31 ottobre 2008
Aggiornamenti e focus
Due piccioni con un vaccino
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Persone anziane, bambini e adulti affetti da patologie respiratorie sono le categorie riconosciute a rischio di complicanze in caso di infezione con i virus dell'influenza e per questo motivo vaccinate. Eppure, la lista potrebbe non chiudersi così, poiché la stessa infezione è associata a seri disturbi e ricovero ospedaliero se colpisce donne in gravidanza, bambini molto piccoli o neonati. In particolare, l'influenza durante la gestazione può provocare malformazioni fetali, nei bambini ospedalizzati espone ad altre infezioni come la polmonite batterica e l'otite media e per i neonati (6 mesi) è causa di un tasso di ricovero più alto di quello di qualsiasi altro gruppo a rischio.
Raccomandazioni non applicate
La vaccinazione delle donne in gravidanza, con vaccino trivalente inattivato, è raccomandato negli Stati Uniti da più di 10 anni, e dal 2005 anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, ma senza importanti ricadute sulla popolazione, nonostante i farmaci antivirali siano sconsigliati nei primi mesi di gestazione. In effetti, secondo gli esperti, mentre la sicurezza del vaccino è stata dimostrata, la sua efficacia clinica non ha una documentazione scientificamente provata. Anche per i bambini è stata diffusa la stessa raccomandazione, dal 2003, ma solo per la fascia tra i sei e i 23 mesi, sebbene l'immunogenicità del vaccino possa essere più bassa nei bambini sotto i due anni. In termini regolatori, tuttavia, il vaccino antinfluenzale non ha avuto indicazioni per bambini sotto i sei mesi, ma d'altronde nemmeno farmaci antivirali sono stati approvati per il trattamento dell'influenza sotto l'anno di vita. La dimostrazione di efficacia clinica dell'immunizzazione contro i virus influenzali raggiunta dal progetto Mother's Gift, potrebbe risolvere queste difficoltà. Il vaccino è stato testato in un'area geografica particolare, il Bangladesh, dove, peraltro, non c'è una stagionalità dell'infezione in quanto i virus influenzali sono perenni.
Doppia protezione
Sono state selezionate 340 donne al terzo mese di gravidanza per essere immunizzate con il vaccino antinfluenzale oppure con vaccino antipneumococcico, e poi seguite fino ai sei mesi di vita del figlio, monitorando le condizioni delle coppie madre-figlio, ottenendo risultati di efficacia positivi. L'immunizzazione materna ha ridotto del 63% il tasso di influenza accertata da esami di laboratorio, nei neonati le cui mamme erano state vaccinate contro il virus influenzale. Ma l'effetto protettivo è stato osservato anche in altri aspetti clinici infantili, con una riduzione del 29% dei disturbi respiratori con febbre e del 42% delle visite mediche per influenza. Nelle madri stesse la vaccinazione antinfluenzale ha prodotto una riduzione del 36% delle malattie respiratorie con febbre oltre i 38°C. Gli autori dello studio si dicono soddisfatti di quanto osservato e dell'effetto protettivo doppio, nella madre e nel figlio, di una sola vaccinazione e stimano che ogni 100 immunizzazioni in gravidanza si prevengono patologie respiratorie con sindromi febbrili in 14 bambini e in sette mamme. A conti fatti, dunque, la vaccinazione pre-natale è una strategia da valutare nella prevenzione dell'influenza.
Simona Zazzetta
Fonti:
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Raccomandazioni non applicate
La vaccinazione delle donne in gravidanza, con vaccino trivalente inattivato, è raccomandato negli Stati Uniti da più di 10 anni, e dal 2005 anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, ma senza importanti ricadute sulla popolazione, nonostante i farmaci antivirali siano sconsigliati nei primi mesi di gestazione. In effetti, secondo gli esperti, mentre la sicurezza del vaccino è stata dimostrata, la sua efficacia clinica non ha una documentazione scientificamente provata. Anche per i bambini è stata diffusa la stessa raccomandazione, dal 2003, ma solo per la fascia tra i sei e i 23 mesi, sebbene l'immunogenicità del vaccino possa essere più bassa nei bambini sotto i due anni. In termini regolatori, tuttavia, il vaccino antinfluenzale non ha avuto indicazioni per bambini sotto i sei mesi, ma d'altronde nemmeno farmaci antivirali sono stati approvati per il trattamento dell'influenza sotto l'anno di vita. La dimostrazione di efficacia clinica dell'immunizzazione contro i virus influenzali raggiunta dal progetto Mother's Gift, potrebbe risolvere queste difficoltà. Il vaccino è stato testato in un'area geografica particolare, il Bangladesh, dove, peraltro, non c'è una stagionalità dell'infezione in quanto i virus influenzali sono perenni.
Doppia protezione
Sono state selezionate 340 donne al terzo mese di gravidanza per essere immunizzate con il vaccino antinfluenzale oppure con vaccino antipneumococcico, e poi seguite fino ai sei mesi di vita del figlio, monitorando le condizioni delle coppie madre-figlio, ottenendo risultati di efficacia positivi. L'immunizzazione materna ha ridotto del 63% il tasso di influenza accertata da esami di laboratorio, nei neonati le cui mamme erano state vaccinate contro il virus influenzale. Ma l'effetto protettivo è stato osservato anche in altri aspetti clinici infantili, con una riduzione del 29% dei disturbi respiratori con febbre e del 42% delle visite mediche per influenza. Nelle madri stesse la vaccinazione antinfluenzale ha prodotto una riduzione del 36% delle malattie respiratorie con febbre oltre i 38°C. Gli autori dello studio si dicono soddisfatti di quanto osservato e dell'effetto protettivo doppio, nella madre e nel figlio, di una sola vaccinazione e stimano che ogni 100 immunizzazioni in gravidanza si prevengono patologie respiratorie con sindromi febbrili in 14 bambini e in sette mamme. A conti fatti, dunque, la vaccinazione pre-natale è una strategia da valutare nella prevenzione dell'influenza.
Simona Zazzetta
Fonti:
- Zaman K et al. Effectiveness of maternal influenza immunization in mothers and infants. N Engl J Med. 2008 Oct 9;359(15):1555-64
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