16 giugno 2010
Interviste
Battere il glaucoma sul tempo
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Spesso la cecità sopraggiunge in modo improvviso e quando, alla comparsa dei sintomi, la si affronta, il danno del nervo ottico è già irreversibile, come spiega Guido Caramello, chirurgo oftalmologo dell'Ospedale di Cuneo.
Che cos'è il glaucoma?
Una grave malattia dell'occhio dovuta al decadimento funzionale del nervo a causa di un aumento della pressione oculare. Purtroppo non dà sintomi - neppure il mal di testa - perché l'occhio si adatta all'ipertono - appunto all'aumento della pressione - che, però, "scava" provocando un danno ischemico della testa del nervo ottico. Quando il paziente si accorge di avere un calo della vista, il danno è già molto avanzato, il campo visivo è già compromesso, le fibre ottiche hanno già perso una parte, del 30% circa, della propria funzionalità.
A che valore corrisponde l'ipertensione oculare?
La pressione endo oculare ha un valore soggettivo. E' difficile anche definire un range ottimale. Solo un'attenta visita specialistica può stabilire qual è, per ciascun individuo, il giusto valore pressorio.
Perché il glaucoma può portare alla cecità?
L'ipertensione endo oculare determina una progressiva e irreversibile diminuzione del campo visivo, dovuta alla morte delle cellule ganglionari retiniche, ovvero di quelle cellule che danno origine al nervo ottico. Questo provoca, a cascata, l'atrofia delle cellule bipolari e, infine, di quelle retiniche, coni e bastoncelli.
Si può prevenire?
In presenza di glaucoma, il decadimento funzionale del nervo ottico, e di conseguenza della visione e del campo visivo, progredisce fino a dieci volte più velocemente rispetto all'invecchiamento fisiologico. Poiché questo fenomeno è asintomatico, per prevenirlo è necessario che tutti si sottopongano periodicamente a visite oculistiche. Questo vale soprattutto per chi ha un familiare affetto dalla malattia. Vi è infatti una forte predisposizione genetica.
Come si cura?
Si utilizzano uno o più colliri anche in associazione. Sfortunatamente queste sostanze sono piuttosto tossiche: spesso provocano infiammazioni e irritano la congiuntiva. I pazienti le tollerano male e sovente non seguono scrupolosamente le prescrizioni mediche. Non mettendo le gocce, tuttavia, è possibile incorrere in picchi pressori molto pericolosi.
Quando è necessario intervenire chirurgicamente?
La chirurgia viene, generalmente lasciata come extrema ratio. A mio parere, invece, il chirurgo dovrebbe intervenire già quando due farmaci in associazione non fermano il glaucoma. Il paziente, generalmente, arriva a farsi operare troppo tardi, dopo anni di terapia con tre o quattro colliri diversi. A questo punto, però, spesso il chirurgo può fare ben poco.
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Che cos'è il glaucoma?
Una grave malattia dell'occhio dovuta al decadimento funzionale del nervo a causa di un aumento della pressione oculare. Purtroppo non dà sintomi - neppure il mal di testa - perché l'occhio si adatta all'ipertono - appunto all'aumento della pressione - che, però, "scava" provocando un danno ischemico della testa del nervo ottico. Quando il paziente si accorge di avere un calo della vista, il danno è già molto avanzato, il campo visivo è già compromesso, le fibre ottiche hanno già perso una parte, del 30% circa, della propria funzionalità.
A che valore corrisponde l'ipertensione oculare?
La pressione endo oculare ha un valore soggettivo. E' difficile anche definire un range ottimale. Solo un'attenta visita specialistica può stabilire qual è, per ciascun individuo, il giusto valore pressorio.
Perché il glaucoma può portare alla cecità?
L'ipertensione endo oculare determina una progressiva e irreversibile diminuzione del campo visivo, dovuta alla morte delle cellule ganglionari retiniche, ovvero di quelle cellule che danno origine al nervo ottico. Questo provoca, a cascata, l'atrofia delle cellule bipolari e, infine, di quelle retiniche, coni e bastoncelli.
Si può prevenire?
In presenza di glaucoma, il decadimento funzionale del nervo ottico, e di conseguenza della visione e del campo visivo, progredisce fino a dieci volte più velocemente rispetto all'invecchiamento fisiologico. Poiché questo fenomeno è asintomatico, per prevenirlo è necessario che tutti si sottopongano periodicamente a visite oculistiche. Questo vale soprattutto per chi ha un familiare affetto dalla malattia. Vi è infatti una forte predisposizione genetica.
Come si cura?
Si utilizzano uno o più colliri anche in associazione. Sfortunatamente queste sostanze sono piuttosto tossiche: spesso provocano infiammazioni e irritano la congiuntiva. I pazienti le tollerano male e sovente non seguono scrupolosamente le prescrizioni mediche. Non mettendo le gocce, tuttavia, è possibile incorrere in picchi pressori molto pericolosi.
Quando è necessario intervenire chirurgicamente?
La chirurgia viene, generalmente lasciata come extrema ratio. A mio parere, invece, il chirurgo dovrebbe intervenire già quando due farmaci in associazione non fermano il glaucoma. Il paziente, generalmente, arriva a farsi operare troppo tardi, dopo anni di terapia con tre o quattro colliri diversi. A questo punto, però, spesso il chirurgo può fare ben poco.
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