14 ottobre 2012
Ernia discale
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09 ottobre 2012
Ernia discale
Sono una signora di 48 anni. Questo è, riassunto, il referto della Tac:"A livello L3-L4 si apprezza la presenza di una marcata protrusione circonferenziale ai limiti con la focalità erniaria, prevalentemente focalizzata a sinistra, che in presenza di riduzione di ampiezza del canale rachideo determina marcata compressione sulla parete anteriore del sacco durale. Protrusione disco osteofitosica che impronta e contatta il sacco durale a livello L4-L5. "
Tutto è iniziato il 19 settembre scorso con un grande dolore alla schiena che poi si è irradiato, crampiforme e poi continuo, ai glutei, alle gambe sulle fasce anteriori e laterali fino al tallone. Dopo un intero giorno di tremendi dolori sono cominciate parestesie e intorpidimento alle zone sopra descritte (anche le ultime tre dita dei piedi) e un'anestesia a sella che non mi permette di avvertire bene gli stimoli sfinterici. L'ortopedico che ho interpellato ha detto che questa sintomatologia si configura in una lombosciatalgia e cruralgia bilaterale, senza attuali deficit di sforzo, in un quadro clinico e di Tac di voluminosa ernia discale mediana e paramediana sin in L3-L4.
Ho fatto Soldesam in fiale da 8 mg. , Voltaren i. M. ; attualmente Medrol da 16 mg. mezza compressa e 1 compressa di Nicetile 500 al giorno. La sintomatologia dolorosa è scomparsa, tranne qualche indolenzimento del tutto tollerabile, ma la situazione di sensibilità sopra descritta non si è modificata. Aggiungo anche che il mio maggior cruccio riguarda il camminare perchè non avendo grande sensibilità tallone-dita di entrambi i piedi ( anche se la sin è peggiore) non riesco a muovermi bene. Secondo Lei si configura la necessità di un intervento chirurgico?
Sperando di essere stata abbastanza esaudiente, gradirei un Suo parere in merito.
Risposta del 14 ottobre 2012
Risposta a cura di:
Dott. DAVIDE CALDO
Gentile paziente, prima di tutto preciso che il fornire indicazioni terapeutiche esula dalle possibilità di un consulto online, dal momento che ad oggi la visita e l'esame degli accertamenti svolti risultano ancora uno strumento imprescindibile per la programmazione di gesti terapeutici.
Parlando in termini generali posso dirle che la maggior parte delle ernie può essere trattata incruentemente (senza interventi chirurgici), purchè sia tenuta sotto controllo specialistico per prevenire e cogliere al volo quei "segni di pericolo" che obbligano il medico a reagire con adeguate procedure specifiche. Sempre parlando in termini generali posso anche indicarle che oggi esistono (praticate da chirurghi che si sono specializzati in questo) anche procedure mininvasive che possono decomprimere un'ernia per via "percutanea", ovvero senza un intervento; si utilizzano sonde ad ago che cauterizzano l'ernia o si iniettano sostanze in grado di causare una retrazione dall'interno del disco.
Un'alterazione della sensibilità (ipoestesia) comunque non può essere lasciata a se stessa, ma occorre uno stretto controllo clinico per verificare una sua progressiva regressione, per non corresre rischi di reliquati. La invito dunque ad affidarsi ad uno specialista dedicato alla colonna e farsi seguire.
Cordiali Saluti
Dott. Davide Caldo
SAVIGLIANO (CN)
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