Diabete risolto col bisturi

28 maggio 2008
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Diabete risolto col bisturi



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I chili di troppo, quando sono davvero troppi, tolgono anni di vita: 9 alle donne, 12 agli uomini. In Europa, l'obesità spiega il 7,7% della mortalità per tutte la cause, e quando è grave (indice di massa corporea superiore a 35 - 40) è associata a un rischio di mortalità a breve termine (5-10 anni) che è almeno doppio rispetto alla popolazione normopeso in entrambi i sessi. Gli esperti della Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità e delle malattie metaboliche (SICOB), riuniti al termine dei lavori del XVI congresso, sostengono che da circa 60 anni l'associazione è nota. Ciò che invece non si era ancora in grado di dire, in termini rigorosamente scientifici, erano i benefici sulla mortalità del trattamento dell'obesità. Oggi i dati esistono, sono riferiti alla popolazione italiana e sono stati presentati da Nicola Scopinaro, presidente onorario SICOB.

Dati italiani e attendibili


Il trattamento preso in considerazione, in quanto radicale ed efficace nel risolvere l'obesità, è la chirurgia, bariatrica e la sua efficacia è stata misurata in studi pubblicati che hanno riportato una notevole, anche se variabile riduzione della mortalità, in un caso dell'89%, in un altro del 77% e infine del 40%. Tuttavia, sostengono gli esperti SICOB, le tecniche chirurgiche usate non erano ottimali, limitate al bypass gastrico, e le popolazioni di controllo presentavano una bassa mortalità. Infatti, se si consideravano i soggetti che, oltre all'obesità, avevano come fattore di rischio anche il diabete di tipo 2, la riduzione della mortalità dopo l'intervento poteva arrivare al 91%. A 10 anni in un gruppo del genere la mortalità passava dal 28% al 9%, un calo del 68%. Ma che la chirurgia salva la vita, è il risultato che emerge da uno studio avviato come studio pilota nel 2007 e che oggi è in grado di stabilire con certezza i vantaggi sulla mortalità. Il campione è stato selezionato sulla base dei dati dell'anagrafe della Liguria: su 3500 soggetti obesi operati e altri 3.500 circa non operati negli ultimi 30 anni, presso il Centro di Chirurgia dell'Obesità dell'Università di Genova, sono stati esaminati 732 casi di residenti nella Regione Liguria. Confrontando coloro che si sono sottoposti a intervento chirurgico, cioè 347 persone (di cui 52 diabetici), con i 385 pazienti (di cui 54 diabetici) che, per loro scelta, non si sono sottoposti a chirurgia, risulta che, dopo l'intervento, la mortalità nei pazienti con obesità e diabete si è ridotta dal 28% al 7,6% (rispettivamente per i soggetti non operati e per quelli operati), per una riduzione totale del 73%. Nei non diabetici, invece, la mortalità è diminuita dallo 0,96% dei non operati allo 0,47% dei soggetti operati.

Normalità ripristinata


Il beneficio offerto ai soggetti diabetici, dipende anche dal tipo di intervento che viene proposto. In uno studio pilota avviato nel maggio 2007 sono stati inclusi 27 soggetti diabetici, da almeno due o tre anni, ma non obesi (IMC tra 25 e 35). La tecnica chirurgica adottata è la diversione bilio-pancreatica, ideata e perfezionata dallo stesso Nicola Scopinaro. Consiste nella rimozione di circa i 2/3 dello stomaco, compreso il piloro e la colecisti e la creazione di un doppio condotto intestinale che ritarda l'incontro fra cibo e succhi digestivi. Vale a dire che si divide, senza asportarne alcuna parte, l'intestino tenue in due tubi, facendo sì che in un condotto passino gli alimenti (tratto alimentare) e nell'altro le secrezioni digestive biliopancreatiche provenienti da fegato e pancreas. In questo modo si riduce la digestione e quindi l'assorbimento degli alimenti, specialmente grassi e farinacei che sono le principali fonti di calorie. Questo si traduce in una forte riduzione o addirittura nella scomparsa dei lipidi che infiltrano la cellula muscolare, circostanza che, in particolare nei soggetti obesi, induce il consumo dei grassi in sostituzione del glucosio trasportato dall'insulina. Con il nuovo assetto la fibra muscolare è obbligata a tornare al glucosio come fonte energetica ripristinando la normale sensibilità all'insulina e, quindi, alla risoluzione del diabete. Per altro, le azioni della diversione bilio-pancreatica sul diabete di tipo 2 sono specifiche, e sono indipendenti dai cambiamenti di peso, ragion per cui saranno efficaci anche nei diabetici che, essendo vicini al peso forma o avendo un peso minore di questo, perderanno poco peso o niente a seguito dell'intervento. Infatti, tutti i 27 pazienti operati avevano un indice di massa corporea medio di 31 e tutti sono stati dimessi senza alcuna prescrizione di trattamento antidiabetico.

Simona Zazzetta



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