Il dolce far niente
Amare il proprio lavoro è una fortuna molto rara, ultimamente rarissima. Per questo sono state inventate le vacanze.
Dato che però gli esseri umani hanno una straordinaria propensione a farsi del male, la maggior parte di noi è riuscita a trasformare in lavoro anche l'andare in vacanza.
Pianifichiamo, progettiamo, elaboriamo e infine lavoriamo anche in vacanza, qualche volta persino di più del solito. Quando torniamo in ufficio, ci lamentiamo di non esserci riposati affatto.
Se siete tra questi, dato che vorremmo contribuire un pochino alla vostra felicità, provate a fare un semplicissimo esperimento e, per le prossime vacanze, non fate niente.
Niente!
Nulla di nulla, state fermi, come se foste malati per una brutta influenza ma senza esserlo per davvero.
Leggete, ascoltate musica e, come sforzo massimo consentito, andate al cinema o a vedere una mostra. Pure a piedi, se lo desiderate, ma a passo lento, cadenzato e tranquillo.
Tenete conto che normalmente ci vogliono almeno tre giorni per "svitarsi" dal proprio ruolo lavorativo (ecco perché il fine settimana standard non basta mai) e sarebbe meglio avere delle settimane lavorative di tre giorni (dal martedì al giovedì) e un week-end di quattro, il che è circa il contrario di quello che facciamo adesso.
Se poi questa pausa dallo spasmodico ritmo della "vita moderna" non vi desse soddisfazione e non facesse al caso vostro, consolatevi, perché negli anni a venire avrete davanti a voi ancora decine di giorni di vacanza da rovinarvi.
Luca Pani
Prove di volo
Manuale di Psiconautica Elementare
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