22 novembre 2024
Anafranil
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Cos'è Anafranil (clomipramina cloridrato)
Anafranil è un farmaco a base di clomipramina cloridrato, appartenente al gruppo terapeutico Antidepressivi triciclici. E' commercializzato in Italia da Alfasigma S.p.A.
Confezioni e formulazioni di Anafranil disponibili in commercio
Selezionare una delle seguenti confezioni di Anafranil disponibili in commercio per accedere alla scheda completa, visualizzare il prezzo e scaricare il foglietto illustrativo (bugiardino):
- anafranil 10 mg 50 compresse rivestite
- anafranil 25 mg 20 compresse rivestite
- anafranil 25 mg/2 ml soluzione iniettabile 5 fiale
- anafranil 75 mg 20 compresse a rilascio prolungato
A cosa serve Anafranil e perchè si usa
Stati depressivi di varia eziologia e sintomatologia: endogeni, reattivi, neurotici, organici, mascherati, e forme involutive di depressione; depressione associata a schizofrenia e disturbi della personalità; sindromi depressive da presenilità o senilità, da stati dolorosi cronici e da disturbi somatici cronici.
Altre indicazioni: sindromi ossessivo-compulsive, fobie, attacchi di panico e stati dolorosi cronici.
Indicazioni: come usare Anafranil, posologia, dosi e modo d'uso
Prima di iniziare la terapia con Anafranil, si deve adeguatamente trattare l'eventuale ipokaliemia presente (vedere par. 4.4).
Prima di iniziare il trattamento è, inoltre, opportuno controllare la pressione arteriosa del paziente, poichè i soggetti ipotesi con ipotensione posturale o con problemi circolatori possono reagire al farmaco con una caduta della pressione arteriosa.
La posologia e le modalità di somministrazione devono essere determinate individualmente ed adattate alle condizioni del paziente. Di regola, si deve cercare di ottenere l'effetto ottimale con le dosi minime efficaci ed incrementarle gradualmente con cautela, specialmente nei pazienti anziani poichè questa categoria di pazienti, generalmente, mostra una risposta più marcata ad Anafranil.
Si raccomanda il rispetto dei dosaggi indicati e cautela nell'incremento delle dosi quando vengono somministrati contemporaneamente a farmaci che prolungano l'intervallo QT o ad altri farmaci serotoninergici, al fine di evitare eventuali episodi di QT lungo o di tossicità serotoninergica (vedere paragrafo 4.4 e 4.5).
Le compresse rivestite devono essere deglutite intere.
Le compresse a rilascio prolungato da 75 mg sono divisibili in due metà esattamente uguali e consentono di adattare il dosaggio alle esigenze del singolo paziente.
Depressioni, sindromi ossessivo-compulsive, fobie
a) Orale: iniziare il trattamento con 1 compressa rivestita da 25 mg 2-3 volte al giorno o 1 compressa a rilascio prolungato da 75 mg una volta al giorno (preferibilmente la sera). Durante la prima settimana di trattamento, aumentare il dosaggio giornaliero gradualmente, in base alla tollerabilità del trattamento, es. 25 mg ad intervalli di pochi giorni sino a 4-6 compresse rivestite da 25 mg o a 2 compresse a rilascio prolungato da 75 mg.
In casi gravi, il dosaggio può essere incrementato sino ad un massimo di 250 mg al giorno. Una volta raggiunto un netto miglioramento, aggiustare il dosaggio giornaliero ad un livello di mantenimento di 2-4 compresse rivestite da 25 mg o 1 compressa a rilascio prolungato da 75 mg.
b) Intramuscolare: iniziare con 1-2 fiale da 25 mg; aumentare poi il dosaggio di 1 fiala al giorno finchè il paziente riceva 4-6 fiale al giorno. Dopo che si è stabilito un miglioramento, ridurre gradualmente il numero di iniezioni sottoponendo contemporaneamente il paziente al trattamento orale con le dosi di mantenimento.
c) Infusione endovenosa: inizialmente 2-3 fiale (50-75 mg), diluite e miscelate con 250-500 ml di soluzione isotonica salina o glucosata e perfuse una volta al giorno in un periodo di 1,5-3 ore. Durante l'infusione è necessario monitorare attentamente l'insorgenza di reazioni indesiderate; in particolare va controllata la pressione arteriosa in quanto può manifestarsi ipotensione posturale.
Una volta che si è ottenuto un netto miglioramento, l'infusione deve essere somministrata per altri 3-5 giorni. Per mantenere la risposta, si deve continuare la terapia per via orale; 2 compresse rivestite da 25 mg sono generalmente equivalenti a 1 fiala da 25 mg.
Un cambiamento graduale dalla terapia infusionale alla terapia di mantenimento orale può essere anche effettuato ricorrendo a una fase intermedia di iniezioni intramuscolari.
Pazienti anziani
Nel trattamento di pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico che dovrà valutare un'eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati.
Si consiglia quindi di iniziare il trattamento con 1 compressa rivestita da 10 mg al giorno e di elevare gradualmente il dosaggio ad un livello ottimale di 30-50 mg al giorno, da raggiungersi dopo circa 10 giorni e da seguire fino al termine del trattamento.
Stati dolorosi cronici
Il dosaggio deve essere individualizzato (10-150 mg al giorno), tenendo presente eventuali concomitanti trattamenti con farmaci analgesici (e la possibilità di ridurre le dosi di analgesico).
Attacchi di panico
Inizialmente 1 compressa rivestita da 10 mg, possibilmente in associazione con una benzodiazepina. Sulla base della tollerabilità del farmaco, aumentare il dosaggio fino all'ottenimento della risposta desiderata, e contemporaneamente sospendere gradualmente la benzodiazepina.
Il dosaggio giornaliero richiesto varia molto da paziente a paziente, con valori compresi tra 25 e 100 mg. Se necessario, esso può essere elevato a 150 mg.
Si raccomanda di non interrompere il trattamento prima di 6 mesi e durante questo periodo la dose di mantenimento va lentamente ridotta.
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Anafranil
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Ipersensibilità crociata ad altri antidepressivi triciclici appartenenti al gruppo delle dibenzazepine.
Trattamento contemporaneo o nelle due settimane precedenti o successive con un farmaco inibitore delle monoaminossidasi (IMAO) (vedere paragrafo 4.5).
Trattamento concomitante con inibitori selettivi e reversibili delle MAO-A, quali moclobemide.
Glaucoma.
Ipertrofia prostatica, stenosi pilorica e altre affezioni stenosanti dell'apparato gastro-enterico e genito-urinario.
Malattie epatiche.
Insufficienza cardiaca. Disturbi del ritmo e della conduzione miocardica. Periodo di recupero post-infartuale.
Mania.
Sindrome congenita del QT lungo.
Gravidanza accertata o presunta.
Allattamento.
Soggetti di età inferiore a 18 anni.
Anafranil può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
Da non usare in gravidanza accertata o presunta.
Allattamento
Poichè la clomipramina e il suo metabolita desmetilclomipramina passano nel latte materno, nelle donne che allattano il trattamento con Anafranil deve essere gradualmente sospeso, oppure si deve consigliare alle pazienti di interrompere l'allattamento al seno.
Quali sono gli effetti indesiderati di Anafranil
Gli effetti indesiderati sono in genere di natura lieve e transitoria, e generalmente scompaiono proseguendo la terapia o eventualmente riducendo il dosaggio. Non sempre sono correlati alla dose o ai livelli plasmatici. Spesso è difficile distinguere gli effetti indesiderati dai sintomi della depressione quali stanchezza, disturbi del sonno, agitazione, ansia, stipsi e secchezza delle fauci.
La comparsa di gravi effetti indesiderati neurologici o psichiatrici richiede l'interruzione del trattamento.
I pazienti anziani sono particolarmente sensibili agli effetti anticolinergici, neurologici, psichiatrici o cardiovascolari. La capacità di metabolizzare ed eliminare il farmaco può infatti essere ridotta in questi pazienti, col rischio quindi di raggiungere elevate concentrazioni plasmatiche a dosi terapeutiche.
Gli effetti indesiderati sono elencati secondo la frequenza di comparsa, utilizzando la seguente convenzione:
molto comune: ≥1/10
comune: ≥1/100 e <1/10
non comune: ≥1/10000 e <1/100
raro: ≥1/1000 e <1/1000
molto raro: <1/10000 (compresi casi isolati)
Nell'ambito del gruppo di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine decrescente di gravità.
Patologie del Sistema Nervoso
Effetti psichici
Molto comune: sonnolenza, affaticamento, sensazione di non poter riposare, aumento dell'appetito.
Comune: confusione mentale, disorientamento, allucinazioni (soprattutto nei pazienti anziani o con morbo di Parkinson), stati ansiosi, agitazione, disturbi del sonno, mania, ipomania, aggressività, vuoti di memoria, depersonalizzazione, insonnia, incubi, peggioramento della depressione, difficoltà a concentrarsi, sbadigli.
Non comune: attivazione di sintomi psicotici.
Effetti neurologici
Molto comune: capogiri, tremori, cefalee, mioclono.
Comune: delirio, disturbi della parola, parestesie, debolezza muscolare, ipertonia muscolare.
Non comune: convulsioni, atassia.
Molto raro: modifiche dell'EEG, iperpiressia.
Effetti anticolinergici
Molto comune: secchezza delle fauci, sudorazione, stipsi, disturbi di accomodazione visiva e visione offuscata, disturbi della minzione.
Comune: vampate di calore, midriasi.
Molto raro: glaucoma, ritenzione urinaria.
Frequentemente è stata segnalata alterazione del gusto.
Patologie cardiache
Comune: ipotensione posturale, tachicardia sinusale, modifiche clinicamente irrilevanti dell'ECG (es. modifiche del ST e del T) in pazienti con normale quadro cardiologico, palpitazioni.
Non comune: aritmie, aumento della pressione sanguigna.
Molto raro: disturbi della conduzione (es. allargamento del complesso QRS, prolungamento dell'intervallo QTc, alterazioni del tratto PQ, blocco di branca, aritmie tipo “torsione di punta“ in particolare in pazienti con ipokaliemia).
Patologie gastrointestinali
Molto comune: nausea.
Comune: vomito, disturbi addominali, diarrea, anoressia.
Patologie epatobiliari
Comune: innalzamento dei valori delle transaminasi.
Molto raro: epatiti con o senza ittero.
Disturbi del Sistema Immunitario
Molto raro: alveoliti allergiche (polmoniti) con o senza eosinofilia, reazioni sistemiche anafilattiche/anafilattoidi inclusa ipotensione.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comune: reazioni allergiche della pelle (rash cutanei, orticaria) fotosensibilità, prurito.
Molto raro: edema (locale o generalizzato), reazioni locali dopo iniezione intravenosa (tromboflebite, linfangite, sensazione di bruciore, reazioni allergiche della pelle), perdita dei capelli.
Patologie endocrine
Molto comune: aumento del peso corporeo, disturbi della libido e della potenza.
Comune: galattorrea, aumento del seno.
Molto raro: sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH).
Patologie del sistema emolinfopoietico
Molto raro: leucopenia, agranulocitosi, trombocitopenia, eosinofilia e porpora.
Patologie dell'orecchio
Frequente: tinnito.
Effetti di Classe
Studi epidemiologici condotti principalmente in pazienti con età da 50 anni ed oltre, indicano un incremento del rischio di fratture delle ossa in pazienti che assumono SSRIs e TCAs.
Il meccanismo alla base di questo rischio non è conosciuto.
Sintomi da interruzione
A causa della improvvisa interruzione del trattamento o riduzione della dose, si possono verificare frequentemente nausea, vomito, dolori addominali, diarrea, insonnia, cefalea, nervosismo, ansia (vedere par. 4.4).
Patologie correlate:
- Anoressia
L'anoressia consiste in una alterata percezione dell'immagine corporea, con un'estrema paura di diventare obesi e rifiuto del cibo. - Bulimia
Disturbo del comportamento alimentare che consiste in eccessi di fame smodata e incontrollabile, spesso seguiti da sensi di colpa e vomito autoindotto o abuso di lassativo e diuretici. - Depressione
Stato d'animo, temporaneo o persistente, caratterizzato da profonda tristezza, pessimismo, perdita di interessi e svalutazione delle proprie capacità. - Fibromialgia
Patologia caratterizzata da dolore sordo e rigidità di muscoli, tendini e legamenti. Può interessare tutto il corpo (fibromialgia generalizzata) o solo una o più zone particolari, come mandibola, collo o muscoli della spalla (fibromialgia localizzata). - Insonnia
Disturbo del sonno caratterizzato dalla difficoltà di addormentarsi o di rimanere addormentati durante la notte. Viene definita cronica quando è prolungata nel tempo (almeno un mese). - Menopausa
Il termine sta a indicare l'ultima mestruazione che coincide con la perdita delle funzioni ovariche e riproduttive e con un deficit quantitativo degli ormoni sessuali, estrogeni e progesterone - Nevralgia del trigemino
Patologia dolorosa dovuta all'infiammazione del trigemino (nervo), il quinto dei nervi cranici che conduce le informazioni sensitive provenienti dal volto e dalla metà anteriore della testa e innerva i muscoli masticatori. - Nevrosi
Disturbo psichico di media gravità, di origine psicologica. Le nevrosi sono caratterizzate da ansia, sentimenti di inadeguatezza e insoddisfazione e da disturbi del comportamento.
Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
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