Betametasone Zentiva

24 novembre 2024

Betametasone Zentiva


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Cos'è Betametasone Zentiva (betametasone sodio fosfato)


Betametasone Zentiva è un farmaco a base di betametasone sodio fosfato, appartenente al gruppo terapeutico Corticosteroidi. E' commercializzato in Italia da Zentiva Italia S.r.l.

Confezioni e formulazioni di Betametasone Zentiva disponibili in commercio


Selezionare una delle seguenti confezioni di Betametasone Zentiva disponibili in commercio per accedere alla scheda completa, visualizzare il prezzo e scaricare il foglietto illustrativo (bugiardino):

A cosa serve Betametasone Zentiva e perchè si usa


Trattamento di:
  • asma bronchiale;
  • allergopatie gravi;
  • artrite reumatoide;
  • collagenopatie;
  • dermatosi infiammatorie;
  • neoplasie specialmente a carico del tessuto linfatico (emolinfopatie maligne acute e croniche, morbo di Hodgkin);
  • sindrome nefrosica;
  • colite ulcerosa;
  • ileite segmentaria (sindrome di Crohn);
  • pemfigo;
  • sarcoidosi (specialmente ipercalcemica);
  • cardite reumatica;
  • spondilite anchilosante;
  • emopatie discrasiche, quali anemia emolitica, agranulocitosi e porpora trombocitopenica.

Indicazioni: come usare Betametasone Zentiva, posologia, dosi e modo d'uso


Somministrazione orale

Adulti

Terapia di breve durata

4-6 compresse effervescenti da 0,5 mg al giorno o 2-3 compresse effervescenti da 1 mg al giorno (pari a 2-3 mg al giorno), riducendo gradualmente tale dose in base all'evoluzione clinica.

Terapia di lunga durata

Nel trattamento di forme morbose croniche o subacute (collagenopatie, anemie emolitiche, asma bronchiale cronico, sindrome nefrosica, colite ulcerosa, pemfigo), dopo una terapia d'attacco in genere di 6-8 compresse effervescenti da 0,5 mg al giorno o 3-4 compresse effervescenti da 1 mg al giorno (pari a 3-4 mg al giorno) la posologia è ridotta gradualmente fino alla dose di mantenimento minima capace di tenere sotto controllo la sintomatologia.

Mantenimento

La dose di mantenimento nell'adulto di peso medio è generalmente di 1-2 mg al giorno.

La dose di mantenimento deve essere sempre la minima in grado di controllare la sintomatologia; una riduzione della dose va fatta sempre gradualmente durante un periodo di alcune settimane o mesi in rapporto alla dose precedentemente assunta ed alla durata della terapia.

Popolazione pediatrica

I bambini tollerano in genere dosi proporzionalmente superiori a quelle stabilite per gli adulti: si consigliano 0,1-0,2 mg/Kg di peso corporeo al giorno.

Istruzioni per la somministrazione

Le compresse sono divisibili a metà per facilitare l'aggiustamento della posologia.

Le compresse vanno disciolte in poca acqua.

Somministrazione per nebulizzazione

Adulti e bambini

0,5-1 mg sciolti al momento dell'uso in 1-2 ml di acqua depurata o soluzione fisiologica.

Controindicazioni: quando non dev'essere usato Betametasone Zentiva


  • Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
  • Infezioni sistemiche batteriche e micotiche, qualora non venga attuata specifica terapia antinfettiva.
  • Tubercolosi.
  • Immunizzazione con virus attenuati (altri procedimenti immunizzanti non vanno intrapresi in pazienti che ricevono glucocorticoidi, specialmente ad alte dosi, a causa di possibili rischi di complicazioni neurologiche e di insufficiente risposta anticorpale).

Betametasone Zentiva può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?


Prima di prescrivere corticosteroidi sistemici durante la gravidanza e l'allattamento, i benefici del trattamento devono essere valutati rispetto ai potenziali rischi per la madre e il bambino.

Gravidanza

Nelle donne in stato di gravidanza il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del medico.

I primi studi sugli animali hanno mostrato un aumento di palatoschisi nel feto dopo l'assunzione materna di alte dosi di corticosteroidi.

Una revisione dei dati sulla sicurezza dei corticosteroidi sistemici usati in gravidanza e nell'allattamento, condotta dal Comitato per la sicurezza sui medicinali in UK, ha concluso che non vi era alcuna prova convincente che i corticosteroidi abbiano causato un aumento dell'incidenza di anomalie congenite. L'uso prolungato o ripetuto durante la gravidanza ha aumentato il rischio di ritardo della crescita intra-uterina, ma questo non sembra rappresentare un rischio nel trattamento a breve termine. È stato anche osservato che i corticosteroidi variano nella loro capacità di attraversare la placenta; betametasone e desametasone attraversano rapidamente la placenta, mentre l'88% del prednisolone è inattivato mentre attraversa la placenta.

Allattamento

La necessità di allattamento al seno da parte di pazienti trattate con alte dosi di corticosteroidi deve essere valutata in quanto i corticosteroidi sono escreti nel latte materno.

Patologie correlate:


Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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