Sindrome da occhio secco

12 giugno 2007

Sindrome da occhio secco


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09 giugno 2007

Sindrome da occhio secco

Buongiono (o buonasera) Dottore, mi è stata diagnosticata una sindrone da occhio secco con But dell'occhio destro a 5-6". Porto lenti a contatto da circa 15 anni, di cui almeno 10 usa e getta quindicinali. Non ho mai avuto nessun problema di lacrimazione o di occhi in genere, esclusa la forte miopia (4 gradi a occhio circa). Volevo sapere se questa sindrome è reversibile o meno. Volevo poi chiedere anche se questa sindrome, nel mio caso, può essere dovuta a sostanze contenute nei coservanti delle lenti, mi spiego: ho avuto le primissime avvisaglie di fastidio agli occhi in concomitanza con il cambio del liquido conservante. Da quando uso le lenti usa e getta ho sempre usato la soluzione salina tanto per sciaquare le lenti quanto per conservarle, ultimamente però ho dovuto acquistare un prodotto unico conservante e ho iniziato ad avere problemi. Devo aggiungere che passo molte ore al pc e che (purtroppo!!!) sono una fumatrice, ho 30 anni e faccio uso di pillole anticoncezionali da circa 1 anno, seppure anche alcuni anni fa ne abbia fatto uso senza incorrere in questa sindrome. La terapia prescrittami al momento è visuglican 4% e dropstar0, 4% Spero di aver dato tutte le informazioni necessarie, se ne servono altre mi faccia sapere. Certa di una sollecita risposta, sentitamente ringrazio R.

Risposta del 12 giugno 2007

Risposta a cura di:
Dott. MARCO ALBERTI


E' un'evenienza frequente nei portatori di LAC morbide perchè si sviluppa intolleranza ai liquidi di conservazione, di seguito le propongo una mia intervista pubblicata per conto dell'associazione nuovavistainformata che spiega il problema.

DIFETTI VISIVI LENTI A CONTATTO O INTERVENTI? Chiediamo al Dott. Marco Alberti di Milano, Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale NUOVAVISTAINFORMATA “E’ vero che anche i bambini possono utilizzare le lenti a contatto ad uso continuo? E come mai proprio i giovanissimi?” I ragazzini e le ragazzine dai 10-12 anni possono benissimo correggere i difetti visivi ( Miopia, ipermetropia e Astigmatismo ) con l’uso di lenti a contatto. Sono ora disponibili infatti lenti di ultima generazione che hanno una permeabilità all’ossigeno talmente elevata da permettere anche l’uso prolungato con minimi rischi per la salute dell’occhio. Quando lenti ad uso prolungato vengono prescritte a pazienti giovanissimi, è opportuno che l’impiego avvengo sotto sorveglianza di un medico oculista, almeno nella prima fase di utilizzo. In casi specifici queste lenti vengono applicate anche a bimbi di 2-3 anni. Cosa è cambiato in queste nuove lenti da determinare un ritorno all’uso continuo che in passato aveva causato spesso dei problemi nei portatori? “Quello che è cambiato in modo radicale è la formulazione del materiale. Solo alcune aziende leader hanno potuto investire in una ricerca lunga, ma dopo decenni di prove e fallimenti è stato possibile combinare due materiali quali il silicone - che è un materiale idrofobo cioè che respinge l’acqua ma che fa passare con estrema facilità l’ossigeno - con l’idrogel: un materiale idrofilo e confortevole già usato nelle lenti a contatto in HEMA. Questo sposalizio tra materiali così difficilmente compatibili tra loro ha prodotto un composto chiamato hidrogel di silicone. La “lente che respira” è diventata realtà dopo anni di ricerche. Il passaggio di ossigeno attraverso questo materiale è ampiamente sufficiente ad ossigenare l’epitelio corneale evitando edema e ipossia della cornea. Chi porta lenti a contatto morbide anche le cosiddette giornaliere usa e getta avrà notato che dopo circa 10-12 ore di utilizzo si avverte una fatica ed una sensazione di pesantezza oculare che cresce all’aumentare del numero di anni di utilizzo delle lenti stesse. Chi già avverte queste sensazioni dovrebbe provare ad utilizzare le nuove lenti in silicone hidrogel. Per capire la differenza bisogna indossarle per almeno 12-13 ore consecutive o addirittura dormire indossando le lenti tutta la notte. Il motivo per cui affermo che i giovanissimi sono i candidati ideali è proprio perché non sono ancora stati compromessi dalle lenti fatte coi vecchi materiali e tantomeno hanno abusato di liquidi di conservazione ai quali la stragrande maggioranza si sensibilizza dopo alcuni anni di utilizzo”. Come ci fa notare il dott. Alberti, il più grosso spauracchio delle aziende produttrici di lenti a contatto si chiama, dall’inglese, “drop out” dei portatori, che tradotto significa perdita o eliminazione dell’utilizzatore di lenti a seguito di una forma di rigetto verso le lenti stesse. Cause primarie di questo rigetto sono i liquidi di conservazione e l’ipossia corneale cronica dovuta ai materiali a bassa permeabilità all’ossigeno. Cosa succede quindi a quei giovani che partono usando lenti a bassa permeabilità all’ossigeno? All’inizio cioè nei primi 3-6 anni non succede poco o niente poiché i tessuti oculari sono giovani e incontaminati. Il giovane indossa le sue lenti senza problemi anche 18 ore al giorno facendo svariati esperimenti di durata. Accade poi che il sistema si incrina e cominciano le prime congiuntiviti e le prime intolleranze. Così le 18 ore di utilizzo diventano 12, poi diminuiscono a 8 e così via fino a che, il nostro giovane che aveva iniziato a portare lenti a 17-18 anni si ritrova, meno giovane - verso i 25-30 - anni a non tollerare Per i più grandi quali sono le ultime novità in tema di occhi e vista? Credo che molto sia già stato pubblicato, ma occorre puntualizzare alcuni aspetti dopo che sono sorte alcune polemiche sugli effetti secondari di alcune procedure utilizzate per correggere i difetti visivi. La chirurgia laser per la correzione dei difetti visivi e la chirurgia della Cataratta hanno fatto rapidi progressi e nessun intervento chirurgico eseguito nel nostro paese e nel mondo è tanto frequente quanto gli interventi di Cataratta e di chirurgia rifrattiva tramite laser e altre tecniche. È sui pochi pazienti insoddisfatti che si fondano alcune polemiche esagerate da media ed è ovvio che per numeri così grandi qualcuno che abbia avuto un risultato scadente o delle complicanze ci sia. Evitare le complicanze è la regola numero 1. Saperle gestire è ancora più importante. La colpa più grave sia per gli addetti ai lavori che per i media è stata quella di banalizzare una chirurgia bellissima complessa e delicata e ad alto contenuto tecnologico, ad alta specializzazione. Se ben condotta risulta infatti praticamente inavvertita al paziente, che già dopo poche ore può vantare una ottima vista. Per affrontare questo tipo di intervento l’essere informati il più possibile è doveroso, ma ciò non toglie che bisogna capire che corriamo un minimo rischio calcolato per un risultato praticamente certo. Occorre avere la piena fiducia del chirurgo a cui ci si affida e della struttura dove ci si fa operare. Un paziente rilassato e fiducioso facilita il compito al chirurgo in modo enorme. Se si vogliono eliminare i difetti visivi occorre tenere presente che la prima regola da rispettare è quella delle indicazioni al tipo di intervento. Basta chiedere entro quale range di operabilità siamo e se siamo al limite chiedere se esistono altre tecniche e se sono attuabili. Il laser è solo una delle tecniche, ma ci sono altri modi e altri tipi di intervento che si adattano meglio ad ogni difetto. Per fare una prima distinzione è importante distinguere gli interventi in corneali e non. Tutti gli interventi fatti con il laser ad eccimeri sono corneali. La cornea è quella parte dell’occhio su cui appoggiamo le lenti a contatto, essa viene assottigliata al centro per correggere la Miopia e sul bordo esterno per correggere l’ipermetropia. Variando questo assottigliamento si ottengono le differenti correzioni compresa la correzione dell’ Astigmatismo. L’entità del difetto correggibile dipende dallo spessore corneale e dalla curvatura iniziale della cornea. La qualità della visione dopo intervento dipende dalla precisione con cui il laser ha modificato la cornea e dalla a ampiezza della zona modificata in relazione al diametro della pupilla. Correggere difetti visivi molto elevati sulla cornea rende la cornea troppo debole assottigliandola troppo oppure correggere una area troppo piccola aumentando le distorsioni dette aberrazioni ottiche pertanto la qualità della visione si deteriora e in condizioni critiche come al buio o con la pioggia si perde la capacità di guidare o si fa molta fatica. Per correggere difetti visivi elevati oppure quando la cornea è molto sottile o la pupilla molto ampia è possibile intervenire con delle lenti aggiuntive all’interno dell’occhio o della cornea. A parità di risultati si preferisce un intervento sulla cornea perché meno invasivo se i risultati di un intervento corneale sono prevedibilmente scadenti è meglio optare per qualcosa di diverso. Se nessun intervento ci lascia prevedere una buona riuscita è meglio lasciare perdere. (da "Dentro Milano" n° 11-2003)

Dott. Marco Alberti
Casa di cura privata
Specialista convenzionato
Specialista attività privata
Specialista in Oftalmologia
MILANO (MI)



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