01 giugno 2010
Aggiornamenti e focus
Tumore colorettale: poco noto, molto temuto
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Tutti d'accordo sull'importanza di adottare strategie preventive nei confronti dei tumori, ma quando si tratta di quello colorettale, con i relativi esami di screening, la situazione cambia. E' questo uno dei dati più significativi emersi da un'indagine promossa dalla Fondazione Cesare Serono, sulle conoscenze degli italiani a proposito di un tumore responsabile, in Italia di 10mila decessi l'anno e 20mila nuovi casi. La ricerca, che ha coinvolto 18mila soggetti di età superiore ai trent'anni, ha evidenziato che tre italiani su quattro non si sottopongano ad alcun controllo che scongiuri la presenza di tumore colorettale per il disagio causato dall'invasività dell'esame di screening o semplicemente per paura di una diagnosi sgradita. A invertire questa tendenza potrebbe però contribuire il medico di famiglia: ben il 79% degli intervistati si è detto disponibile allo screening se fosse il proprio medico a prescriverlo. C'è tuttavia mancanza di conoscenza di fondo che ha fatto dichiarare a una metà abbondante del campione esaminato di non sapere niente del tumore colorettale o di avere conoscenze approssimative (il 95% è convinto che questo cancro sia una prerogativa maschile). Soltanto un italiano su cinque, infine, è consapevole che fumo, sedentarietà e consumo di alcol siano tra i maggiori fattori di rischio per l'insorgenza del tumore. «La vaghezza dei sintomi, spesso molto simili a quelli di altre patologie intestinali, è spesso la causa di una diagnosi tardiva e in molti casi infausta» commenta Paolo Marchetti, direttore del dipartimento di Oncologia medica dell'azienda ospedaliera Sant'Andrea di Roma. «È necessario quindi una maggiore attenzione ai sintomi e l'adesione costante ai programmi di screening per migliorare la prognosi di questo tumore».
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