24 novembre 2024
Metoprololo Aurobindo
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Cos'è Metoprololo Aurobindo (metoprololo tartrato)
Metoprololo Aurobindo è un farmaco a base di metoprololo tartrato, appartenente al gruppo terapeutico Betabloccanti selettivi.
A cosa serve Metoprololo Aurobindo e perchè si usa
Metoprololo Aurobindo è indicato negli adulti per:
- Ipertensione.
- Angina pectoris.
- Tachicardia aritmica, in particolare tachicardia sopraventricolare.
- Prevenzione della morte cardiaca e nuovo infarto dopo la fase acuta dell'infarto miocardico.
- Profilassi dell'emicrania.
Indicazioni: come usare Metoprololo Aurobindo, posologia, dosi e modo d'uso
Posologia
La dose deve essere sempre personalizzata in base alle necessità del paziente, ma non deve superare i 400 mg/die. Vengono fornite le seguenti linee guida:
Adulti:
Ipertensione: 100 mg al giorno all'inizio della terapia. Questa dose può essere aumentata, se necessario, a 200 mg al giorno in dosi singole o separate. Per ridurre ulteriormente la pressione arteriosa può essere presa in considerazione una terapia di associazione con un altro agente antipertensivo.
Angina pectoris: di solito, 50-100 mg 2 volte al giorno. La dose può essere ulteriormente aumentata o associata a nitrati.
Tachicardia aritmica: di solito è sufficiente una dose giornaliera di 100-200 mg. Se necessario la dose può essere aumentata.
Dopo trattamento endovenoso acuto di infarto miocardico: si deve iniziare una terapia orale, 15 minuti dopo l'ultima iniezione endovenosa, con 50 mg ogni 6 ore per 48 ore.
Profilassi dopo infarto miocardico: la dose di mantenimento è di 100 mg 2 volte al giorno.
Profilassi dell'emicrania: 50-100 mg 2 volte al giorno.
Pazienti con compromissione renale
La velocità di eliminazione non è influenzata in maniera significativa dalla funzione renale, pertanto non sono necessari aggiustamenti della dose.
Pazienti con compromissione epatica
Solitamente il metoprololo può essere somministrato a pazienti con cirrosi del fegato alla stessa dose somministrata in pazienti con funzione epatica normale. Deve essere presa in considerazione una riduzione della dose solo quando ci sono segni di funzione epatica gravemente compromessa (ad es. pazienti operati con shunt) (vedere paragrafo 5.2).
Pazienti anziani
Non ci sono dati adeguati sull'uso in pazienti al di sopra degli 80 anni. Occorre prendere particolari precauzioni all'aumento della dose. Tuttavia si consiglia cautela nei pazienti anziani poiché un calo della pressione arteriosa o una eccessiva bradicardia possono avere effetti più pronunciati.
Popolazione pediatrica
Ci sono dati limitati sull'uso di metoprololo in bambini e adolescenti, pertanto l'uso di Metoprololo Aurobindo non è raccomandato.
Modo di somministrazione
Le compresse devono essere assunte a stomaco vuoto (vedere paragrafo 5.2).
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Metoprololo Aurobindo
- Ipersensibilità al metoprololo, ad altri beta-bloccanti o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
- Blocco atrioventricolare di II o III grado.
- Pazienti con insufficienza cardiaca scompensata instabile o acuta (edema polmonare, ipoperfusione o ipotensione), nei quali è indicata una terapia endovenosa continua o periodica con un agonista del β recettore ionotropico.
- Bradicardia sinusale clinicamente rilevante e manifesta (frequenza cardiaca < 50/min).
- Sindrome del nodo del seno.
- Shock cardiogeno.
- Grave malattia arteriosa periferica.
- Ipotensione (sistolica < 90 mmHg).
- Acidosi metabolica.
- Asma bronchiale grave o malattia polmonare ostruttiva cronica.
- Blocco seno-atriale di grado elevato.
Metoprololo non può essere somministrato in pazienti con sospetto infarto miocardico acuto e frequenza cardiaca < 50 battiti/min, intervallo PQ > 0,24 secondi o pressione sistolica < 100 mmHg.
La somministrazione concomitante di calcio-antagonisti per via endovenosa come verapamil o diltiazem o altri antiaritmici (come disopiramide) è controindicata (eccezione: reparto di terapia intensiva) (vedere paragrafo 4.5).
Feocromocitoma non trattato.
Metoprololo Aurobindo può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza:
Poiché non esistono studi controllati sull'uso di metoprololo nelle donne in gravidanza, il metoprololo può essere usato in gravidanza solo se i benefici per la madre superano i rischi per l'embrione/feto.
I beta-bloccanti riducono la perfusione placentare e possono causare morte fetale e nascita prematura. Un ritardo nella crescita intrauterina è stato osservato dopo un trattamento a lungo termine di donne in gravidanza con ipertensione da lieve a moderata. È stato segnalato che i beta-bloccanti causano parto prolungato e bradicardia nel feto e nel neonato. Sono stati segnalati casi di ipoglicemia, ipotensione, bilirubinemia aumentata e inibizione alla risposta all'anossia nei neonati. Pertanto deve essere usata la dose più bassa possibile, e il trattamento deve essere interrotto circa 48-72 ore prima della data di nascita calcolata. Se ciò non è possibile, il neonato deve essere monitorato per 48-72 ore dopo il parto per segni e sintomi di effetti beta-bloccanti (ad es. complicanze cardiache e polmonari).
I beta-bloccanti non hanno mostrato potenziale teratogeno negli animali, bensì ridotto flusso sanguigno nel cordone ombelicale, ritardo nella crescita, ridotta ossificazione e aumentato numero di morti fetali e post- natali.
Allattamento:
La concentrazione di metoprololo nel latte materno è di circa tre volte più elevata di quella nel plasma materno. Anche se il rischio di effetti avversi nei bambini allattati sembrerebbe inferiore dopo somministrazione di dosi terapeutiche del medicinale (ad eccezione degli individui con scarsa capacità metabolica), i bambini allattati devono essere monitorati per segni di beta-bloccaggio.
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Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
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