05 maggio 2005
Aggiornamenti e focus
Peggio il video della merenda
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I bimbi sono sempre più grassi, eppure certe abitudini sembrano aver invertito la tendenza, l'informazione e l'educazione scolastica sembrano aver dato i loro frutti, in termini di alimentazione. Eppure sono tanti i piccoli obesi, ovviamente nel mondo occidentale, e anche l'Italia comincia a fornire i propri dati.In base a una classificazione di 1800 bambini di nove anni, presi in esame in uno studio coordinato da Claudio Maffeis, della Clinica Pediatrica di Verona, quelli con un eccesso di peso erano l'11,2% di cui 6,6% sovrappeso gli altri obesi. Al sud i dati raddoppiavano, i gli over-size erano il 24,1% di cui l'11,4% obesi.
Gli esperti impegnati nella ricerca, hanno approfondito l'indagine per capire quali potessero essere le cause o quanto meno le associazioni più strette con fattori di rischio noti.In primis è stata presa in considerazione l'alimentazione di questi bambini, in particolare i cosiddetti fuori pasto, sulla scia di precedenti studi americani che avevano dimostrato che non c'era associazione tra questa abitudine e l'obesità. Si sono riconfermati dati sul consumo già individuati negli anni precedenti: i bambini consumano quattro porzioni al giorno di fuori pasto. Tra i più frequenti, nell'ordine, i succhi di frutta, frutta, panino con salame, latte, te, merendine tipo brioche e crackers. I dati però non dimostrano, a conferma dei dati americani, che ci sia una relazione tra le diverse categorie di fuori pasto e obesità, a parte una modesta associazione tra sovrappeso e snack salati. Quanto alle bibite zuccherate si notava che una porzione in più alla settimana faceva aumentare dell'11% il rischio di obesità, che cresceva invece del 15% con una porzione in più di crackers, patatine, pop corn. Tra gli snack meno incriminati, figurano, a sorpresa, le famigerate merendine dolci, sia industriali sia fatte in casa, fenomeno spiegabile, secondo Maffeis con la porzionatura: una fetta di torta è una fetta di torta, una brioche confezionata ha un peso standard. Nel panino con il salame, si possono mettere tutte le fette di salame che si vogliono, e sbizzarrire la fantasia e il contenuto calorico!
Tuttavia, non sembravano essere i fuori pasto la causa del sovrappeso, anche perché si può notare che la frutta è balzata inaspettatamente ai primi posti dei gusti infantili. Fenomeno sicuramente dovuto a programmi di educazione alimentare diffusi nelle scuole e nell'introduzione del frutto come merenda nelle mense scolastiche che adottano il tempo pieno.Il fattore di rischio più importante sembrava invece essere la sedentarietà. Da un rapido calcolo, se un bimbo dorme 8-10 ore, altre otto le passa a scuola ne restano circa sette di cui 2,5 vengono trascorse davanti alla TV. Va da sé che tra lavarsi, mangiare, e altre attività quotidiane poco resta per fare attività all'aperto o comunque attività fisiche. E pur iscrivendolo a società sportive che, per esempio, fanno tre allenamenti settimanali di un'ora, tra ascoltare l'istruttore e aspettare il proprio turno, il bambino arriva a fare circa due ore di attività vera e propria alla settimana.A questo si può aggiungere anche un carattere familiare per l'obesità, che se per un 30% si spiega con fattori genetici ereditari, la restante casistica è attribuibile ad abitudini di vita che includono sia alimentazione sia attività fisica."Il problema" osserva Elisabetta Scala, del Moige, Movimento italiano genitori "è il tempo. Se da un canto è cresciuta la consapevolezza per un'alimentazione corretta, dall'altro i genitori hanno sempre meno tempo da dedicare ai figli e la cosa più semplice è "parcheggiarli" davanti a uno schermo. Un suggerimento che si può dare a questi genitori è quello di invitare i figli a partecipare alle faccende domestiche". In effetti anche quelle richiedono energie, anche quelle permettono di consumare calorie, molte di più che una partita di calcio...con la play station.
Simona Zazzetta
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Merendine assolte
Gli esperti impegnati nella ricerca, hanno approfondito l'indagine per capire quali potessero essere le cause o quanto meno le associazioni più strette con fattori di rischio noti.In primis è stata presa in considerazione l'alimentazione di questi bambini, in particolare i cosiddetti fuori pasto, sulla scia di precedenti studi americani che avevano dimostrato che non c'era associazione tra questa abitudine e l'obesità. Si sono riconfermati dati sul consumo già individuati negli anni precedenti: i bambini consumano quattro porzioni al giorno di fuori pasto. Tra i più frequenti, nell'ordine, i succhi di frutta, frutta, panino con salame, latte, te, merendine tipo brioche e crackers. I dati però non dimostrano, a conferma dei dati americani, che ci sia una relazione tra le diverse categorie di fuori pasto e obesità, a parte una modesta associazione tra sovrappeso e snack salati. Quanto alle bibite zuccherate si notava che una porzione in più alla settimana faceva aumentare dell'11% il rischio di obesità, che cresceva invece del 15% con una porzione in più di crackers, patatine, pop corn. Tra gli snack meno incriminati, figurano, a sorpresa, le famigerate merendine dolci, sia industriali sia fatte in casa, fenomeno spiegabile, secondo Maffeis con la porzionatura: una fetta di torta è una fetta di torta, una brioche confezionata ha un peso standard. Nel panino con il salame, si possono mettere tutte le fette di salame che si vogliono, e sbizzarrire la fantasia e il contenuto calorico!
Seduti e contenti
Tuttavia, non sembravano essere i fuori pasto la causa del sovrappeso, anche perché si può notare che la frutta è balzata inaspettatamente ai primi posti dei gusti infantili. Fenomeno sicuramente dovuto a programmi di educazione alimentare diffusi nelle scuole e nell'introduzione del frutto come merenda nelle mense scolastiche che adottano il tempo pieno.Il fattore di rischio più importante sembrava invece essere la sedentarietà. Da un rapido calcolo, se un bimbo dorme 8-10 ore, altre otto le passa a scuola ne restano circa sette di cui 2,5 vengono trascorse davanti alla TV. Va da sé che tra lavarsi, mangiare, e altre attività quotidiane poco resta per fare attività all'aperto o comunque attività fisiche. E pur iscrivendolo a società sportive che, per esempio, fanno tre allenamenti settimanali di un'ora, tra ascoltare l'istruttore e aspettare il proprio turno, il bambino arriva a fare circa due ore di attività vera e propria alla settimana.A questo si può aggiungere anche un carattere familiare per l'obesità, che se per un 30% si spiega con fattori genetici ereditari, la restante casistica è attribuibile ad abitudini di vita che includono sia alimentazione sia attività fisica."Il problema" osserva Elisabetta Scala, del Moige, Movimento italiano genitori "è il tempo. Se da un canto è cresciuta la consapevolezza per un'alimentazione corretta, dall'altro i genitori hanno sempre meno tempo da dedicare ai figli e la cosa più semplice è "parcheggiarli" davanti a uno schermo. Un suggerimento che si può dare a questi genitori è quello di invitare i figli a partecipare alle faccende domestiche". In effetti anche quelle richiedono energie, anche quelle permettono di consumare calorie, molte di più che una partita di calcio...con la play station.
Simona Zazzetta
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