10 ottobre 2008
Aggiornamenti e focus
Chimica poco risolutiva
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La letteratura fantasy di alcuni decenni fa prospettava il cibo del futuro in pillole, eppure nel futuro, cioè oggi, le pillole, più che per nutrire, servono per dimagrire. Da quando l'obesità, o il sovrappeso, non sono più considerati un semplice fallimento della forza di volontà del singolo di fronte alla pulsione verso il cibo, ma come una vera e propria malattia, quasi epidemica, è iniziata la ricerca di una cura farmacologica. Per ora piuttosto controversa.
Attualmente, infatti, ci sono solo poche molecole autorizzate al commercio: orlistat, sibutramina, rimonabant. Il primo agisce nell'intestino inibendo le lipasi gastriche e pancreatiche, enzimi fondamentali per l'assimilazione dei grassi. La sibutramina agisce a livello centrale inibendo la ricaptazione di due neurotrasmettitori, serotonina e noradrenalina e, oltre a ridurre l'appetito, riuscirebbe ad aumentare la termogenesi, cioè a far consumare più energia. Infine, il rimonabant esercita un'azione bloccante sui recettori dei cannabinoidi inibendo il segnale della fame. Tuttavia, i benefici, più o meno significativi, offerti da queste terapie devono confrontarsi con gli effetti. Negli Stati Uniti, per esempio, lo stesso rimonabant, nonostante sia stato approvato dall'EMEA, deve ancora superare alcuni ostacoli nell'iter regolatorio della Food and Drug Administration perchè il profilo di sicurezza e gli effetti collaterali di natura psichiatrica non convincono le autorità. Recentemente, per altro, è stata interrotta la sperimentazione di una molecola con lo stesso tipo di meccanismo d'azione. Il taranabant, questo il suo nome, è risultato efficace, nel ridurre il peso corporeo dei pazienti, solo a certe dosi, ma sia l'efficacia sia gli effetti collaterali dipendono dal dosaggio. L'azienda produttrice ha ritenuto necessario sospendere i cinque studi in corso perchè i ricercatori non sono riusciti a individuare un dosaggio che garantisse un buon rapporto fra rischio e beneficio.
Ci sono poi altri farmaci, in fase di sviluppo avanzato, che attendono di essere ammessi sul mercato. Per esempio, è in studio, in fase III, la combinazione di bupropione e naltrexone, usata anche per il trattamento di altre forme di dipendenza, che ha buone probabilità di essere approvata grazie al suo profilo di sicurezza e di efficacia. Altri, come lorcaserin, cetilistat e la combinazione fentermina topiramato sono in fase III, ma hanno già dato o si temono effetti collaterali. Alla difficoltà di individuare molecole efficaci e sicure, si sovrappone anche un'eterogeneità dei pazienti che rispondono in modo diverso alle diverse terapie. Pazienti, per altro, in aumento: secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2015 ci saranno circa 2,3 miliardi di adulti in sovrappeso e 700 milioni di obesi. Un potenziale mercato per le aziende farmaceutiche, molto ampio ma molto vario a cui dare risposte, che per ora non ci sono.
Simona Zazzetta
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Efficaci ma rischiosi
Attualmente, infatti, ci sono solo poche molecole autorizzate al commercio: orlistat, sibutramina, rimonabant. Il primo agisce nell'intestino inibendo le lipasi gastriche e pancreatiche, enzimi fondamentali per l'assimilazione dei grassi. La sibutramina agisce a livello centrale inibendo la ricaptazione di due neurotrasmettitori, serotonina e noradrenalina e, oltre a ridurre l'appetito, riuscirebbe ad aumentare la termogenesi, cioè a far consumare più energia. Infine, il rimonabant esercita un'azione bloccante sui recettori dei cannabinoidi inibendo il segnale della fame. Tuttavia, i benefici, più o meno significativi, offerti da queste terapie devono confrontarsi con gli effetti. Negli Stati Uniti, per esempio, lo stesso rimonabant, nonostante sia stato approvato dall'EMEA, deve ancora superare alcuni ostacoli nell'iter regolatorio della Food and Drug Administration perchè il profilo di sicurezza e gli effetti collaterali di natura psichiatrica non convincono le autorità. Recentemente, per altro, è stata interrotta la sperimentazione di una molecola con lo stesso tipo di meccanismo d'azione. Il taranabant, questo il suo nome, è risultato efficace, nel ridurre il peso corporeo dei pazienti, solo a certe dosi, ma sia l'efficacia sia gli effetti collaterali dipendono dal dosaggio. L'azienda produttrice ha ritenuto necessario sospendere i cinque studi in corso perchè i ricercatori non sono riusciti a individuare un dosaggio che garantisse un buon rapporto fra rischio e beneficio.
Tutto ancora da dimostrare
Ci sono poi altri farmaci, in fase di sviluppo avanzato, che attendono di essere ammessi sul mercato. Per esempio, è in studio, in fase III, la combinazione di bupropione e naltrexone, usata anche per il trattamento di altre forme di dipendenza, che ha buone probabilità di essere approvata grazie al suo profilo di sicurezza e di efficacia. Altri, come lorcaserin, cetilistat e la combinazione fentermina topiramato sono in fase III, ma hanno già dato o si temono effetti collaterali. Alla difficoltà di individuare molecole efficaci e sicure, si sovrappone anche un'eterogeneità dei pazienti che rispondono in modo diverso alle diverse terapie. Pazienti, per altro, in aumento: secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2015 ci saranno circa 2,3 miliardi di adulti in sovrappeso e 700 milioni di obesi. Un potenziale mercato per le aziende farmaceutiche, molto ampio ma molto vario a cui dare risposte, che per ora non ci sono.
Simona Zazzetta
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