07 settembre 2005
Aggiornamenti e focus
Cuori record
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Il cuore degli atleti professionisti deve essere pronto a grandi sforzi; gli allenamenti servono a questo. Tutto il sistema cardiocircolatorio deve abituarsi a far fronte a ritmi accelerati ma forse non basta. Infatti è stato riscontrato un adattamento vero e proprio del muscolo cardiaco che interessa una piccola percentuale di atleti.Tale modificazione interessa l'atrio sinistro, quello che riceve il sangue ossigenato dai polmoni che scende poi nel ventricolo sinistro, attraverso la valvola atrioventricolare sinistra (bicuspide o mitrale); sarà poi la contrazione del ventricolo sinistro a spingere il sangue nell'aorta per raggiungere i tessuti corporei.
La prima preoccupazione vola alla salute di queste persone: una modificazione del cuore, si pensa, non può non avere conseguenze. Con l'obiettivo di verificare eventuali rischi, è stato allestito uno studio che ha coinvolto circa 1700 atleti professionisti italiani. I partecipanti avevano in media 24 anni, il 71% erano uomini, le discipline rappresentate erano 38, con alle spalle sei anni di allenamento serio e intenso.Nel 20% dei casi è stato riscontrato un allargamento dell'atrio sinistro, che per gli uomini raggiungeva tra i 23 e i 50 mm, per le donne tra i 20 e i 46 mm, in media 37 e 32 mm, rispettivamente. Restava da capire la significatività clinica di questa alterazione, che per quanto minima, l'allargamento dell'atrio sinistro viene riconosciuto quando raggiunge almeno i 40 mm in fase sistolica, comunque era registrabile. Sono stati quindi eseguiti gli elettrocardiogrammi e sono state monitorate per tre anni eventuali tachicardie sopraventricolari. Sono state documentate 14 aritmie di cui cinque avevano avuto fibrillazione atriale e nove tachicardia sopraventricolare, pari a una percentuale dello 0,8%. In pratica, simile al resto della popolazione, tant'è che i ricercatori considerano questa variazione un adattamento fisiologico non associato, almeno in questo studio, ad alcun rischio cardiovascolare. Non c'è quindi da preoccuparsi se il cuore degli atleti sembra alterarsi con l'allenamento, senza questa "anomalia" probabilmente certi record non sarebbero mai entrati nella storia dello sport.
Simona Zazzetta
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Senza pericoli
La prima preoccupazione vola alla salute di queste persone: una modificazione del cuore, si pensa, non può non avere conseguenze. Con l'obiettivo di verificare eventuali rischi, è stato allestito uno studio che ha coinvolto circa 1700 atleti professionisti italiani. I partecipanti avevano in media 24 anni, il 71% erano uomini, le discipline rappresentate erano 38, con alle spalle sei anni di allenamento serio e intenso.Nel 20% dei casi è stato riscontrato un allargamento dell'atrio sinistro, che per gli uomini raggiungeva tra i 23 e i 50 mm, per le donne tra i 20 e i 46 mm, in media 37 e 32 mm, rispettivamente. Restava da capire la significatività clinica di questa alterazione, che per quanto minima, l'allargamento dell'atrio sinistro viene riconosciuto quando raggiunge almeno i 40 mm in fase sistolica, comunque era registrabile. Sono stati quindi eseguiti gli elettrocardiogrammi e sono state monitorate per tre anni eventuali tachicardie sopraventricolari. Sono state documentate 14 aritmie di cui cinque avevano avuto fibrillazione atriale e nove tachicardia sopraventricolare, pari a una percentuale dello 0,8%. In pratica, simile al resto della popolazione, tant'è che i ricercatori considerano questa variazione un adattamento fisiologico non associato, almeno in questo studio, ad alcun rischio cardiovascolare. Non c'è quindi da preoccuparsi se il cuore degli atleti sembra alterarsi con l'allenamento, senza questa "anomalia" probabilmente certi record non sarebbero mai entrati nella storia dello sport.
Simona Zazzetta
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