05 marzo 2003
Aggiornamenti e focus
Telefonino pericoloso in corsia?
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I telefoni cellulari sono pericolosi in ospedale? Finora si è ritenuto di sì, temendo le interazioni tra i campi magnetici generati dagli apparecchi e il funzionamento dei molti dispositivi elettronici presenti negli ospedali: dai monitor cardiaci alle apparecchiature diagnostiche. Per non parlare, poi, dei pace-maker cardiaci. Quindi niente telefonini in corsia, praticamente ovunque. Oggi, però, in Gran Bretagna si discute se non sia il caso di rimuovere il divieto, almeno in alcune aree ben delimitate degli ospedali.
Questione evidentemente importante, visto che se ne sono occupate contemporaneamente le due principali riviste scientifiche britanniche: British Medical Journal e Lancet. Secondo gli autori degli articoli pubblicati, in effetti non esistono prove provate che l'uso del cellulare provochi queste interferenze e un'indagine condotta dall'apposito servizio del Ministero della Sanità britannico nel 1997 aveva dato risultati abbastanza tranquillizzanti. Soltanto il 4% dei dispositivi elettromedicali subiva le interferenze da parte di telefoni cellulari usati però a una distanza fino a un metro. Ben diverso l'effetto dei sistemi portatili in dotazione al personale d'emrgenza o al personale dell'accettazione, che sono riusciti a interferire rispettivamente con il 41 e il 35% delle apparecchiature (in maggioranza i monitor degli elettrocardiografi). Tuttavia, a parte segnalazioni sporadiche, questo sembra essere l'unico dato certo per quanto riguarda le apparecchiature fisse. Nel caso dei pace-maker, in effetti, gli impulsi generati dallo squillo del telefonino possono essere interpretati dall'apparecchio come un aumento dell'attività cardiaca, con le conseguenze del caso. L'effetto, però, è reversibile e si produce soltanto se il cellulare si trova nel raggio di 10 centimetri dal pacemaker, vale a dire che bisognerebbe proprio custodirlo in una tasca sulla petto oppure impugnarlo sempre con la mano del lato iun cui è impianto il dispositivo..., che sono cose facilmente evitabili. Insomma, complice il fatto che la tecnologia si è evoluta, col passaggio ai sistemi digitali GSM, sembra che i timori relativi al telefono portatile vadano ridimensionati
D'altra parte, entrambi gli articoli fanno presente che il telefono cellulare è diventato una presenza indispensabile. In Gran Bretagna molti specialisti ospedalieri usano il cellulare per poter essere raggiunti facilmente dai medici di famiglia (in quel paese lo scambio tra le due figure è pratica corrente e- per inciso - benefica) e per poter comunicare con i famigliari dei pazienti. Questi ultimi, a loro volta, soffrono spesso dell'isolamento che in qualche misura il ricovero comporta, e il cellulare si rivela in questo senso provvidenziale, così come è provvidenziale per chi ha necessità di mantenere i rapporti conn il suo ambiente di lavoro.
Non è pensabilenemmeno pensabile che le corsie degli ospedali prendano l'aspetto di certi vagoni ferroviari occupati da sedicenti manager, o da dimostrati maniaci delle relazioni sociali, nei quali è un continuo risuonare di musichette più o meno volgari. Senza contare che si in una camera si è ricoverati in cinque e tutti telefonano contemporaneamente...
La soluzione proposta è quella di riservare aree come il soggiorno del reparto o i corridoi alle chiamate col portatile. Fidando nella buona educazione di tutti. Un'avvertenza, nel caso anche in Italia si andasse in questa direzione: chiamando un amico o un parente ricoverato per una frattura a una gamba è meglio non esordire dicendo "Dove sei?". Dove volete che sia con una gamba rotta...
Maurizio Imperiali
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
La situazione migliora grazie alla tecnologia
Questione evidentemente importante, visto che se ne sono occupate contemporaneamente le due principali riviste scientifiche britanniche: British Medical Journal e Lancet. Secondo gli autori degli articoli pubblicati, in effetti non esistono prove provate che l'uso del cellulare provochi queste interferenze e un'indagine condotta dall'apposito servizio del Ministero della Sanità britannico nel 1997 aveva dato risultati abbastanza tranquillizzanti. Soltanto il 4% dei dispositivi elettromedicali subiva le interferenze da parte di telefoni cellulari usati però a una distanza fino a un metro. Ben diverso l'effetto dei sistemi portatili in dotazione al personale d'emrgenza o al personale dell'accettazione, che sono riusciti a interferire rispettivamente con il 41 e il 35% delle apparecchiature (in maggioranza i monitor degli elettrocardiografi). Tuttavia, a parte segnalazioni sporadiche, questo sembra essere l'unico dato certo per quanto riguarda le apparecchiature fisse. Nel caso dei pace-maker, in effetti, gli impulsi generati dallo squillo del telefonino possono essere interpretati dall'apparecchio come un aumento dell'attività cardiaca, con le conseguenze del caso. L'effetto, però, è reversibile e si produce soltanto se il cellulare si trova nel raggio di 10 centimetri dal pacemaker, vale a dire che bisognerebbe proprio custodirlo in una tasca sulla petto oppure impugnarlo sempre con la mano del lato iun cui è impianto il dispositivo..., che sono cose facilmente evitabili. Insomma, complice il fatto che la tecnologia si è evoluta, col passaggio ai sistemi digitali GSM, sembra che i timori relativi al telefono portatile vadano ridimensionati
Resta un problema di educazione
D'altra parte, entrambi gli articoli fanno presente che il telefono cellulare è diventato una presenza indispensabile. In Gran Bretagna molti specialisti ospedalieri usano il cellulare per poter essere raggiunti facilmente dai medici di famiglia (in quel paese lo scambio tra le due figure è pratica corrente e- per inciso - benefica) e per poter comunicare con i famigliari dei pazienti. Questi ultimi, a loro volta, soffrono spesso dell'isolamento che in qualche misura il ricovero comporta, e il cellulare si rivela in questo senso provvidenziale, così come è provvidenziale per chi ha necessità di mantenere i rapporti conn il suo ambiente di lavoro.
Non è pensabilenemmeno pensabile che le corsie degli ospedali prendano l'aspetto di certi vagoni ferroviari occupati da sedicenti manager, o da dimostrati maniaci delle relazioni sociali, nei quali è un continuo risuonare di musichette più o meno volgari. Senza contare che si in una camera si è ricoverati in cinque e tutti telefonano contemporaneamente...
La soluzione proposta è quella di riservare aree come il soggiorno del reparto o i corridoi alle chiamate col portatile. Fidando nella buona educazione di tutti. Un'avvertenza, nel caso anche in Italia si andasse in questa direzione: chiamando un amico o un parente ricoverato per una frattura a una gamba è meglio non esordire dicendo "Dove sei?". Dove volete che sia con una gamba rotta...
Maurizio Imperiali
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