18 novembre 2024
Kerlon
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Cos'è Kerlon (betaxololo cloridrato)
Kerlon è un farmaco a base di betaxololo cloridrato, appartenente al gruppo terapeutico Betabloccanti selettivi. E' commercializzato in Italia da AVAS Pharmaceuticals S.r.l.
Confezioni e formulazioni di Kerlon disponibili in commercio
Selezionare una delle seguenti confezioni di Kerlon disponibili in commercio per accedere alla scheda completa, visualizzare il prezzo e scaricare il foglietto illustrativo (bugiardino):
A cosa serve Kerlon e perchè si usa
Ipertensione arteriosa di qualsiasi tipo e gravità. Angina pectoris stabile da sforzo.
Indicazioni: come usare Kerlon, posologia, dosi e modo d'uso
Posologia
La posologia usuale è di 1 compressa da 20 mg al giorno. L'ora e il tipo dei pasti non influenzano la biodisponibilità di KERLON.
- Angina pectoris da sforzo:
la posologia usuale è di una compressa da 20 mg, una volta al giorno. In alcuni pazienti è più opportuno iniziare il trattamento con 10 mg/die. In alcuni pazienti è necessario aumentare la dose a 40 mg al giorno. - Posologia in caso di insufficienza renale o epatica:
in caso di insufficienza renale (fino a una clearance della creatinina di 20 ml al minuto) in genere non è necessario adattare la posologia allo stato della funzione renale.
Tuttavia una sorveglianza clinica è raccomandata all'inizio del trattamento fino ad equilibrio dei livelli ematici (4 giorni in media). - In caso di dialisi cronica (ematica o peritoneale):
la dose iniziale raccomandata è di 10 mg/die assunta indipendentemente dal ritmo e dagli orari delle sedute dialitiche. - In caso di insufficienza epatica non sono necessarie modifiche della posologia. Una sorveglianza clinica è tuttavia consigliabile all'inizio del trattamento.
- Anziani: Nei pazienti anziani, il trattamento deve essere iniziato con cautela a basse dosi e attentamente monitorato. Vedere paragrafo 4.4 “Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso”.
- Popolazione pediatrica: La sicurezza e l'efficacia del betaxololo nei bambini e negli adolescenti non sono state stabilite. Pertanto, l'uso del betaxololo nei bambini e negli adolescenti non è raccomandato.
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Kerlon
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti;
- gravi forme di asma e di pneumopatia cronica ostruttiva;
- insufficienza cardiaca non controllata dal trattamento;
- shock cardiogeno;
- blocco atrio-ventricolare di secondo e terzo grado, in pazienti non forniti di "pace-maker";
- angina di Prinzmetal (forme pure e trattate in monoterapia);
- disfunzione senoatriale (compreso blocco senoatriale);
- bradicardia (inferiore o uguale a 45-50 battiti/minuto);
- forme gravi di fenomeno di Raynaud e malattie vascolari arteriose periferiche;
- feocromocitoma non trattato;
- ipotensione;
- precedenti di reazioni anafilattiche;
- acidosi metabolica;
- associazione con floctafenina (vedere 4.5 “Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione”);
- associazione con sultopride (vedere 4.5 “Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione”);
- associazione agli lMAO;
- associazione al verapamil;
- insufficienza renale grave.
Kerlon può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
Teratogenicità: Studi effettuati su numerose specie animali non hanno messo in evidenza alcun effetto teratogeno del KERLON.
Ad oggi nessun effetto teratogeno è stato riferito nell'uomo.
I beta bloccanti riducono la perfusione placentare, ciò può determinare la morte intrauterina del feto, parti immaturi e prematuri. Inoltre, si possono verificare nel feto effetti avversi in modo particolare ipoglicemia e bradicardia.
Periodo neonatale
Se la madre è in trattamento con beta-bloccanti l'azione persiste nel neonato per molti giorni dopo la nascita: esiste un aumentato rischio di complicazioni cardiache e polmonari nel neonato, nel periodo post-natale. Se insorge insufficienza cardiaca, è necessaria l'ospedalizzazione del neonato in una unità di cura intensiva (vedere paragrafo 4.9 “Sovradosaggio”) dove deve essere evitato l'uso di espansori plasmatici (rischio di edema polmonare acuto). Sono stati anche segnalati bradicardia, disturbi respiratori e ipoglicemia. In relazione a ciò si raccomanda di sorvegliare attentamente il neonato (frequenza cardiaca e glicemia dal 3° al 5° giorno di vita) in un reparto specializzato
Pertanto l'uso del betaxololo durante la gravidanza è sconsigliato, se non quando il beneficio terapeutico supera il possibile rischio. In tal caso l'uso di betaxololo è subordinato al diretto controllo del medico.
Allattamento
Il betaxololo viene escreto nel latte materno. Il rischio che si verifichi ipoglicemia e bradicardia non è stato valutato; di conseguenza, e come misura precauzionale, l'allattamento al seno è sconsigliato per tutto il periodo di trattamento.
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Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
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