Mirebax 20 mg 28 compresse riv. con film

22 gennaio 2025
Farmaci - Mirebax

Mirebax 20 mg 28 compresse riv. con film


Tags:


Mirebax 20 mg 28 compresse riv. con film è un medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, vendibile al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti – neurologo, cardiologo, internista, geriatra, chirurgo vascolare, cardiochirurgo, pneumologo, ematologo che lavora in centri di trombosi ed emostasi (classe A), a base di rivaroxaban, appartenente al gruppo terapeutico Anticoagulanti orali diretti. E' commercializzato in Italia da Aurora Biofarma S.r.l. Ricerca e Sviluppo Marketing


INDICE SCHEDA



INFORMAZIONI GENERALI


TITOLARE:

Aurora Licensing S.r.l.

CONCESSIONARIO:

Aurora Biofarma S.r.l. Ricerca e Sviluppo Marketing

MARCHIO

Mirebax

CONFEZIONE

20 mg 28 compresse riv. con film

FORMA FARMACEUTICA
compresse rivestite

PRINCIPIO ATTIVO
rivaroxaban

GRUPPO TERAPEUTICO
Anticoagulanti orali diretti

CLASSE
A

RICETTA
medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, vendibile al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti – neurologo, cardiologo, internista, geriatra, chirurgo vascolare, cardiochirurgo, pneumologo, ematologo che lavora in centri di trombosi ed emostasi

PREZZO
29,02 €


CONFEZIONI DISPONIBILI IN COMMERCIO


Confezioni e formulazioni di Mirebax disponibili in commercio:


FOGLIETTO ILLUSTRATIVO (PDF)


SCARICA IL PDF DEL FOGLIETTO ILLUSTRATIVO (AIFA)


Foglietto illustrativo Mirebax »

N.B. Alcuni PDF potrebbero non essere disponibili


INDICAZIONI TERAPEUTICHE


A cosa serve Mirebax? Perchè si usa?


Adulti

Prevenzione dell'ictus e dell'embolia sistemica nei pazienti adulti con fibrillazione atriale non valvolare con uno o più fattori di rischio, come insufficienza cardiaca congestizia, ipertensione, età ≥ 75 anni, diabete mellito, precedente ictus o attacco ischemico transitorio.

Trattamento della trombosi venosa profonda (TVP) e dell'embolia polmonare (EP), e prevenzione delle recidive di TVP e EP negli adulti. (Vedere la sezione 4.4 per i pazienti EP emodinamicamente instabili)

Popolazione pediatrica

Trattamento del tromboembolismo venoso (TEV) e prevenzione delle recidive di TEV nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni e con peso superiore a 50 kg dopo almeno 5 giorni di trattamento anticoagulante parenterale iniziale.


CONTROINDICAZIONI


Quando non dev'essere usato Mirebax?


Ipersensibilità alla sostanza attiva o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati nella sezione 6.1.

Sanguinamento attivo clinicamente significativo.

Lesione o condizione, tali da costituire un rischio significativo di sanguinamento maggiore. Ciò può includere ulcerazione gastrointestinale in corso o recenti, la presenza di neoplasie maligne ad alto rischio di sanguinamento, recenti lesioni cerebrali o spinali, recenti interventi chirurgici cerebrali, spinali o oftalmici, recenti emorragie intracraniche, varici esofagee note o sospette, malformazioni arterovenose, aneurismi vascolari o disfunzioni vascolari intraspinali o intracerebrali maggiori.

Trattamento concomitante con altri anticoagulanti come l'eparina non frazionata (UFH), eparine a basso peso molecolare (enoxaparina, dalteparina, ecc.), derivati dell'eparina (fondaparinux, ecc.) e anticoagulanti orali (warfarin, dabigatran etexilato, apixaban, ecc.), tranne in specifiche circostanze di cambio terapia anticoagulante come descritto nella sezione 4.2 o quando l'UFH viene somministrata a dosi necessarie per mantenere un catetere venoso o arterioso centrale aperto (vedere la sezione 4.5).

Malattia epatica associata a coagulopatia e rischio emorragico clinicamente rilevante, compresi i pazienti cirrotici con Child Pugh B e C (vedere la sezione 5.2).

Gravidanza e allattamento. Si prega di fare riferimento alla sezione 4.6 per ulteriori informazioni.


AVVERTENZE E PRECAUZIONI D'USO


Cosa serve sapere prima di prendere Mirebax?


Sorveglianza clinica in linea con la pratica dell'anticoagulazione è consigliata durante tutto il periodo di trattamento.

Rischio emorragico

Come con altri anticoagulanti, i pazienti che assumono Mirebax devono essere sottoposti ad attento monitoraggio per rilevarne eventuali segni di emorragia. Si consiglia di utilizzarlo con cautela in condizioni di aumentato rischio di emorragia. La somministrazione di Mirebax deve essere interrotta in caso di emorragia severa (vedere la sezione 4.9).

Negli studi clinici sono stati osservati più frequentemente sanguinamenti delle mucose (ad es. epistassi, sanguinamenti gengivali, gastrointestinali, genito-urinari, compresi sanguinamenti vaginali anomali o flusso mestruale più abbondante) e anemia durante il trattamento a lungo termine con rivaroxaban rispetto al trattamento con AVK. Pertanto, oltre ad una adeguata sorveglianza clinica, i test di laboratorio dell'emoglobina/ematocrito potrebbero essere utili per rilevare un sanguinamento occulto e quantificare la rilevanza clinica del sanguinamento manifesto, a seconda dei casi.

Diversi sottogruppi di pazienti, descritti di seguito in dettaglio, sono a maggior rischio di sanguinamento. Questi pazienti devono essere attentamente monitorati per segni e sintomi di complicazioni e sanguinamento e anemia dopo l'inizio del trattamento (vedere la sezione 4.8).

Una diminuzione dell'emoglobina o della pressione sanguigna di origine sconosciuta deve portare alla ricerca di un sito di sanguinamento.

Sebbene il trattamento con rivaroxaban non richieda una routine di monitoraggio dell'esposizione, i livelli di rivaroxaban misurati con un test quantitativo calibrato dell'anti-fattore Xa possono essere utili in situazioni eccezionali in cui la conoscenza dell'esposizione a rivaroxaban può aiutare a gestire le decisioni cliniche, ad esempio in caso di sovradosaggio e interventi chirurgici d'urgenza (vedere le sezioni 5.1 e 5.2).

Popolazione pediatrica

I dati disponibili nei bambini affetti da trombosi delle vene cerebrali e dei seni con infezione del SNC (vedere paragrafo 5.1) sono limitati. Il rischio di sanguinamento deve essere attentamente valutato prima e durante la terapia con rivaroxaban.

Compromissione renale

Nei pazienti adulti con severa compromissione renale (clearance della creatinina <30 ml/min), i livelli di rivaroxaban nel plasma possono essere significativamente aumentati (1,6 volte in media), che può portare ad un aumento del rischio di sanguinamento.

Mirebax deve essere usato con cautela nei pazienti con clearance della creatinina 15-29 ml/min. L'uso non è raccomandato nei pazienti con clearance della creatinina <15 ml/min (vedere le sezioni 4.2 e 5.2).

Mirebax deve essere usato con cautela nei pazienti con compromissione renale che assumono contemporaneamente altri medicinali che aumentano le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban (vedere la sezione 4.5).

Mirebax non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti con compromissione renale moderata o grave (tasso di filtrazione glomerulare < 50 mL/min/1,73 m2), poiché non sono disponibili dati clinici.

Interazioni con altri medicinali

L'uso di Mirebax non è raccomandato nei pazienti che assumono un concomitante trattamento sistemico con antimicotici azolici (come ketoconazolo, itraconazolo, voriconazolo e posaconazolo) o inibitori della proteasi dell'HIV (ad es. ritonavir). Questi principi attivi sono forti inibitori sia del CYP3A4 che del P-gp e pertanto possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban in misura clinicamente rilevante (2,6 volte in media), con conseguente aumento del rischio di sanguinamento. Non sono disponibili dati clinici nei bambini che assumono contemporaneamente trattamento sistemico con forti inibitori sia del CYP3A4 che del P-gp (vedere paragrafo 4.5).

Si deve prestare attenzione ai pazienti che vengono trattati in concomitanza con medicinali che influenzano l'emostasi, come medicinali antinfiammatori non steroidei (FANS), acido acetilsalicilico e inibitori dell'aggregazione piastrinica o inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e inibitori della serotonina-norepinefrina (SNRI). Per i pazienti a rischio di malattia ulcerosa gastrointestinale, può essere preso in considerazione un appropriato trattamento profilattico (vedere paragrafo 4.5).

Altri fattori di rischio emorragico

Come nel caso di altri antitrombotici, rivaroxaban non è raccomandato nei pazienti con un aumentato rischio di sanguinamento, come:
  • disturbi di sanguinamento congeniti o acquisiti
  • ipertensione arteriosa severa non controllata
  • altra malattia gastrointestinale senza ulcerazione attiva che può potenzialmente causare complicanze di sanguinamento (ad es. malattia infiammatoria intestinale, esofagite, gastrite e malattia da reflusso gastroesofageo)
  • retinopatia vascolare
  • bronchiectasie o precedenti sanguinamenti polmonari
Pazienti con cancro

I pazienti con malattia maligna possono essere contemporaneamente a più alto rischio di sanguinamento e trombosi. Il beneficio individuale del trattamento antitrombotico deve essere valutato rispetto al rischio di sanguinamento nei pazienti con cancro attivo in base alla localizzazione del tumore, alla terapia antineoplastica e allo stadio della malattia. I tumori localizzati nel tratto gastrointestinale o genito-urinario sono associati ad un rischio aumentato di sanguinamento durante la terapia con rivaroxaban.

Nei pazienti affetti da neoplasie maligne ad alto rischio di sanguinamento, l'uso di rivaroxaban è controindicato (vedere paragrafo 4.3).

Pazienti con valvole protesiche

Rivaroxaban non deve essere utilizzato per la tromboprofilassi in pazienti recentemente sottoposti a sostituzione transcatetere della valvola aortica (TAVR). La sicurezza e l'efficacia di Mirebax non sono state studiate in pazienti con protesi valvolari cardiache; pertanto, non ci sono dati che supportino l'adeguata anticoagulazione con Mirebax in questa popolazione di pazienti. Il trattamento con Mirebax non è raccomandato per questi pazienti.

Pazienti con sindrome antifosfolipidica

Gli anticoagulanti orali ad azione diretta (DOAC), incluso rivaroxaban, non sono raccomandati per i pazienti con anamnesi di trombosi a cui è stata diagnosticata la sindrome antifosfolipidica. In particolare, per i pazienti che sono triplo positivi (per lupus anticoagulante, anticorpi anticardiolipina, e anti-beta 2-glicoproteina I), il trattamento con DOAC potrebbe essere associato ad un aumento dei tassi di eventi trombotici ricorrenti rispetto alla terapia con antagonisti della vitamina K.

Pazienti con fibrillazione atriale non valvolare sottoposti a PCI con posizionamento di uno stent

Sono disponibili dati clinici da uno studio interventistico con l'obiettivo principale di valutare la sicurezza nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare che si sottopongono a PCI con posizionamento di stent. I dati sull'efficacia in questa popolazione sono limitati (vedere le sezioni 4.2 e 5.1). Non sono disponibili dati per tali pazienti con una storia di ictus/attacco ischemico transitorio (TIA).

Pazienti con EP emodinamicamente instabili o pazienti che necessitano di trombolisi ed embolectomia polmonare

Mirebax non è raccomandato come alternativa all'eparina non frazionata nei pazienti con embolia polmonare che sono emodinamicamente instabili o che possono essere sottoposti a trombolisi o embolectomia polmonare, poiché la sicurezza e l'efficacia di Mirebax non sono state stabilite in queste condizioni cliniche.

Anestesia o puntura spinale/epidurale

In caso di anestesia neurassiale (anestesia spinale/epidurale) o puntura spinale/epidurale, i pazienti trattati con agenti antitrombotici per la prevenzione delle complicanze tromboemboliche sono a rischio di sviluppare un ematoma epidurale o spinale che può causare paralisi prolungata o permanente. Il rischio di questi eventi può essere aumentato dall'uso post-operatorio di cateteri epidurali permanenti o dall'uso concomitante di medicinali che alterano l'emostasi. Il rischio può anche essere aumentato da una puntura epidurale o spinale traumatica o ripetuta. I pazienti devono essere frequentemente monitorati per segni e sintomi di compromissione neurologica (ad esempio intorpidimento o debolezza delle gambe, disfunzione intestinale o vescicale). Se si nota una compromissione neurologica, sono necessari una diagnosi e un trattamento urgenti. Prima dell'intervento neurassiale, il medico deve valutare il potenziale beneficio rispetto al rischio nei pazienti in terapia anticoagulante o nei pazienti per i quali è in programma una terapia anticoagulante per la profilassi antitrombotica. Non esiste esperienza clinica sull'uso di 15 mg di rivaroxaban in queste situazioni.

Per ridurre il potenziale rischio di sanguinamento associato all'uso concomitante di rivaroxaban e all'anestesia neurassiale (epidurale/spinale) o alla puntura spinale, considerare il profilo farmacocinetico di rivaroxaban. L'inserimento o la rimozione di un catetere epidurale o l'esecuzione di una puntura lombare avviene preferibilmente quando si stima che l'effetto anticoagulante di rivaroxaban sia basso. Tuttavia, il momento esatto per raggiungere un effetto anticoagulante sufficientemente basso in ogni paziente non è noto e dovrebbe essere valutato in base all'urgenza della procedura diagnostica.

Per la rimozione di un catetere epidurale e basandosi sulle caratteristiche generali della farmacocinetica, dovrebbero trascorrere almeno 2 volte l'emivita, ovvero almeno 18 ore nei pazienti adulti giovani e 26 ore nei pazienti anziani, dall'ultima somministrazione di rivaroxaban (vedere sezione 5.2). Dopo la rimozione del catetere, dovrebbero trascorrere almeno 6 ore prima di somministrare la successiva dose di rivaroxaban.

In caso di puntura traumatica, l'assunzione di rivaroxaban deve essere ritardata di 24 ore.

Non sono disponibili dati sulle tempistiche di inserimento o di rimozione del catetere neurassiale nei bambini in trattamento con Mirebax. In tali casi, interrompere il rivaroxaban e valutare l'uso di un anticoagulante parenterale a breve durata d'azione.

Raccomandazioni posologiche prima e dopo procedure invasive e interventi chirurgici

Qualora siano necessari una procedura invasiva o un intervento chirurgico, Mirebax 15 mg deve essere interrotto almeno 24 ore prima dell'intervento, se possibile e sulla base della valutazione clinica del medico.

Se la procedura non può essere ritardata, l'aumento di rischio di sanguinamento deve essere valutato rispetto all'urgenza dell'intervento.

Mirebax deve essere ripreso il prima possibile dopo l'intervento invasivo o chirurgico, a condizione che la situazione clinica lo permetta e che sia stata stabilita un'adeguata emostasi, in base alla valutazione del medico curante (vedere la sezione 5.2).

Popolazione anziana

L'età avanzata può causare un aumento del rischio emorragico (vedere paragrafo 5.2).

Reazioni dermatologiche

Durante la sorveglianza post-marketing sono state segnalate reazioni cutanee gravi, incluse la sindrome di Stevens-Johnson/necrolisi epidermica tossica e la sindrome DRESS, in associazione all'uso di rivaroxaban (vedere paragrafo 4.8). I pazienti sembrano essere a più alto rischio per questo tipo di reazioni nelle prime fasi della terapia: l'insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi entro le prime settimane di trattamento. Rivaroxaban deve essere interrotto alla prima comparsa di una grave reazione cutanea (ad es. diffusione, intensa e/o vescica), o di qualsiasi altro segno di ipersensibilità in concomitanza con lesioni della mucosa.

Informazioni sugli eccipienti

Mirebax contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, carenza totale di lattasi o malassorbimento glucosio-galattosio non dovrebbero assumere questo prodotto medicinale.

Questo prodotto medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per unità di dosaggio, cioè è essenzialmente "senza sodio".


INTERAZIONI


Quali farmaci, principi attivi o alimenti possono interagire con l'effetto di Mirebax?


L'entità delle interazioni nella popolazione pediatrica non è nota. Per la popolazione pediatrica è necessario tenere conto dei dati sulle interazioni citati sotto che sono stati ottenuti negli adulti e delle avvertenze riportate al paragrafo 4.4.

Inibitori del CYP3A4 e della P-gp

La co-somministrazione di rivaroxaban con ketoconazolo (400 mg una volta al giorno) o ritonavir (600 mg due volte al giorno) ha portato ad un aumento di 2,6 volte / 2,5 volte nell'AUC media di rivaroxaban e di 1,7 volte / 1,6 volte nella Cmax media di rivaroxaban, con significativi aumenti degli effetti farmacodinamici che possono portare a un aumentato rischio di sanguinamento. Pertanto, l'uso di Mirebax non è raccomandato nei pazienti che ricevono un concomitante trattamento sistemico con antimicotici azolici come il ketoconazolo, l'itraconazolo, il voriconazolo e il posaconazolo o inibitori delle proteasi dell'HIV. Questi principi attivi sono forti inibitori sia del CYP3A4 che del P-gp (vedere paragrafo 4.4).

Si prevede che i principi attivi che inibiscono fortemente solo una delle vie metaboliche di rivaroxaban, il CYP3A4 o la P-gp, aumentino in misura minore le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban.

La claritromicina (500 mg due volte al giorno), ad esempio, considerata un potente inibitore del CYP3A4 e un moderato inibitore della P-gp, ha indotto un aumento di 1,5 volte dell'AUC media di rivaroxaban e un aumento di 1,4 volte del Cmax. L'interazione con la claritromicina non è clinicamente rilevante nella maggior parte dei pazienti, ma può essere potenzialmente significativa nei pazienti ad alto rischio. (Per i pazienti con insufficienza renale: vedere paragrafo 4.4).

L'eritromicina (500 mg tre volte al giorno), che inibisce moderatamente il CYP3A4 e il P-gp, ha portato a un aumento del 1,3 volte dell'AUC media e della Cmax di rivaroxaban. L'interazione con l'eritromicina non è clinicamente rilevante nella maggior parte dei pazienti, ma può essere potenzialmente significativa nei pazienti ad alto rischio.

Nei soggetti con compromissione renale lieve, l'eritromicina (500 mg tre volte al giorno) ha determinato un aumento del 1,8 volte dell'AUC media di rivaroxaban e a un aumento del 1,6 volte della Cmax rispetto ai soggetti con funzione renale normale. Nei soggetti con compromissione renale moderata, l'eritromicina ha portato a un aumento del 2,0 volte dell'AUC media di rivaroxaban e a un aumento del 1,6 volte della Cmax rispetto ai soggetti con funzione renale normale. L'effetto dell'eritromicina si somma a quello della compromissione renale (vedere paragrafo 4.4).

Il fluconazolo (400 mg una volta al giorno), considerato un moderato inibitore del CYP3A4, ha determinato a un aumento del 1,4 volte dell'AUC media di rivaroxaban e a un aumento del 1,3 volte della Cmax media. L'interazione con fluconazolo probabilmente non è clinicamente rilevante nella maggior parte dei pazienti, ma può essere potenzialmente significativa nei pazienti ad alto rischio. (Per i pazienti con compromissione renale: vedere paragrafo 4.4).

Dati i limitati dati clinici disponibili con il dronedarone, la co-somministrazionecon rivaroxaban , deve essere evitata.

Anticoagulanti

Dopo la somministrazione combinata di enoxaparina (40 mg in dose singola) con rivaroxaban (dose singola da 10 mg), è stato osservato un effetto additivo sull'attività anti-fattore Xa senza ulteriori effetti sui test della coagulazione (PT, aPTT). L'enoxaparina non ha influenzato la farmacocinetica del rivaroxaban.

A causa dell'aumento del rischio di sanguinamento, deve prestare attenzione se i pazienti vengono trattati in concomitanza con altri anticoagulanti (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

FANS/inibitori dell'aggregazione piastrinica

Non è stato osservato alcun prolungamento clinicamente rilevante del tempo di sanguinamento dopo somministrazione concomitante di rivaroxaban (15 mg) e naprossene 500 mg. Tuttavia, ci possono essere individui con una risposta farmacodinamica più pronunciata.

Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche clinicamente significative con la co-somministrazione di rivaroxaban con 500 mg di acido acetilsalicilico.

Clopidogrel (dose di carico di 300 mg seguita da una dose di mantenimento di 75 mg) non ha mostrato interazione farmacocinetica con il rivaroxaban (15 mg), ma in un sottogruppo di pazienti è stato osservato un aumento rilevante del tempo di sanguinamento che non era correlato all'aggregazione piastrinica, alla P-selectina o ai livelli del recettore GPIIb/IIIa.

Si deve prestare attenzione se i pazienti vengono trattati contemporaneamente con FANS (compreso l'acido acetilsalicilico) e inibitori dell'aggregazione piastrinica poiché questi prodotti medicinali aumentano tipicamente il rischio di sanguinamento (vedere la sezione 4.4).

SSRI/SNRI

Come per altri anticoagulanti, è possibile che i pazienti siano ad aumentato rischio di sanguinamento in caso di uso concomitante con SSRI o SNRI a causa del loro effetto a livello delle piastrine. Quando usati in concomitanza a rivaroxaban, sono stati osservati tassi numericamente più elevati di sanguinamento maggiore o non maggiore clinicamente rilevanti in tutti i gruppi di trattamento.

Warfarin

La conversione dei pazienti dall'antagonista della vitamina K, warfarin (INR da 2,0 a 3,0), a rivaroxaban (20 mg) o da rivaroxaban (20 mg) a warfarin (INR da 2,0 a 3,0) ha aumentato il tempo di protrombina/INR (Neoplastina) in maniera più che additiva (possono essere osservati valori individuali di INR fino a 12), mentre gli effetti sull'aPTT, sull'inibizione dell'attività del fattore Xa e sul potenziale di trombina endogena erano additivi.

Se si desidera testare gli effetti farmacodinamici di rivaroxaban durante il periodo di transizione, possono essere analizzati l'attività anti-fattore Xa, il PiCT e l'Heptest poiché questi test non sono influenzati dal warfarin. Il quarto giorno dopo l'ultima dose di warfarin, tutti i test (inclusi PT, aPTT, inibizione dell'attività del fattore Xa e ETP) riflettono esclusivamente l'effetto di rivaroxaban.

Se si desidera verificare gli effetti farmacodinamici del warfarin durante il periodo di conversione, si può utilizzare la misurazione dell'INR al Ctrough di rivaroxaban (24 ore dopo la precedente assunzione di rivaroxaban) poiché in quel momento, tale test è influenzato in misura minima da rivaroxaban.

Non è stata osservata alcuna interazione farmacocinetica tra warfarin e rivaroxaban.

Induttori del CYP3A4

La somministrazione concomitante di rivaroxaban con la rifampicina, potente induttore del CYP3A4, ha portato ad una diminuzione approssimativa del 50% nell'AUC media di rivaroxaban, con parallele diminuzioni dei suoi effetti farmacodinamici. L'uso concomitante di rivaroxaban con altri forti induttori di CYP3A4 (ad es. fenitoina, carbamazepina, fenobarbital o Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum)) può anche portare a una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban. Pertanto, la somministrazione concomitante di forti induttori di CYP3A4 dovrebbe essere evitata a meno che il paziente sia attentamente osservato per segni e sintomi di trombosi.

Altre terapie concomitanti

Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche clinicamente significative quando rivaroxaban è stato co-somministrato con midazolam (substrato di CYP3A4), digossina (substrato di P-gp), atorvastatina (substrato di CYP3A4 e P-gp) o omeprazolo (inibitore di pompa protonica). Rivaroxaban non inibisce né induce nessuna delle principali isoforme del CYP come il CYP3A4.

Parametri di laboratorio

I parametri della coagulazione (ad es. PT, aPTT, HepTest) sono influenzati come previsto dalla modalità d'azione di rivaroxaban (vedere paragrafo 5.1).


SOVRADOSAGGIO


Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Mirebax?


Negli adulti, sono stati riportati rari casi di sovradosaggio fino a 1,960 mg. In caso di sovradosaggio, il paziente deve essere monitorato attentamente per complicazioni da sanguinamento o altre reazioni avverse (vedere paragrafo “Gestione del sanguinamento”). A causa dell'assorbimento limitato, ci si attende un effetto tetto senza ulteriori aumenti dell'esposizione plasmatica media a dosi sovraterapeutiche di 50 mg di rivaroxaban o superiori. tuttavia, non sono disponibili dati sulle dosi sovraterapeutiche nei bambini.

Negli adulti è disponibile un agente specifico (andexanet alfa) che antagonizza l'effetto farmacodinamico del rivaroxaban, ma non è stato stabilito nei bambini (fare riferimento al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di andexanet alfa). L'uso di carbone attivato per ridurre l'assorbimento in caso di sovradosaggio di rivaroxaban può essere preso in considerazione.

Gestione del sanguinamento

Qualora si verificasse una complicanza da sanguinamento in un paziente trattato con rivaroxaban, la successiva somministrazione di rivaroxaban deve essere posticipata o il trattamento deve essere interrotto, a seconda dei casi. Rivaroxaban ha un'emivita di circa 5-13 ore negli adulti. Nei bambini, l'emivita stimata utilizzando approcci di modellizzazione farmacocinetica (popPK) di popolazione è più breve (vedere paragrafo 5.2). La gestione del paziente deve essere personalizzata in base alla gravità e alla sede dell'emorragia. Se necessario, si può ricorrere a un trattamento sintomatico idoneo, come la compressione meccanica (ad esempio, per epistassi grave), l'emostasi chirurgica con procedure di controllo delle emorragie, il ripristino dei liquidi e il supporto emodinamico, la somministrazione di emoderivati (concentrati eritrocitari o plasma fresco congelato, a seconda dell'anemia associata o della coagulopatia) o di piastrine.

Se il sanguinamento non può essere controllato con le misure sopra descritte, si deve considerare la somministrazione di uno specifico agente antagonista inibitore del fattore Xa (andexanet alfa), che contrasta l'effetto farmacodinamico di rivaroxaban, oppure la somministrazione di un agente procoagulante specifico, come il concentrato di complesso protrombinico (PCC), il complesso protrombinico attivato (APCC) o il fattore VIIa ricombinante (r-FVIIa).

Tuttavia, ad oggi esiste un'esperienza clinica molto limitata con l'uso di questi medicinali negli adulti e nei bambini trattati con rivaroxaban. La raccomandazione si basa anche su dati preclinici limitati.

Si deve valutare l'eventualità di ripetere la somministrazione di fattore VIIa ricombinante, aggiustando la dose in base al miglioramento del sanguinamento. In base alla disponibilità locale, in caso di sanguinamenti maggiori si deve consultare un esperto di problemi della coagulazione (vedere paragrafo 5.1).

Non si prevede che la protamina solfato e la vitamina K influiscano sull'attività anticoagulante di rivaroxaban.

Nei soggetti trattati con rivaroxaban vi è esperienza limitata con l'acido tranexamico, mentre non vi è alcuna esperienza con l'acido aminocaproico e l'aprotinina. Non vi è esperienza sull'uso di questi agenti nei bambini che assumono rivaroxaban. Non esistono né un razionale scientifico di un possibile beneficio, né esperienze con l'uso dell'emostatico sistemico desmopressina nei soggetti trattati con rivaroxaban. A causa dell'elevato legame con le proteine plasmatiche, è improbabile che il rivaroxaban sia dializzabile.


GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO


E' possibile prendere Mirebax durante la gravidanza e l'allattamento?


Gravidanza

La sicurezza ed efficacia di Mirebax non sono state stabilite nelle donne in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). A causa della potenziale tossicità riproduttiva, del rischio intrinseco di sanguinamento e delle evidenze che indicano che il rivaroxaban attraversa la placenta, Mirebax è controindicato durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.3).

Le donne in età fertile dovrebbero evitare di rimanere incinte durante il trattamento con rivaroxaban.

Allattamento

La sicurezza e l'efficacia di Mirebax non sono state stabilite nelle donne che allattano al seno. I dati sugli animali indicano che il rivaroxaban sia secreto nel latte materno. Pertanto, Mirebax è controindicato durante l'allattamento (vedere paragrafo 4.3). Deve essere presa una decisione circa la possibilità di interrompere l'allattamento al seno o interrompere la terapia.

Fertilità

Non sono stati condotti studi specifici con rivaroxaban nell'uomo per valutarne gli effetti sulla fertilità. In uno studio sulla fertilità maschile e femminile nei ratti non sono stati osservati effetti (vedere sezione 5.3).


GUIDA DI VEICOLI E USO DI MACCHINARI


Effetti di Mirebax sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari


Mirebax altera lievemente la capacità di guidare veicoli e utilizzare macchinari. Sono state segnalate reazioni avverse come sincope (frequenza: non comune) e capogiri (frequenza: comune) (vedere sezione 4.8).

I pazienti che sperimentano questi eventi avversi non dovrebbero guidare o utilizzare macchinari.


PRINCIPIO ATTIVO


Ogni compressa rivestita con film contiene 20 mg di rivaroxaban.

Eccipiente con effetti noti

Ogni compressa rivestita con film contiene 22 mg di lattosio (come monoidrato), vedere paragrafo 4.4.

Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


ECCIPIENTI


Nucleo della compressa

Cellulosa microcristallina PH102 (E460)

Cellulosa microcristallina M200 (E460)

 Croscamellosa sodica (E468)

Lattosio monoidrato

Ipromellosa HPMC 2910 (E464)

Sodio laurilsolfato

Magnesio stearate vegetale (E470b)

Film di rivestimento

Macrogol (E1521)

Ipromellosa HPMC 2910 (E464)

Titanio diossido (E 171)

Ferro ossido rosso (E 172)


SCADENZA E CONSERVAZIONE


Scadenza: 30 mesi

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.


NATURA E CONTENUTO DEL CONTENITORE


Scatola contenente 28 compresse rivestite con film in blister in PVC/PVDC/Alluminio

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

Data ultimo aggiornamento: 21/01/2025

Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



Farmaci e integratori:

...e inoltre su Dica33:
Ultimi articoli
Seguici su:

Seguici su FacebookSeguici su YoutubeSeguici su Instagram
Farmacista33Doctor33Odontoiatria33Codifa