02 novembre 2024
Bifril
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Cos'è Bifril (zofenopril sale di calcio)
Bifril è un farmaco a base di zofenopril sale di calcio, appartenente al gruppo terapeutico ACE inibitori. E' commercializzato in Italia da Istituto Luso Farmaco d'Italia S.p.A.
Confezioni e formulazioni di Bifril disponibili in commercio
Selezionare una delle seguenti confezioni di Bifril disponibili in commercio per accedere alla scheda completa, visualizzare il prezzo e scaricare il foglietto illustrativo (bugiardino):
A cosa serve Bifril e perchè si usa
Ipertensione
BIFRIL è indicato nel trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale da lieve a moderata.
Infarto miocardico acuto
BIFRIL è indicato nel trattamento, iniziato entro le prime 24 ore, di pazienti con infarto miocardico acuto, con o senza segni e sintomi di insufficienza cardiaca, emodinamicamente stabili, che non sono stati sottoposti a terapia con trombolitici.
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Bifril
Ipersensibilità verso zofenopril calcio, verso qualsiasi altro ACE-inibitore o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Storia di edema angioneurotico associato a precedente terapia con ACE-inibitori.
Uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan
BIFRIL non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall'ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere anche paragrafi 4.4 e 4.5).
Edema angioneurotico ereditario/idiopatico.
Insufficienza epatica grave.
Secondo e terzo trimestre di Gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
In donne in età fertile a meno che non siano protette da una contraccezione efficace.
Stenosi dell'arteria renale bilaterale o unilaterale nei casi di pazienti con rene singolo.
L'uso concomitante di BIFRIL con medicinali contenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR <60 ml/min/1.73 m2) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Bifril può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza:
L'uso degli ACE-inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L'uso degli ACE-inibitori è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Evidenze epidemiologiche sul rischio di teratogenesi in seguito all'esposizione ad ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non hanno dato risultati conclusivi; tuttavia, non può essere escluso un lieve aumento del rischio. A meno che non sia ritenuta necessaria una terapia continuativa a base di ACE-inibitori, le pazienti che pianificano una gravidanza dovrebbero essere sottoposte a un trattamento antipertensivo alternativo per il quale sia stato stabilito un profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori dovrebbe essere immediatamente sospeso e, se ritenuto appropriato, dovrebbe essere iniziata una terapia alternativa. È noto che l'esposizione a una terapia con ACE-inibitori durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza può indurre fetotossicità nell'uomo(diminuzione della funzione renale, oligoidroamnios, ritardo nell'ossificazione cranica) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3). Nel caso di esposizione agli ACE-inibitori a partire dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda di eseguire un controllo ecografico della funzione renale e delle ossa craniche. I neonati le cui madri hanno assunto ACE-inibitori dovrebbero essere attentamente monitorati per l'ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Allattamento:
Poiché non sono disponibili informazioni sull'uso di BIFRIL durante l'allattamento, l'uso del farmaco non è raccomandato ed è preferibile ricorrere a trattamenti alternativi per i quali sia dimostrato un buon profilo di sicurezza durante l'allattamento, particolarmente quando si allatta un neonato o un bambino prematuro.
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Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
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