Miopericardite

02 dicembre 2010

Miopericardite


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26 novembre 2010

Miopericardite

sono andata all'ospedale il 23 ottobre di quest'anno perchè avevo i sintomi della cistite, per sbaglio un medico mi ha prescritto la cura della prostata, quindi, i batteri della Cistite non sono stati fermati. Da quel giorno ho avuto forti dolori alla schiena, febbre, tonsille gonfie e infine il 29 ottobre sono stata ricoverata in cardiologia perchè ho avuto la miopericardite acuta. In ospedale mi hanno scritto nella cartella clinica che ho avuto una miopericardite acuto virale e non batterica. . . . . . . . . . . . . Vorrei sapere su che base dicono questo? come si fa a capire se è un'infezione virale o batterica? secondo voi mi hanno scritto in quella maniera per non mettere nei guai il loro collega ginecologo di quello stesso ospedale che mi ha prescritto la cura sbagliata, tralaltro accusato insieme ad altri 4 medici di quell'ospedale dell'omicidio di una signora sempre in quei giorni?spero mi rispondiate perchè una volta in pugno la mia cartella clinica che dal 4 novembre, giorno che sono uscita dall'ospedale, ancora aspetto. In aggiunta vorrei dirvi che parlando con il mio medico curante nei giorni che io ero in ospedale ha detto a mia madre che è stata la Cistite non curata a provocarmi tutto questo

Risposta del 02 dicembre 2010

Risposta a cura di:
Dott. RICCARDO GILLI


gentile signora
anzitutto va precisato che le infezioni della vescica (cistiti) e quelle della prostata (prostatiti) utilizzano di massima la stessa tipologia di farmaci (antibiotici specifici per l'apparato uro-genitale) e che, pertanto, è molto probabile che la cura prescrittale per la Cistite fosse indicata anche per le infezioni della prostata e non specifica per esse. Per quanto riguarda la tipologia di pericardite, la differenziazione fra le forme batteriche e quelle virali è possibile:
in via presuntiva, in base a generici esami del sangue (tipologia di globuli bianchi che aumentano), malattie infettive recentemente contratte dal Paziente, tipologia della febbre, durata della malattia, tipi di medicine che si sono dimostrate efficaci ecc.
in via dimostrativa, eseguendo esami specifici del sangue (emocoltura, test per rilevare la presenza di batteri o virus specifici) o del liquido che si accumula all'interno del pericardio.
Nella maggior parte dei casi viene utilizzata la prima modalità di diagnosi, mentre la seconda viene riservata ai casi più gravi e/o resistenti alle comuni terapie.

Dott. Riccardo Gilli
Specialista attività privata
Specialista in Cardiologia
Roma (RM)



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