18 novembre 2024
Tensiblock
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Cos'è Tensiblock (atenololo)
Tensiblock è un farmaco a base di atenololo, appartenente al gruppo terapeutico Betabloccanti selettivi. E' commercializzato in Italia da Jakinmed S.r.l.
Confezioni e formulazioni di Tensiblock disponibili in commercio
Selezionare una delle seguenti confezioni di Tensiblock disponibili in commercio per accedere alla scheda completa, visualizzare il prezzo e scaricare il foglietto illustrativo (bugiardino):
A cosa serve Tensiblock e perchè si usa
- Ipertensione arteriosa, compresa quella di origine renale.
- Angina pectoris.
- Aritmie.
- Intervento precoce nell'infarto miocardico acuto.
Indicazioni: come usare Tensiblock, posologia, dosi e modo d'uso
Adulti
Ipertensione arteriosa, compresa quella di origine renale
Mezza o una compressa (50-100 mg) il giorno. Di solito il pieno effetto antipertensivo si raggiunge dopo una o due settimane di terapia. Se necessario, è possibile ottenere un'ulteriore riduzione dei valori pressori associando TENSIBLOCK con altri farmaci antipertensivi.
In particolare, la somministrazione contemporanea di TENSIBLOCK con un diuretico determina un effetto antipertensivo superiore a quello prodotto dai singoli farmaci.
Angina pectoris
La maggior parte dei pazienti risponde alla somministrazione di una compressa (100 mg) al giorno.
Aumentando la posologia non si ottiene generalmente un ulteriore beneficio.
Aritmie
Dopo aver controllato le aritmie con una formulazione iniettabile di atenololo, si consiglia una posologia di mantenimento per via orale di 50-100 mg/die.
Intervento precoce nell'infarto miocardico acuto
Il trattamento con una formulazione iniettabile di atenololo deve essere iniziato entro le 12 h dall'insorgenza del dolore precordiale nell'infarto miocardico acuto. Dopo 15 minuti dall'iniezione in bolo, somministrare 50 mg di TENSIBLOCK (½ compressa) per via orale seguiti da altri 50 mg dopo 12 ore dall'iniezione. Successivamente si consiglia una terapia di mantenimento per via orale alla dose di 100 mg/die che dovrebbe essere iniziata dopo altre 12 ore.
Qualora compaia bradicardia e/o ipotensione (di entità tale da richiedere un intervento terapeutico) o altri gravi effetti collaterali, TENSIBLOCK deve essere sospeso.
Anziani
Può rendersi necessario ridurre la posologia, particolarmente nei pazienti con compromissione della funzionalità renale.
Bambini
Non esistono esperienze cliniche relative all'impiego pediatrico di TENSIBLOCK; pertanto se ne sconsiglia la somministrazione ai bambini.
Insufficienza renale
Poiché TENSIBLOCK è escreto per via renale è necessario ridurre il dosaggio nei pazienti con grave compromissione della funzionalità renale. Non si verifica accumulo significativo di TENSIBLOCK nei pazienti che hanno una clearance della creatinina superiore a 35 ml/min/1,73 m2 (il limite normale è di 100-150 ml/min/1,73 m2). Nei pazienti con clearance creatininica di 15-35 ml/min/1,73 m2 (equivalente a 3,4-6,8 mg% di creatininemia) la posologia deve essere di 50 mg al giorno o 100 mg a giorni alterni.
Per i pazienti con clearance creatininica <15 ml/min/1,73 m2 (equivalente a 6,8 mg% di creatininemia) la posologia deve essere di 50 mg a giorni alterni o 100 mg ogni 4 giorni.
Ai pazienti in emodialisi TENSIBLOCK deve essere somministrato per via orale alla dose di 50 mg dopo ogni seduta; la somministrazione deve essere effettuata in ambiente ospedaliero, in quanto possono verificarsi marcate riduzioni della pressione arteriosa.
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Tensiblock
Come gli altri beta-bloccanti, TENSIBLOCK non deve essere somministrato a pazienti con: ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; bradicardia; shock cardiogeno; ipotensione; acidosi metabolica; gravi disturbi della circolazione arteriosa periferica; blocco atrioventricolare di 2° e 3° grado; malattie del nodo del seno; feocromocitoma non trattato; scompenso cardiaco non controllato da una terapia adeguata.
TENSIBLOCK non deve essere associato a terapia con verapamil o diltiazem.
Tensiblock può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
TENSIBLOCK attraversa la barriera placentare e si sono riscontrati livelli ematici nel cordone ombelicale.
Non sono stati effettuati studi sull'impiego di TENSIBLOCK nel 1° trimestre di gravidanza e pertanto non può essere esclusa la possibilità di un danno fetale.
TENSIBLOCK è stato impiegato, sotto stretto controllo medico, per il trattamento dell'ipertensione nel 3°trimestre. L'uso di TENSIBLOCK in donne gravide, per il trattamento dell'ipertensione lieve-moderata, è stato associato a un ritardo della crescita intra-uterina.
L'uso di TENSIBLOCK, in donne che sono in gravidanza o che possono iniziarla, richiede un'attenta valutazione dei benefici indotti dalla terapia rispetto ai possibili rischi, particolarmente nel 1° e 2° trimestre di gestazione.
Allattamento
Si riscontra un accumulo significativo di TENSIBLOCK nel latte materno. Deve essere adottata cautela quando TENSIBLOCK viene somministrato a donne che allattano.
I nati da madri che hanno assunto TENSIBLOCK poco prima di partorire o durante l'allattamento possono essere a rischio di ipoglicemia e bradicardia. Bisogna porre attenzione quando TENSIBLOCK è assunto durante la gravidanza o l'allattamento.
Quali sono gli effetti indesiderati di Tensiblock
Tensiblock è ben tollerato. Negli studi clinici, gli eventi indesiderati segnalati sono generalmente attribuibili alle azioni farmacologiche dell'atenololo.
I seguenti effetti indesiderati, elencati per sistema corporeo, sono stati riportati con le seguenti frequenze: molto comuni ( ≥10 % ), comuni (1 - 9,9%), non comuni (0,1 – 0,9%), rari ( 0,01% - 0,09%), molto rari ( < 0,01 %) inclusi casi isolati.
Patologie cardiache:
comuni:bradicardia;
rari: deterioramento della funzionalità cardiaca; insorgenza di blocco cardiaco
Patologie vascolari:
comuni: freddo alle estremità
rari: ipotensione posturale che può essere associata a sincope; aggravamento della claudicazione intermittente; nei pazienti sensibili fenomeno di Raynaud
Patologie del sistema nervoso:
rari: capogiri; cefalea; parestesia
Disturbi psichiatrici:
non comuni: disturbi del sonno similmente a quanto riportato da altri beta-bloccanti
rari: cambiamenti dell'umore; incubi; psicosi o allucinazioni; aggravamento di sindromi nervose con depressione mentale, catatonia, confusione e turbe della memoria.
Patologie gastrointestinali:
comuni: disturbi gastrointestinali
rari: secchezza delle fauci;.
Esami diagnostici:
comuni: aumenti dei livelli di transaminasi
molto rari: è stato osservato un incremento di anticorpi antinucleo, tuttavia non è chiara la rilevanza clinica.
Patologie epatobiliari
rari: tossicità epatica, inclusa la colestasi intraepatica.
Patologie del sistema emolinfopoietico:
rari: porpora; trombocitopenia;
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
rari: alopecia; reazioni cutanee di tipo psoriasico; aggravamento della psoriasi; rash cutaneo;
Patologie dell'occhio:
rari: secchezza agli occhi; disturbi della vista
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella:
rari: impotenza
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
rari: in pazienti con asma bronchiale o con una storia di problemi asmatici può verificarsi broncospasmo.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comune: affaticamento.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette.
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Qualora, secondo il giudizio clinico, la qualità di vita del paziente venisse negativamente interessata dalla presenza di un qualsiasi effetto indesiderato sopraelencato, deve essere considerata la sospensione del trattamento.
Patologie correlate:
- Angina
L'angina pectoris consiste in un dolore temporaneo al torace o in una sensazione di oppressione toracica provocati dall'insufficiente apporto di ossigeno al tessuto miocardico del cuore. - Aritmia cardiaca
Alterazione della normale frequenza o regolarità del battito cardiaco. Il ritmo cardiaco viene considerato anormale se la frequenza è eccessivamente rapida (tachicardia), lenta (bradicardia) o irregolare. - Infarto
Le malattie cardiovascolari costituiscono la causa di morte di primaria rilevanza in Europa. La Giornata Mondiale del cuore è l’occasione per ricordare l’importanza della prevenzione - Ipertensione
L'ipertensione è uno dei più comuni fattori di rischio cardiovascolare, eppure il 17% degli intervistati in una recente indagine lo ignora. Meglio non sottovalutarla e tenere sotto controllo la propria pressione arteriosa
Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
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