30 giugno 2011
Aggiornamenti e focus
Nei paesi ricchi si muore di più per malattie del cuore
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La principale causa di morte nel mondo sono le malattie cardiovascolari, che nel 2008 hanno contato 3,5 milioni di vittime, su un totale di 57 milioni di decessi. La maggior incidenza la si registra nei Paesi a medio e alto reddito, mentre nelle regioni più povere a colpire maggiormente sono le infezioni alle basse vie respiratorie, la diarrea e l'Hiv. A tracciare il quadro è l'Organizzazione mondiale della Sanità, che ha pubblicato i dati sul sito con l'obiettivo di sostenere le autorità nel determinare le politiche sanitarie. Secondo l'analisi, dopo le malattie cardiovascolari, che rappresentano il 23,6% del totale (con 7,3 milioni di decessi per ischemie e 6,2 per infarto o altre malattie cerebrovascolari), le cause di morte più diffuse nel mondo sono le infezioni alle basse vie respiratorie (6,1%), le malattie polmonari croniche (5,8%) e la diarrea (4,3%). Seguono Hiv (3,1%) e tumori ai polmoni, alla trachea o ai bronchi (2,4%). In questo senso, ammonisce l'Oms, non va abbassata la guardia sul tabacco, responsabile della morte di quasi un adulto su dieci nel mondo. Andando nel dettaglio, nei paesi ad alto reddito, dove i due terzi degli abitanti supera i 70 anni di vita, le malattie cardiovascolari rappresentano il 24,3% del totale dei decessi, seguite dai tumori al polmone, alla trachea o ai bronchi (5,9%) e dall' Alzheimer e altre demenze (4,1%). Anche nei Paesi a medio reddito, dove quasi la metà degli abitanti arriva ai 70 anni, le malattie cardiovascolari sono il killer numero uno (26,5%), seguite dalle malattie croniche polmonari (7,2%) e alle infezioni delle basse vie respiratorie (5,4%). In queste regioni, tra le cause di morte ci sono anche gli incidenti stradali (2,4%), al pari della tubercolosi. Nei Paesi a basso reddito, invece, dove a raggiungere i 70 anni è un quinto della popolazione, le infezioni alle basse vie respiratorie sono la prima causa di morte (11,3%), davanti alla diarrea (8,2%), all'Hiv (7,8%) e all'ischemia (6,1%).
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