10 aprile 2008
Relatività dei colori
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03 aprile 2008
Relatività dei colori
Ho una teoria sui colori, vorrei sapere se fosse plausibile: Ipotesi: -a ogni colore può essere associata una lunghezza d'onda (relativa alla luce che "trasporta" quel colore) -l'essere umano associa a ogni colore (e quindi alla sua lunghezza d'onda) un nome Tesi: Considerando un colore qualsiasi, caratterizzato da una specifica lunghezza d'onda, ogni essere umano lo VEDE in modo diverso, pur chiamandolo con lo stesso nome con cui tuti gli altri lo chiamano (perchè gli è stato insegnato che quel colore ha quel nome). Esempio: consideriamo il rosso. I soggetti A e B lo chiamano rosso, associando a una lunghezza d'onda percepita come colore un nome. Supponendo di potere entrare nella visuale dei soggetti, scopriamo che A vede il rosso come B vede il verde, e B vede il rosso come A vede il blu, sebbene la lunghezza d'onda sia la stessa. Si intende dire quindi che la percezione è soggettiva, non oggettiva. Questo non cambierebbe niente nelle vite di A e B, essendo abiutati ad associare a quella lunghezza d'onda un nome di colore e avendolo sempre visto allo stesso modo. Il caso dei daltonici: si suppone una patologia per cui due lunghezze d'onda diverse vengono interpretate come la stessa. Si vanno a confondere quindi due colori diversi. (ad esempio).Risposta del 10 aprile 2008
Risposta a cura di:
Dott. PIERPAOLO MAIMONE
Caro signore,
aggiungo a quanto detto dal collega una precisazione.
Intanto è chiaro che solo per i 3 colori primari in qualche modo il colore viene processato grazie ai 3 tipi di fotorecettore dei quali la nostra retina è dotata, ma le cose si complicano quando i nostri fotorecettori devono processare colori non primari anche essi contraddistinti da una singola lunghezza d'onda ma riconosciuti grazie a sistemi di cosiddetta "opponenza" postulati da Hering, che per darle un'idea vaga funzionano come un mixer audio nei confronti di una traccia vocale. Se noi spostiamo su e giù due levette ad esempio corrispondenti alle frequenze medie e a quelle alte "sentiremo" modificarsi il segnale sonoro di conseguenza. In qualche modo la retina regola gli input dai singoli fotorecettori trasmettendo queste informazioni a centri superiori cerebrali che ulteriormente elaborano questi segnali determinando la qualità di quella specifica lunghezza d'onda e quindi il colore che noi percepiamo.
Su questo link troverà tutti gli approfondimenti di cui ha bisogno
http://www. 4colorvision. Com/
e una rivoluzionaria nuova teoria.
Buona lettura
Dott. Pierpaolo Maimone
Medico Ospedaliero
Specialista attività privata
Specialista in Oftalmologia
PADOVA (PD)
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