20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus
Un tunnel sempre più affollato
Tags:
Al giorno d'oggi l'immagine di giovani abbandonati al "potere" di siringhe e pasticche non è più una realtà dei soli vicoli sporchi e bui, ma può raggiungere anche i luoghi più comuni (come scuole, discoteche,...) insinuandosi nella cultura del tempo libero di un numero sempre maggiore di giovani. Secondo recenti indagini Eurispes, infatti, è in continuo aumento il consumo di droghe; stando agli ultimi dati, in Italia i soli consumatori di eroina sono oltre 300 mila. A dare preoccupazioni, però, secondo la relazione del 2000 dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, è anche il consumo di cocaina, che sembra interessare oltre il 4% dei ragazzi tra i 15 e i 16 anni. La maggior parte dei giovani, inoltre, afferma di recuperare la droga senza molte difficoltà a scuola, in discoteca, nei pub e persino nelle parrocchie. In linea generale, il rischio di abuso di hashish e marijuana è presente soprattutto nella fascia d'età tra i 15 e i 17 anni, mentre il rischio legato all'uso di eroina e di altre droghe pesanti riguarda la fascia d'età compresa tra i 18 e i 25 anni. Non è solo l'età, però, a rappresentare un fattore di rischio di tossicodipendenza; al contrario, esiste un complesso profilo sociale e culturale che, nella maggior parte dei casi, tende ad avvicinare maggiormente i giovani alla droga (a loro, poi, il compito di dire no!). In attesa delle più recenti indagini, i dettagli sulla correlazione tra consumo di droghe e sesso, età, stato sociale, ... emergono da una ricerca Eurispes del 1988, diretta e coordinata da Alberto M. Sombrero (Roma, Marzo 1988 - "Profilo sociale e culturale della tossicodipendenza", realizzata in collaborazione con l'Associazione Punto Linea Verde (Telefono amico) di Roma: linea telefonica attiva 24 ore su 24 gestita da un'équipe di ex-tossicodipendenti e psicologi. L'indagine è stata svolta sulla base di 4.720 schede (85% delle quali relative a casi di tossicodipendenza), compilate durante le richieste telefoniche di aiuto pervenute durante gli ultimi 4 anni.
La prima evidente valutazione, oltre all'età, che emerge dall'indagine è la netta maggioranza di tossicodipendenti maschi rispetto alle femmine. In particolare, gli uomini rappresentano il 75,2% dell'intero campione, mentre le donne sono il restante 24,8%. E' lecito affermare, quindi, che gli uomini si drogano più delle donne? Secondo alcuni studiosi non è poi così corretto, poiché in realtà le donne sanno gestire in modo migliore (o meglio, sanno nascondere con più abilità) la loro tossicodipendenza rispetto agli uomini, proprio come avviene con il fenomeno "nascosto" dell'alcolismo delle casalinghe.
Il dato che più colpisce dalla tabella sottostante è che l'87,0% del campione analizzato non è sposato. Da qui si possono ricavare due ulteriori considerazioni: la prima è la conferma che il mondo della tossicodipendenza interessa soprattutto i giovani; la seconda è che la droga non favoriscedi certo la nascita di rapporti di coppia stabili e duraturi. L'esperienza della tossicodipendenza, infatti, è un continuo autodistruggersi, in cui la solitudine mette le sue radici senza lasciare spazio ad altri rapporti, se non con la droga.
Tossici e disoccupati
Com'è facile immaginare, il problema della droga va quasi sempre ad "inquinare" anche il mondo del lavoro. Circa l'84,9% dei tossicodipendenti, infatti, è disoccupato; se è già difficile trovare lavoro da giovani in condizioni normali, figuriamoci con un evidente problema di droga! Un'alta percentuale di disoccupati, inoltre (come si potrebbe pensare), non è conseguente di un'alta incidenza di studenti o lavoratori saltuari; al contrario, le percentuali di scolari e occupati occasionali, infatti, sono pari rispettivamente allo 0,9% e allo 0,3%.
Più lungo il tunnel delle droghe pesanti
Gli anni della durata della tossicodipendenza permettono di capire come, a differenza delle droghe leggere (dove il 43% dei giovani ne abusa solo per 1 anno), l'uso di droghe pesanti difficilmente dura meno di 3-4 anni. Non sempre, però, l'abbandono delle droghe leggere si traduce in un abbandono dalmondo della droga; al contrario, sono molti i ragazzi che, dopo 1 o 2 anni di spinelli, decidono di passare a qualcosa di "più forte", aumentando l'incidenza dei tossicodipendenti.
Consigli utili per genitori e familiari
A complicare il già difficile compito di chi vive accanto a un tossicodipendente sono, spesso, alcuni luoghi comuni sulla tossicomania che, con il passare del tempo e dei "passaparola", si sono ormai radicati nella cultura della popolazione. Per affrontare al meglio la gestione di un amico o un familiare con problemi di droga, quindi, è fondamentale "liberarsi" da numerosi pregiudizi che potrebbero generare solo incomprensioni, se non peggiorare la situazione.
La tossicodipendenza è un vizio.
No, è una vera e propria malattia e, come tale, va trattata in ogni suo aspetto: da quello fisico a quello psicologico. Per far uscire un ragazzo dal tunnel della droga, quindi, non basta parlargli, cercando di convincerlo alla guarigione, ma è indispensabile un mirato approccio terapeutico diretto da persone esperte.
Cacciarlo di casa può fargli solo bene!
Falso. Nonostante ancora oggi alcuni operatori di strutture sanitarie lo consiglino, l'azione di allontanare con la forza un tossicodipendente dalla propria famiglia può portare solo rancore nel ragazzo ed effetti disastrosi sulla sua salute. In questo modo, infatti, il giovane molto spesso è spinto a frequentare delinquenti e disonesti ed è costretto a continue azioni criminali per procurarsi la droga. Tutte azioni, queste, ben lontane dall'affrontare una possibile guarigione.
In crisi di astinenza è bene chiuderlo in camera, senza l'aiuto di alcun farmaco.
Anche questo è un consiglio che si sente dire spesso, ma che può avere conseguenze molto negative. La crisi di astinenza da sostanze tossiche, infatti, provoca nel ragazzo una profonda e ingestibile sofferenza e, per evitarla o porvi fine, il tossicodipendente è disposto a qualsiasi azione. Sono questimomenti, invece, quelli in cui il ragazzo ha maggiormente bisogno di aiuto.
Il metadone è solo una droga che sostituisce un'altra droga.
Nel trattamento dei tossicodipendenti, il metadone non è più una droga, ma un farmaco che sostituisce l'azione delle endorfine. In chi fa uso di droghe pesanti, infatti, si genera nell'organismo uno scompenso endorfinico, in cui il cervello non produce più la quantità necessaria di "calmanti naturali" (endorfine) che ognuno di noi ha bisogno per reagire a tensioni, stress, ... e mantenere il buon umore.
Solo l'entrare in Comunità può risolvere il problema
L'errore che fanno in molti è di dimenticarsi che dietro ad ogni tossicodipendente esiste una persona e, come tale, può reagire e affrontare il problema in modo molto differente rispetto ad altre. Vi sono ragazzi che, dopo anni di comunità, recidivano subito e altri che guariscono dopo un lungo e valido programma di supporto senza il bisogno di recarsi in comunità. In ogni caso, il miglior programma terapeutico è quello a cui il soggetto aderisce spontaneamente, senza forzature o costrizioni.
Annapaola Medina
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
3 su 4 sono maschi
La prima evidente valutazione, oltre all'età, che emerge dall'indagine è la netta maggioranza di tossicodipendenti maschi rispetto alle femmine. In particolare, gli uomini rappresentano il 75,2% dell'intero campione, mentre le donne sono il restante 24,8%. E' lecito affermare, quindi, che gli uomini si drogano più delle donne? Secondo alcuni studiosi non è poi così corretto, poiché in realtà le donne sanno gestire in modo migliore (o meglio, sanno nascondere con più abilità) la loro tossicodipendenza rispetto agli uomini, proprio come avviene con il fenomeno "nascosto" dell'alcolismo delle casalinghe.
L'anello al dito riduce il rischio
Il dato che più colpisce dalla tabella sottostante è che l'87,0% del campione analizzato non è sposato. Da qui si possono ricavare due ulteriori considerazioni: la prima è la conferma che il mondo della tossicodipendenza interessa soprattutto i giovani; la seconda è che la droga non favoriscedi certo la nascita di rapporti di coppia stabili e duraturi. L'esperienza della tossicodipendenza, infatti, è un continuo autodistruggersi, in cui la solitudine mette le sue radici senza lasciare spazio ad altri rapporti, se non con la droga.
Tossici e disoccupati
Com'è facile immaginare, il problema della droga va quasi sempre ad "inquinare" anche il mondo del lavoro. Circa l'84,9% dei tossicodipendenti, infatti, è disoccupato; se è già difficile trovare lavoro da giovani in condizioni normali, figuriamoci con un evidente problema di droga! Un'alta percentuale di disoccupati, inoltre (come si potrebbe pensare), non è conseguente di un'alta incidenza di studenti o lavoratori saltuari; al contrario, le percentuali di scolari e occupati occasionali, infatti, sono pari rispettivamente allo 0,9% e allo 0,3%.
Più lungo il tunnel delle droghe pesanti
Gli anni della durata della tossicodipendenza permettono di capire come, a differenza delle droghe leggere (dove il 43% dei giovani ne abusa solo per 1 anno), l'uso di droghe pesanti difficilmente dura meno di 3-4 anni. Non sempre, però, l'abbandono delle droghe leggere si traduce in un abbandono dalmondo della droga; al contrario, sono molti i ragazzi che, dopo 1 o 2 anni di spinelli, decidono di passare a qualcosa di "più forte", aumentando l'incidenza dei tossicodipendenti.
Consigli utili per genitori e familiari
A complicare il già difficile compito di chi vive accanto a un tossicodipendente sono, spesso, alcuni luoghi comuni sulla tossicomania che, con il passare del tempo e dei "passaparola", si sono ormai radicati nella cultura della popolazione. Per affrontare al meglio la gestione di un amico o un familiare con problemi di droga, quindi, è fondamentale "liberarsi" da numerosi pregiudizi che potrebbero generare solo incomprensioni, se non peggiorare la situazione.
La tossicodipendenza è un vizio.
No, è una vera e propria malattia e, come tale, va trattata in ogni suo aspetto: da quello fisico a quello psicologico. Per far uscire un ragazzo dal tunnel della droga, quindi, non basta parlargli, cercando di convincerlo alla guarigione, ma è indispensabile un mirato approccio terapeutico diretto da persone esperte.
Cacciarlo di casa può fargli solo bene!
Falso. Nonostante ancora oggi alcuni operatori di strutture sanitarie lo consiglino, l'azione di allontanare con la forza un tossicodipendente dalla propria famiglia può portare solo rancore nel ragazzo ed effetti disastrosi sulla sua salute. In questo modo, infatti, il giovane molto spesso è spinto a frequentare delinquenti e disonesti ed è costretto a continue azioni criminali per procurarsi la droga. Tutte azioni, queste, ben lontane dall'affrontare una possibile guarigione.
In crisi di astinenza è bene chiuderlo in camera, senza l'aiuto di alcun farmaco.
Anche questo è un consiglio che si sente dire spesso, ma che può avere conseguenze molto negative. La crisi di astinenza da sostanze tossiche, infatti, provoca nel ragazzo una profonda e ingestibile sofferenza e, per evitarla o porvi fine, il tossicodipendente è disposto a qualsiasi azione. Sono questimomenti, invece, quelli in cui il ragazzo ha maggiormente bisogno di aiuto.
Il metadone è solo una droga che sostituisce un'altra droga.
Nel trattamento dei tossicodipendenti, il metadone non è più una droga, ma un farmaco che sostituisce l'azione delle endorfine. In chi fa uso di droghe pesanti, infatti, si genera nell'organismo uno scompenso endorfinico, in cui il cervello non produce più la quantità necessaria di "calmanti naturali" (endorfine) che ognuno di noi ha bisogno per reagire a tensioni, stress, ... e mantenere il buon umore.
Solo l'entrare in Comunità può risolvere il problema
L'errore che fanno in molti è di dimenticarsi che dietro ad ogni tossicodipendente esiste una persona e, come tale, può reagire e affrontare il problema in modo molto differente rispetto ad altre. Vi sono ragazzi che, dopo anni di comunità, recidivano subito e altri che guariscono dopo un lungo e valido programma di supporto senza il bisogno di recarsi in comunità. In ogni caso, il miglior programma terapeutico è quello a cui il soggetto aderisce spontaneamente, senza forzature o costrizioni.
Annapaola Medina
Salute oggi:
- Notizie e aggiornamenti
- Libri e pubblicazioni
- Dalle aziende
- Appunti di salute
- Nutrire la salute
- Aperi-libri
- Allenati con noi
...e inoltre su Dica33: