Bimbi da proteggere

27 settembre 2006
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Bimbi da proteggere



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Pur rimanendo spesso un'innocua presenza nelle prime vie respiratorie dei bambini, lo Streptococcus pneumoniae, o pneumococco, è particolarmente temibile nell'eventualità che causi loro una meningite, che può avere gravi sequele ed essere anche mortale: i primi anni di vita, in particolare i primi due, sono infatti quelli più esposti alla malattia (oltre all'età avanzata), inoltre questo patogeno è il principale responsabile della sua forma batterica, provocando un terzo dei mille casi circa tra batterici e non che si registrano ogni anno in Italia. L'infiammazione delle membrane di rivestimento del cervello è una delle forme dette invasive causate dallo S.pneumoniae, che ne comprendono altre come polmoniti e sepsi. In Italia le meningiti pneumococciche sono triplicate dal 1994 al 1999; in Europa il germe colpisce da 9 a 24 bambini su 100 mila, 3-4 dei quali vanno incontro a meningite acuta: le possibili conseguenze sono sordità, crisi convulsive, ritardo mentale o motorio, paralisi, nonché morte. Il primo e il secondo anno sono più vulnerabili per una certa immaturità delle difese immunitarie, il rischio inoltre risulta più alto per i bambini che frequentano collettività come nidi e asili nido, che hanno avuto recenti episodi di otite, che presentano malattie croniche o che sono nati prematuri.

Mamme non abbastanza informate


Le conoscenze sui pericoli da pneumococco però potrebbero essere ancora insufficienti. Lo suggerisce tra l'altro un'indagine condotta da Datanalysis tra le mamme, che non sempre sanno anche della possibilità di proteggere i più piccoli con una vaccinazione efficace e sicura, inserita nel nuovo Piano Nazionale Vaccini (PNV) tra quelle di recente disponibilità raccomandate (con l'antimeningococco e l'antivaricella), anche se offerta con ampia variabilità dalle Regioni. Proprio per una maggiore sensibilizzazione sul problema e sui vantaggi di questa profilassi, che come le altre è utile per il singolo ma anche per la comunità, la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) ha avviato una campagna nazionale di prevenzione vaccinale attraverso spot su TV e radio private da settembre al prossimo marzo. Nella ricerca su un campione rappresentativo delle mamme italiane solo metà sapeva che cos'è lo pneumococco e il 70% di esse che è una causa di meningite; sapendo di rischi dell'infezione, tre quarti si sono dette d'accordo nel vaccinare i figli, mentre chi non lo era temeva soprattutto conseguenze negative; non più di una su due ha detto d'essere stata informata dal pediatra sulla vaccinazione, e l'85% voleva saperne di più, con una netta preferenza per questo come soggetto informatore.

Un vaccino dall'efficacia elevata


Il vaccino coniugato eptavalente, utilizzabile anche sotto i due anni età, contiene i sette sierotipi più importanti per la fascia pediatrica, più una proteina che agisce da vettore, aumentandone la potenza. "Ha un'efficacia elevata, ottiene infatti il 90% di protezione anticorpale, che si traduce in una riduzione attesa dell'infezione sul campo dell'80%, ed è molto ben tollerato, con possibilità solo di un po' di febbre. Inoltre induce una protezione duratura nel tempo" precisa Giuseppe Mele, segretario nazionale FIMP. Per il vaccino sono previste tre dosi, a 3-5 e 12 mesi, quando si effettua nel primo anno di vita, mentre ne bastano due se si somministra nel secondo anno e una dopo quest'età. "Un aspetto da non dimenticare è che l'immunoprofilassi è anche uno strumento per ridurre lo sviluppo di germi resistenti agli antibiotici, che possono essere così impiegati in modo più efficace". Un'altra osservazione importante, ricordata dal presidente FIMP Pier Luigi Tucci, è "il cosiddetto effetto gregge, per cui si è visto che vaccinando i bambini si proteggono dallo Pneumococco anche soggetti a rischio come i nonni, con i quali spesso sono a contatto".

Disparità dell'offerta regionale

Il PNV prevede l'offerta attiva (cioè con la ricerca dei candidati) della vaccinazione antipneumococcica a tutti i bambini ad alto rischio, in quanto affetti da malattie croniche come talassemia, asplenia (assenza della milza), diabete, immunodeficienze, epato e cardiopatie, pneumo e nefropatie, o con altre condizioni predisponenti forme invasive da pneumococco, offerta con modalità diverse nel rispetto delle autonomie regionali. Ed è tema caldo, al centro di crescenti polemiche, delle quali si fa portavoce il referente nazionale vaccini FIMP Giampiero Chiamenti che stigmatizza come inaccettabili le disparità che si sono create: si va infatti da Regioni più sensibili o lungimiranti (non necessariamente più ricche) che offrono la vaccinazione gratuitamente a tutti i nuovi nati, anche al di fuori delle categorie a rischio, ad altre che richiedono il co-pagamento tranne che per casi a rischio e famiglie disagiate, ad altre ancora senza disposizioni in materia. In effetti, un esempio illuminante di storture che possono derivare da un'applicazione irrazionale del federalismo sanitario.

Elettra Vecchia



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