Il distacco per crescere

22 giugno 2009
Aggiornamenti e focus

Il distacco per crescere



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Nessuno si sognerebbe mai di dire che essere genitore sia una cosa semplice, ma questo non migliora certo la situazione delle tante famiglie, sempre più ormai, che si trovano a dover conciliare famiglia, lavoro, bilancio mensile e vita. Il risultato di questa combinazione sono equilibrismi, spesso più gestiti e organizzati dalle donne, mamme, mogli e lavoratrici, e vissuti in prima linea dai bambini. Non esistendo corsi di sopravvivenza così specifici è fondamentale creare spazi e momenti informativi ed educazionali pensati per alleggerire pesi e per fornire strumenti. Con questo obiettivo l'Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da.) ha realizzato un incontro aperto alle mamme con alcuni esperti.

Tra la madre e il bambino si instaura una relazione empatica fin dalla vita intrauterina e nel primo mese di vita extrauterina esiste ancora una totale simbiosi, la percezione del neonato fa riferimento soltanto all'ambiente interno e quando avverte un dolore o semplicemente un bisogno come la fame piange, per ottenere la soddisfazione del suo bisogno. "Superato il primo mese - spiega Stefania Fioruzzi, psicologa e psicoterapeuta - l'intervento della madre deve essere tale da creare nel bambino una sana frustrazione per il dolore che lo spinge a cercare conforto, affinché trovi un modo per darsi contenimento da solo". E' questa la base da cui inizia il percorso di autonomia e di crescita del bambino e l'equilibrio tra qualità e quantità del tempo dedicato a lui è un elemento chiave importante per una buona crescita ed evoluzione. I ritmi di vita, imposti dalla quotidianità, spesso non sono compatibili con l'adattamento al distacco e lo stress che ne deriva, soprattutto per la mamma si può trasformare nell'ansia di non avere tempo a sufficienza. Ansia che si manifesta con tachicardia, difficoltà a prendere sonno, mal di testa. Ma anche con il ricorso al pediatra se non al pronto soccorso pediatrico per problematiche risolvibili ma che generano allarme sproporzionato.

"Spesso le mamme si rivolgono al pediatra - afferma Laura Schneider, pediatra dell'Ospedale Sacco - per problemi non gravi dal punto di vista medico-clinico, ma che lo diventano a livello emotivo per la mamma, che trova difficile gestire la situazione in autonomia e diventa più ansiosa. Si evince la necessità di un supporto da parte del pediatra". E' vero che le difficoltà non mancano, già con l'inserimento al nido bisogna mettere in conto un aumento delle malattie: "Il sistema immunitario del bambino - spiega la pediatra - è praticamente vergine ed è fisiologico che il bimbo si ammali. Ma la malattia scatena l'ansia nella madre". La specialista invita a fare semplici considerazioni, innanzitutto riconoscere la gravità della situazione in base alla reattività del bambino e se questa è diversa rispetto al comportamento abituale. Controllare la respirazione: se il piccolo fatica a respirare, dilata le narici, usa muscoli del collo e del torace per respirare meglio mettendo in evidenza le costole, esiste un difficoltà respiratoria che necessita la visita del pediatra. Anche nel pianto si trovano segni di gravità: un pianto vigoroso è normale, se c'è una patologia grave il piccolo non ha forza per piangere e il pianto diventa lamentoso. "Infine - aggiunge Schneider - se c'è febbre farlo bere molto, anche bevande zuccherate, non coprirlo troppo e se non mangia per due o tre giorni non succede nulla di grave". Piccoli accorgimenti che possono scongiurare agitazione e ansie inutili che a loro volta possono avere effetti negativi sul bambino. "Il bambino tende a somatizzare - sostiene la psicologa - cioè esprime il suo disagio attraverso il corpo. Frequenti mal di pancia, con rifiuto di recarsi a scuola, paura del distacco che si manifesta per esempio con la difficoltà di metterlo a dormire, incubi durante la notte che lo svegliano, difficoltà nel gioco e vomito nei casi più gravi, sono segni riscontrabili in situazioni di stress e ansia non gestiti".

Simona Zazzetta

Conferenza pubblica: "Mamme e bimbi, tutto ciò che occorre sapere dalla gravidanza ai primi anni del bambino. Milano, 18 maggio 2009



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