03 novembre 2010
Aggiornamenti e focus
Placebo, solo se non ci sono altri farmaci
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L'uso del placebo in studi sperimentali su nuovi farmaci non è etico se esistono già farmaci per quella determinata patologia su cui si indaga: la somministrazione del placebo priverebbe i pazienti del trattamento più adatto. Lo afferma il documento "L'uso improprio del placebo" approvato dal Comitato nazionale di bioetica (Cnb). «Si tratta di un parere importante perché serve a richiamare l'attenzione sul fatto che di sovente si fa un uso improprio ed eccessivo del placebo» ha sottolineato il vicepresidente Cnb Lorenzo D'Avack. Il parere, precisa una nota del Cnb, «mette in evidenza, mediante l'esame di alcuni risultati sperimentali, che l'uso del placebo non è necessario se lo sperimentatore impiega un disegno di superiorità nei confronti di un farmaco già autorizzato, nel caso in cui esista, e si prendono precauzioni riguardanti la numerosità dei pazienti, la durata della sperimentazione e soprattutto l'adozione di parametri terapeutici per la valutazione degli effetti». Inoltre il Comitato evidenzia il ruolo dei comitati etici nel garantire che «interessi commerciali non prevalgano sul diritto dei pazienti di non essere trattati con placebo quando sia già disponibile un trattamento efficace per una data indicazione terapeutica». Si tratta, ha commentato D'Avack, «di un parere importante perché serve a richiamare l'attenzione sul fatto che di sovente si fa un uso eccessivo del placebo e lo si usa anche quando in realtà ci potrebbero essere altri farmaci in grado di far fronte alle necessità del paziente. Il rischio è che si finisca per privilegiare l'interesse della sperimentazione all'interesse del paziente» ha concluso.
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