Grassi ed essenziali

22 giugno 2009
Interviste

Grassi ed essenziali



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Ci sono nutrienti il cui apporto è particolarmente critico per il feto e nei primi mesi di vita neonatale. Si tratta di due acidi grassi polinsaturi a lunga catena: il docosaesaenoico (DHA) e l'arachidonico (AA). Il DHA (acido docosaesanoico) è un acido grasso omega-3 "essenziale" perchè non può venire prodotto nell'organismo e deve perciò essere assunto con l'alimentazione. È un componente fondamentale delle membrane cellulari, in particolar modo delle cellule del cervello e della retina; inoltre ha un effetto protettivo sull'apparato cardiovascolare. È indispensabile all'organismo nei periodi di rapida crescita e quindi specialmente al feto negli ultimi mesi di gravidanza e al neonato. L'AA (acido arachidonico) è un acido grasso della serie omega-6 di natura "essenziale". Entra nella composizione delle cellule di cervello e retina, agendo in sinergia con il DHA, tuttavia la sua azione è meno specifica. La sua presenza è fondamentale, infatti, perché agisce da precursore (molecola che l'organismo trasforma in altre, indispensabili) di mediatori importanti quali le prostaglandine e i leucotrieni. Un esperto in materia è Claudio Galli, ordinario di Farmacologia dell'Università degli Studi di Milano.

"Studi epidemiologici hanno evidenziato una relazione tra elevati livelli di assunzione di pesce da parte della mamma e sviluppo neurocerebrale e visivo del piccolo" chiarisce il professor Galli. "In particolare secondo uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives migliorerebbe la memoria visiva nel corso del primo anno di vita". Ma c'è di più. L'ALSPAC Study, un vasto studio tutt'ora in corso che segue il bambino dalla nascita all'età scolare, ha messo in luce nei piccoli di età inferiore agli 8 anni, nati da mamme che hanno seguito un'alimentazione ricca soprattutto di DHA, un punteggio superiore per quanto riguarda il quoziente di intelligenza verbale. "Durante la gravidanza e l'allattamento - spiega il professore - si raccomanda un incremento dell'assunzione di DHA di circa 200 mg al giorno (ottenibile consumando due porzioni di pesce alla settimana). Diverso invece è il discorso per quanto riguarda l'AA: l'apporto non è critico dal momento che si trova in molti alimenti di origine animale, sia come tale, sia come acido linoleico (suo precursore)". Nella madre perciò una quota sufficiente di AA viene sempre prodotta e trasferita al feto, e poi al neonato durante l'allattamento.

Ma il fabbisogno di questi due composti è uguale a tutte le età, oppure le over 35 devono avere delle accortezze in più? "No, è il medesimo. L'assunzione va però concordata con il ginecologo che - continua Galli - la aumenterà nel caso di gravidanze gemellari e quando ci sono gravidanze ravvicinate, cioè con un intervallo tra la prima e la seconda al di sotto di 18 mesi". Inoltre bisogna tenere conto che ci sono fattori capaci di influire negativamente sul metabolismo di queste sostanze. "Una ricerca a firma italiana ha riscontrato nelle donne che fumano in gravidanza livelli più bassi di DHA e, in parte, anche di AA nel latte dopo il parto. Tali acidi grassi sono ridotti anche nei neonati da madri fumatrici". Il DHA si trova soprattutto nel pesce e, in quantità minori, nel tuorlo d'uovo e nelle carni magre. I pesci più ricchi sono soprattutto gli sgombri e il tonno, seguiti dalle aringhe e dal salmone. Come regolarsi durante lo svezzamento, per continuare a garantire al piccolo il giusto apporto soprattutto di DHA e AA? "La carne magra va introdotta intorno al sesto mese di vita, il pesce tra l'ottavo e il decimo. Il cervello continua a svilupparsi durante la prima infanzia, per questo è necessario abituare i bimbi fin da subito a una dieta variata, che comprenda anche il pesce due volte alla settimana".

Elisabetta Lucchesini

Comunicato stampa Università degli studi di Milano, dipartimento di Scienze farmacologiche, laboratorio di nutrizione e farmacologia dei lipidi. Milano, 28 aprile 2009

Berthold Koletzko et al. The roles of long-chain polyunsaturated fatty acids in pregnancy, lactation and infancy: review of current knowledge and consensus recommendations. J. Perinat. Med. 2008; 36: 5-14



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