la libera professione specialistica.
La proposta è ancora in fase di contrattazione quindi non esente da possibili variazioni, e quindi almeno per ora ci si troverà ancora in sala d'aspetto chiedendo: "Scusi, il dottore è arrivato?".
Simona Zazzetta
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