In Italia nessun rischio dal cibo

22 giugno 2009
Aggiornamenti e focus

In Italia nessun rischio dal cibo



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La frutta e la verdura che arrivano sulle tavole degli italiani prima di arrivare al consumatore finale sono oggetto di una serie di controlli e quindi sono del tutto sicure. Le rassicurazioni sono arrivate dai dati contenuti in una relazione redatta dalla Direzione Generale della Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione del Ministero del Lavoro, della Salute e Politiche sociali. La ricerca, che tranquillizza gli italiani sulla salubrità dei prodotti ortofrutticoli, è stata presentata lo scorso 5 maggio a Roma presso l'Auditorium Biagio D'Alba nel corso del convegno "La tutela dell'ambiente: garanzia della salubrità e sicurezza del nostro cibo" organizzato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e dal Consiglio Nazionale dei Chimici.

Lo studio ha analizzato in totale 6.845 campioni di ortofrutticoli (3656 frutti e 3189 ortaggi). In due casi su tre (66,7%) i campioni sono risultati del tutto privi di residui dei rimedi utilizzati per proteggere e curare le piante. Degli altri casi, soltanto l'1,1% è risultato irregolare, mentre il restante 32,2% rientra comunque nei limiti di legge. Tra i campioni che presentano dei residui (regolari o irregolari), alcuni presentano un singolo residuo, e altri più di un residuo di sostanze differenti. Va rilevato che mentre nel 24% dei campioni di frutta si è riscontrato più di un residuo, per gli ortofrutticoli la percentuale di multiresiduo è decisamente più bassa (4,1%). "Occorre fare un ulteriore sforzo di formazione verso gli operatori dell'agricoltura" - ha dichiarato Armando Zingales, Presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici - per aiutarli a scegliere i prodotti e le tecniche di trattamento più efficaci per garantire la produzione, senza comprometterne la genuinità. In particolare devono essere rispettati i tempi che devono intercorrere tra l'ultimo trattamento e la raccolta".
"Infine dobbiamo puntualizzare che la ricerca delle sostanze elencate nelle normative nazionali e comunitarie è una condizione necessaria ma non sufficiente per garantire in via assoluta il consumatore. La sensibilità professionale del chimico è insostituibile per ipotizzare e identificare fonti non codificate di contaminazione (dolosa o casuale) degli alimenti: l'esempio del colorante cancerogeno (Rosso Sudan) scoperto tempo fa in alcune partite di peperoncino proveniente dall'estero è esemplare, dal momento che fino ad allora la sua ricerca non era prevista in alcun protocollo".

"A brevissimo, all'interno del Segretariato per la valutazione del rischio del ministero del Welfare, sarà costituita una Consulta di consumatori e produttori degli alimenti, per rendere soprattutto i primi più partecipi in fatto di rischi e sicurezza della catena alimentare". Lo ha annunciato Silvio Borrello, direttore generale Sicurezza degli alimenti e della nutrizione del ministero. "L'Unione europea - ha ricordato il manager - tiene in alta considerazione i consumatori. Per questo sono sorti gli Uffici che gestiscono il rischio e il Segretariato stesso". Della Consulta faranno parte tutte le associazioni dei consumatori maggiormente rappresentative, e allo stesso tavolo siederanno anche i produttori, per garantire un dialogo continuo e costante su questi temi". Borrello ha aggiunto che, dall'indagine sui residui chimici in frutta e verdura presentata oggi, emergono "conclusioni tranquillizzanti". I controlli sono serrati - conclude - e basta seguire le normali norme igieniche per essere sicuri di mangiare prodotti ortofrutticoli a prova di fitofarmaci". A ulteriore vantaggio del cittadino gli esperti intervenuti al convegno hanno stilato un elenco di consigli in nove punti per gestire meglio la spesa e per conservare in maniera corretta gli acquisti. I lettori di Dica33 possono scaricarlo in formato PDF cliccando QUI.

Gianluca Casponi

Convegno "La tutela dell'ambiente"; Roma, 5 maggio 2009



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