25 gennaio 2011
Aggiornamenti e focus
Fegato a rischio con farmaco anti-fibrillazione
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In una nota informativa rivolta agli operatori sanitari, l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sottolinea alcune precisazioni in merito a casi di tossicità per il fegato segnalati con l'uso di dronedarone, farmaco indicato in caso di fibrillazione atriale per prevenire una recidiva o per diminuire la frequenza ventricolare. «Sono stati riportati casi di danno epatico, inclusi due casi di insufficienza epatica con necessità di trapianto, in pazienti trattati con dronedarone» si legge nella nota. «Alcuni di questi casi si sono manifestati subito dopo l'inizio del trattamento. Ai pazienti a cui viene prescritto il farmaco, devono essere effettuati test di funzionalità epatica prima dell'inizio della terapia, su base mensile per sei mesi, al 9° e al 12° mese e successivamente su base periodica. I pazienti che attualmente stanno assumendo dronedarone devono essere contattati entro il prossimo mese in modo da poter effettuare i test di funzionalità epatica e successivamente dovranno essere esaminati in base a quando è iniziato il trattamento. Ai pazienti deve essere consigliato di contattare immediatamente gli operatori sanitari in caso di segni o sintomi di danno epatico». Dal canto suo, sanofi aventis, azienda produttrice del farmaco, ha inviato una lettera agli operatori sanitari italiani con l'obiettivo di informare sulle anomalie e i danni osservati in alcuni pazienti trattati con dronedarone. «Pur in assenza di un'accertata relazione causa-effetto fra terapia con dronedarone e danno epatico, questa non può essere esclusa» dice il comunicato.
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