28 giugno 2011
Aggiornamenti e focus
Dieta contro diabete, serve lungo monitoraggio per validarla
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«Uno studio-pilota importante, che conferma peraltro dei dati già noti, ma che richiede un monitoraggio di lungo termine sui pazienti prima di dichiararne la effettiva guarigione». Così il diabetologo Massimo Massi Benedetti, della International diabetes federation, commenta lo studio dell'Università di Newcastle secondo il quale una dieta rigida da 600 calorie giornaliere porterebbe alla guarigione dal diabete di tipo II, come provato su un campione di volontari. «È stato già provato da vari studi» spiega Massi Benedetti «che una notevole percentuale dei soggetti affetti da diabete di tipo 2 può tornare a condizioni di salute normali grazie a una riduzione del peso corporeo, che può avvenire o per effetto di una maggiore attività motoria o per effetto di una dieta e dunque di una riduzione delle calorie apportate giornalmente». Lo studio in questione quindi, rileva l'esperto, «è importante perché è una ricerca-pilota che conferma, nel breve termine, la validità di tale dato». Tuttavia, precisa «prima di poter parlare di una effettiva guarigione dei pazienti, è necessario un monitoraggio, cioè un follow-up a lungo termine, ed è anche necessario verificare gli esiti della ricerca su un campione più ampio di pazienti». Il monitoraggio sul lungo periodo è, infatti, «fondamentale per comprendere se gli effetti della dieta rigida permangano nel tempo, o se altri elementi possano portare ad una ricomparsa del diabete di tipo 2. Per questa ragione» conclude l'esperto «il follow-up deve durare alcuni anni».
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