17 dicembre 2010
Interviste
Aterosclerosi, il rischio è nello stile di vita
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di Simona Zazzetta
Un nuovo studio dell'Istituto superiore di sanità (Iss), tuttora in corso, ha verificato che i fattori ambientali, vale a dire le abitudini di vita, hanno un peso maggiore rispetto alla componente ereditaria dell'aterosclerosi, è una forma particolare di arteriosclerosi dovuta a un processo infiammatorio cronico delle arterie di grande e medio calibro. La patologia si manifesta con un ispessimento della parete del vaso, in particolare dell'intima, causato principalmente dall'accumulo di grassi in circolazione nel sangue e dalla proliferazione del tessuto nella parete del vaso. Emanuela Medda, ricercatrice del'ISS spiega a Dica33 i dati raccolti finora dalla ricerca.
Che cosa ha messo in evidenza il vostro studio?
Sulla base delle analisi fatte finora, abbiamo verificato che lo spessore dell'intima e la rigidità della parete dei vasi sanguigni centrali e periferici, che sono indicatori precoci di una disfunzione della parete, hanno una moderata componente ereditaria. Mentre si è rivelata più importante la componente ambientale, cioè quella legata agli stili di vita come la dieta, il fumo e l'attività fisica. Lo studio è stato condotto in tre centri Clinici Universitari (Roma, Padova e Perugia) su coppie di gemelli iscritti al Registro nazionale gemelli dell'Istituto superiore di sanità. In collaborazione con la Semmelweis University di Budapest sono state arruolate coppie di gemelli anche in Ungheria e negli Stati Uniti.
In che cosa consiste questo metodo di ricerca?
Il presupposto alla base del metodo è che i gemelli monozigoti, cioè identici, e dizigoti cioè non identici ovvero fratelli, condividano rispettivamente circa il 100% e il 50% del patrimonio genetico, questo fa sì che si possa stabilire l'influenza dei geni e dell'ambiente su un determinato carattere. In questo caso, i caratteri considerati o fenotipo, sono lo spessore dell'intima della parete dei vasi, in particolare della carotide, e altri parametri valutati con esami arteriografici (elasticità dei vasi centrali e periferici). Le misurazioni sono state fatte in 621 gemelli, di cui 192 coppie monozigotiche, 117 dizigotiche. Confrontandole è stato osservato che i valori misurati erano più simili nei gemelli identici rispetto a quelli diversi, ad indicare il ruolo di fattori genetici e ambientali nell'espressione di questo carattere.
Quindi la predisposizione all'aterosclerosi non è solo una questione ereditaria?
Il disturbo è favorito anche da altri fattori. L'ispessimento della parete delle carotidi così come i parametri rilevati tramite arteriografia possono essere spiegatiin parte (circa il 40%) da una componente genetica e in parte (circa il 60%) da una componente ambientale non condivisa all'interno della coppia ossia specifica dell'individuo (fumo, dieta e attività fisica). I fattori ambientali condivisi, quelli legati prevalentemente alle esperienze e abitudini familiari condivise dai gemelli nei primi anni di vita, sembrano invece avere un ruolo marginale nell'insorgenza dell'aterosclerosi.
Queste evidenze hanno ricadute anche nella popolazione generale?
Certamente, lo studio dei gemelli consente di generalizzare i risultati all'intera popolazione. Tutti dovrebbero prestare attenzione ad alcuni fattori di rischio dell'aterosclerosi, che sono modificabili e su cui si può agire, con alimentazione corretta, smettendo di fumare e facendo attività fisica. L'intervento quindi su fattori di rischio ambientali individuali può avere un ruolo rilevante nella prevenzione dell'insorgenza di questa patologia.
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...e inoltre su Dica33:
Un nuovo studio dell'Istituto superiore di sanità (Iss), tuttora in corso, ha verificato che i fattori ambientali, vale a dire le abitudini di vita, hanno un peso maggiore rispetto alla componente ereditaria dell'aterosclerosi, è una forma particolare di arteriosclerosi dovuta a un processo infiammatorio cronico delle arterie di grande e medio calibro. La patologia si manifesta con un ispessimento della parete del vaso, in particolare dell'intima, causato principalmente dall'accumulo di grassi in circolazione nel sangue e dalla proliferazione del tessuto nella parete del vaso. Emanuela Medda, ricercatrice del'ISS spiega a Dica33 i dati raccolti finora dalla ricerca.
Che cosa ha messo in evidenza il vostro studio?
Sulla base delle analisi fatte finora, abbiamo verificato che lo spessore dell'intima e la rigidità della parete dei vasi sanguigni centrali e periferici, che sono indicatori precoci di una disfunzione della parete, hanno una moderata componente ereditaria. Mentre si è rivelata più importante la componente ambientale, cioè quella legata agli stili di vita come la dieta, il fumo e l'attività fisica. Lo studio è stato condotto in tre centri Clinici Universitari (Roma, Padova e Perugia) su coppie di gemelli iscritti al Registro nazionale gemelli dell'Istituto superiore di sanità. In collaborazione con la Semmelweis University di Budapest sono state arruolate coppie di gemelli anche in Ungheria e negli Stati Uniti.
In che cosa consiste questo metodo di ricerca?
Il presupposto alla base del metodo è che i gemelli monozigoti, cioè identici, e dizigoti cioè non identici ovvero fratelli, condividano rispettivamente circa il 100% e il 50% del patrimonio genetico, questo fa sì che si possa stabilire l'influenza dei geni e dell'ambiente su un determinato carattere. In questo caso, i caratteri considerati o fenotipo, sono lo spessore dell'intima della parete dei vasi, in particolare della carotide, e altri parametri valutati con esami arteriografici (elasticità dei vasi centrali e periferici). Le misurazioni sono state fatte in 621 gemelli, di cui 192 coppie monozigotiche, 117 dizigotiche. Confrontandole è stato osservato che i valori misurati erano più simili nei gemelli identici rispetto a quelli diversi, ad indicare il ruolo di fattori genetici e ambientali nell'espressione di questo carattere.
Quindi la predisposizione all'aterosclerosi non è solo una questione ereditaria?
Il disturbo è favorito anche da altri fattori. L'ispessimento della parete delle carotidi così come i parametri rilevati tramite arteriografia possono essere spiegatiin parte (circa il 40%) da una componente genetica e in parte (circa il 60%) da una componente ambientale non condivisa all'interno della coppia ossia specifica dell'individuo (fumo, dieta e attività fisica). I fattori ambientali condivisi, quelli legati prevalentemente alle esperienze e abitudini familiari condivise dai gemelli nei primi anni di vita, sembrano invece avere un ruolo marginale nell'insorgenza dell'aterosclerosi.
Queste evidenze hanno ricadute anche nella popolazione generale?
Certamente, lo studio dei gemelli consente di generalizzare i risultati all'intera popolazione. Tutti dovrebbero prestare attenzione ad alcuni fattori di rischio dell'aterosclerosi, che sono modificabili e su cui si può agire, con alimentazione corretta, smettendo di fumare e facendo attività fisica. L'intervento quindi su fattori di rischio ambientali individuali può avere un ruolo rilevante nella prevenzione dell'insorgenza di questa patologia.
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