17 giugno 2010
Aggiornamenti e focus
Ossigeno dopo infarto non sempre fa bene
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La consuetudine di fare inalare ossigeno ai soggetti che hanno appena avuto un infarto, motivata dal mancato afflusso del gas vitale al tessuto cardiaco, non solo non si basa su evidenze scientifiche inoppugnabili, ma in alcuni casi può essere persino deleteria. È questa la conclusione di una revisione Cochrane su questo tipo di intervento così frequente negli attimi successivi al "blocco" del cuore. La valutazione di tre studi clinici che hanno coinvolto 387 pazienti dimostra, infatti, che si tratta di una scelta che va probabilmente rivista. Sul totale dei soggetti considerati nelle 24 ore successive all'infarto, 14 pazienti sono deceduti, e tra questi quelli a cui era stato dato ossigeno erano il triplo rispetto ai non trattati. «È una casistica molto limitata», afferma Amanda Burls, del dipartimento di Medicina generale dell'università inglese di Oxford, «e non è quindi il caso di trarre conclusioni affrettate, ma è evidente che va preso in considerazione il possibile effetto dannoso dell'ossigeno nei pazienti colpiti da infarto». Sulla stessa linea d'onda il commento di Tom Quinn, anch'egli dell'università di Oxford: «È urgente una sperimentazione su un numero maggiore di pazienti per fugare ogni dubbio sul ruolo dell'ossigeno nel pronto intervento del soggetto con infarto». Anche perché, come evidenzia l'Organizzazione mondiale della Sanità, ogni anno l'infarto colpisce trenta milioni di persone al mondo.
Cochrane Database of Systematic Reviews, 2010, Issue 6 Art.CD007160
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