22 giugno 2009
Aggiornamenti e focus
Dottore, mi si è ristretta la carotide
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Provando a immaginare il flusso sanguigno che raggiunge il cervello come un sistema idraulico formato da tubi che trasportano sangue verso l'alto, è facile comprendere che cosa può accadere se il calibro di questi canali si riduce: ne passa di meno e ne arriva di meno. Ma a differenza di un impianto idraulico poco efficiente, nel caso del cervello umano le conseguenze possono diventare irreversibili. La peggiore delle quali è l'ictus.
Le arterie carotidee, i "tubi", appunto, possono diminuire di calibro (stenosi) per la formazione di ateromi, depositi fibrosi o lipidici che nel tempo danno origine alle placche aterosclerotiche più o meno stabili. L'ispessimento che ne deriva, se da una parte limita il passaggio del sangue, dall'altra, in caso di rottura o distacco, lo mette in contatto con sostanze che ne causano l'immediata coagulazione e quindi la formazione di trombi. Riconoscerne la presenza con largo anticipo quando ancora il restringimento della carotide non è eccessivo, permette di intervenire chirurgicamente evitando il peggio e limitando i danni esistenti. L'aspetto più critico è l'assenza di sintomi evidenti, eppure qualcosa accade: quando la stenosi carotidea raggiunge il 70% compaiono disturbi e deficit cognitivi. Lo hanno osservato i ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Ancona in un lavoro pubblicato su Neurology: in pazienti completamente asintomatici le funzioni più sofisticate come linguaggio, lettura, scrittura, ideazione, fantasia, memoria, controllate dall'area del cervello corrispondente al lato dell'arteria ostruita possono risultare già compromesse. L'evidenza è stata raccolta su un campione di 83 soggetti valutati con test di fluenza verbale, con matrici progressive colorate e con il Complex Figure Test Copy. Ed è stato notato che i soggetti con stenosi della carotide sinistra sostenevano performance più basse nei test di abilità verbale, la stenosi della carotide destra abbassava i risultati negli altri due test.
Lo stesso gruppo di ricercatori aveva già effettuato ricerche in merito e nel 2000 avevano dimostrato la validità di un test molto semplice per stabilire quali pazienti potrebbero essere candidati alla chirurgia di disostruzione della carotide. "L'esame fondamentale per i pazienti con restringimento della carotide superiore al 70% asintomatico è il doppler transcranico - spiega Mauro Silvestrini, docente di Clinica neurologica dell'Università Politecnica delle Marche e autore dello - L'esame permette, oltre alla valutazione della pervietà dei vasi arteriosi cerebrali, di studiare le capacità di adattamento del circolo cerebrale a varie condizioni sfavorevoli. Il test consiste nella valutazione delle capacità di adattamento del flusso alle modificazioni della concentrazione di anidride carbonica nel sangue, cosa che si ottiene chiedendo al paziente di trattenere il respiro per 30 secondi". Normalmente, se aumenta l'anidride carbonica nel sangue, i vasi capillari cerebrali si dilatano e il flusso di sangue nelle arterie cerebrali aumenta: questo meccanismo compensatorio permette al cervello di ricevere più sangue nel caso in cui sia meno ricco di ossigeno. "In presenza di una stenosi carotidea - conclude il ricercatore - il meccanismo può essere alterato in alcuni pazienti. Un'alterazione del meccanismo compensatorio, che definiamo riduzione della riserva vasomotoria, può predisporre ad alcuni tipi di ictus". Il test in studio e la visita dallo specialista neurologo rappresentano due strumenti importanti che potrebbero diventare un protocollo di prevenzione dell'ictus, al momento non sono disponibili dati prognostici relativi alla scelta di intervenire o meno chirurgicamente. "E', però, presumibile che se si individuano i pazienti con alterazione della riserva vasomotoria, l'intervento andrebbe fatto al più presto sia per ridurre il rischio di un ictus sia per modificare la probabile evoluzione sfavorevole di deficit cognitivi". Uno strumento importante, visto che il 20% dei 200mila ictus che si verificano ogni anno sono causati dalla stenosi della carotide.
Simona Zazzetta
Silvestrini M et al. Impaired cerebral vasoreactivity and risk of stroke in patients with asymptomatic carotid artery stenosis. JAMA. 2000 Apr 26;283(16):2122-7
Silvestrini M et al. Cerebral hemodynamics and cognitive performance in patients with asymptomatic carotid stenosis. Neurology. 2009 Mar 24;72(12):1062-8
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Le arterie carotidee, i "tubi", appunto, possono diminuire di calibro (stenosi) per la formazione di ateromi, depositi fibrosi o lipidici che nel tempo danno origine alle placche aterosclerotiche più o meno stabili. L'ispessimento che ne deriva, se da una parte limita il passaggio del sangue, dall'altra, in caso di rottura o distacco, lo mette in contatto con sostanze che ne causano l'immediata coagulazione e quindi la formazione di trombi. Riconoscerne la presenza con largo anticipo quando ancora il restringimento della carotide non è eccessivo, permette di intervenire chirurgicamente evitando il peggio e limitando i danni esistenti. L'aspetto più critico è l'assenza di sintomi evidenti, eppure qualcosa accade: quando la stenosi carotidea raggiunge il 70% compaiono disturbi e deficit cognitivi. Lo hanno osservato i ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Ancona in un lavoro pubblicato su Neurology: in pazienti completamente asintomatici le funzioni più sofisticate come linguaggio, lettura, scrittura, ideazione, fantasia, memoria, controllate dall'area del cervello corrispondente al lato dell'arteria ostruita possono risultare già compromesse. L'evidenza è stata raccolta su un campione di 83 soggetti valutati con test di fluenza verbale, con matrici progressive colorate e con il Complex Figure Test Copy. Ed è stato notato che i soggetti con stenosi della carotide sinistra sostenevano performance più basse nei test di abilità verbale, la stenosi della carotide destra abbassava i risultati negli altri due test.
Lo stesso gruppo di ricercatori aveva già effettuato ricerche in merito e nel 2000 avevano dimostrato la validità di un test molto semplice per stabilire quali pazienti potrebbero essere candidati alla chirurgia di disostruzione della carotide. "L'esame fondamentale per i pazienti con restringimento della carotide superiore al 70% asintomatico è il doppler transcranico - spiega Mauro Silvestrini, docente di Clinica neurologica dell'Università Politecnica delle Marche e autore dello - L'esame permette, oltre alla valutazione della pervietà dei vasi arteriosi cerebrali, di studiare le capacità di adattamento del circolo cerebrale a varie condizioni sfavorevoli. Il test consiste nella valutazione delle capacità di adattamento del flusso alle modificazioni della concentrazione di anidride carbonica nel sangue, cosa che si ottiene chiedendo al paziente di trattenere il respiro per 30 secondi". Normalmente, se aumenta l'anidride carbonica nel sangue, i vasi capillari cerebrali si dilatano e il flusso di sangue nelle arterie cerebrali aumenta: questo meccanismo compensatorio permette al cervello di ricevere più sangue nel caso in cui sia meno ricco di ossigeno. "In presenza di una stenosi carotidea - conclude il ricercatore - il meccanismo può essere alterato in alcuni pazienti. Un'alterazione del meccanismo compensatorio, che definiamo riduzione della riserva vasomotoria, può predisporre ad alcuni tipi di ictus". Il test in studio e la visita dallo specialista neurologo rappresentano due strumenti importanti che potrebbero diventare un protocollo di prevenzione dell'ictus, al momento non sono disponibili dati prognostici relativi alla scelta di intervenire o meno chirurgicamente. "E', però, presumibile che se si individuano i pazienti con alterazione della riserva vasomotoria, l'intervento andrebbe fatto al più presto sia per ridurre il rischio di un ictus sia per modificare la probabile evoluzione sfavorevole di deficit cognitivi". Uno strumento importante, visto che il 20% dei 200mila ictus che si verificano ogni anno sono causati dalla stenosi della carotide.
Simona Zazzetta
Silvestrini M et al. Impaired cerebral vasoreactivity and risk of stroke in patients with asymptomatic carotid artery stenosis. JAMA. 2000 Apr 26;283(16):2122-7
Silvestrini M et al. Cerebral hemodynamics and cognitive performance in patients with asymptomatic carotid stenosis. Neurology. 2009 Mar 24;72(12):1062-8
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