Frequenti stati infiammatori a livello laringoiatrico

30 settembre 2006

Frequenti stati infiammatori a livello laringoiatrico


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23 settembre 2006

Frequenti stati infiammatori a livello laringoiatrico

Egr. Dott.
sono una donna di 39 anni, operata di asportazione di tonsille al'eta' di 33 anni, causa frequenti infiammazioni alla gola.
Putroppo, però, anche se con minor frequenza, continuo ad avere episodi di infiammazione della gola, oppure rafreddori, e, con notevole frequenza, " Afte " alle micose della bocca e della lingua, fastidiosissime oltre che molto dolorose.
Tali continue infiammazioni della gola o dell'apparato laringoiatrico, le curo, purtroppo, con antibiotici, dopo aver tentato, sistematicamente, con antiinfiammatori ( OKI o AULIN).
Le chiedo, se esiste un modo per andare a fondo delle cause di tale mia " predisposizione",
se magari il mio sistema immunitario è carente e come fare per diagnosticarlo, ed eventualmente normalizzarlo.
Inoltre Le chiedo, se tali " Afte " sono da considerare nello stesso quadro patologico, oppure si tratta di una patologia diversa, e come fare per curarla.
Resto in fiduciosa attesa e La ringrazio.

Risposta del 26 settembre 2006

Risposta a cura di:
Dott. ALBERTO MOSCHINI


Egregia, le infiammazioni che l’hanno portata all’intervento di tonsillectomia, sono continuate imperterrite, anzi, da come riferisce la sua anamnesi, si sono aggravate. In ogni caso, bisogna sempre porre una diagnosi esatta e stabilire i motivi per cui una patologia si presenta.
Le Afte rappresentano il tentativo del sistema immunitario, di espellere l’agente patogeno, responsabile delle sue infiammazioni, non riuscendovi, perché lei ogni volta prende antibiotici, antinfiammatori, che rimettono dentro il responsabile, lei agendo in questa maniera, impedisce il normale svolgimento del lavoro che deve eseguire il sistema immunitario. Questo sistema risponde in due maniere, una immediata, ed una ritardata.
La ritaradata o cellulare, quella in cui risponde con la produzione di anticorpi, necessita di circa 4-5 giorni, per cui in questo periodo, la risposta deve essere immediata. L’agente “disturbante, patogeno”, antigene, viene immediatamente preso ed espulso, da qui la formazione delle Afte, che apparentemente potrebbero sembrare dipendere da una Micosi, ma chiaramente non è.
Lei chiede come fare, per andare a fondo di questo, che non è una predisposizione, bisogna individuare l’agente patogeno che crea tutta l’infiammazione da diversi anni, portato via agendo sul sistema immunitario con una informazione ben precisa sulla natura dell’antigene e sulla costituzione antigenica, rappresentata dal suo DNA o RNA.
Pertanto antibiotici e antinfiammatori, dimostrando la loro inefficacia, indirizzano verso agenti patogeni intracellulari.
Questi vanno individuati con esami strumentali idonei e eradicati dall’organismo, agendo con una terapia personalizzata sulla persona in esame.
Con questo intervento sul sistema immunitario, che non è farmacologico, ma nemmeno con l’uso di vaccini, si ottiene la espulsione del responsabile attraverso vie naturalie non le mucose.
Saluti

Dott. Alberto Moschini
Specialista in Medicina alternativa (omeopatia, agopuntura. . . )
MASSA (MS)

Risposta del 30 settembre 2006

Risposta a cura di:
Dott. GIACOMO MANFREDI


La diagnosi delle aftosi recidivanti è complessa poichè si tratta di un sintomo espressione di varie patologie (immunodeficit, autoimmunità, allergie e intolleranze alimentari, patologie gastroenteriche, ecc. . . ). Naturalmente la terapia varia in base alla causa che l'ha determinato. Oggi è possibile una valutazione clinico-immunologica globale confortata da esami immunologici da effettuare in labotaori specializzati per giungere ad una diagnosi e quindi a una terapia mirata. Auguri.

Dott. Giacomo Manfredi
Medico Ospedaliero
Specialista attività privata
Specialista in Allergologia e immunologia clinica
Specialista in Medicina interna
ACQUAVIVA DELLE FONTI (BA)



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