16 settembre 2011
Interviste
In Italia troppi antibiotici ai bambini
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Prescritti in eccesso, spesso inutilmente e a volte a rischio di diventare controproducenti. Lo dicono da tempo gli esperti e lo dimostra ora anche uno studio italiano, condotto dall'Istituto Mario Negri, secondo cui i piccoli pazienti assumono in media tre farmaci ogni anno. È il sintomo di una non appropriatezza nelle prescrizioni, come spiega a Dica33, Maurizio Bonati capo del Laboratorio salute materno-infantile dell'Istituto, perché i bambini non sono poi così tanto malati.
Dottor Bonati, i bimbi italiani hanno davvero bisogno di tutti gli antibiotici prescritti?
Stando ai dati della nostra indagine, direi di no. Abbiamo riscontrato che esiste una grossa differenza tra la popolazione pediatrica italiana e quella inglese: il 53% dei bambini italiani assume almeno un antibiotico durante l'anno, contro il 14% dei bambini inglesi. Eppure non esiste una differenza corrispondete in termini di prevalenza di patologie. Ma la stessa discrepanza la si può notare anche tra le regioni italiane con differenze, di due o tre volte, nel numero di antibiotici prescritti che non si giustificano con i dati sullo stato di salute della popolazione infantile. Ci sono differenze anche tra Asl della stessa regione. Si direbbe che la differenza la facciano i medici, alcuni prescrivono di più altri lo fanno in modo più appropriato.
Come porsi di fronte a un pediatra che prescrive in prima battuta un antibiotico?
C'è un problema culturale da una parte, che è quello di delegare al medico con un atteggiamento di certezza e assenza di dubbio, e poi un'esigenza di guarigione rapida, soprattutto perché un bambino malato crea un bisogno di accudimento, di assenze da scuola e dal lavoro del genitore. Il suggerimento è di delegare meno e di chiedere e di informarsi di più, di domandare le motivazioni della prescrizione. È una modalità che costringe reciprocamente, medico e genitori, alla responsabilizzazione e all'informazione.
Ma troppi antibiotici possono far male?
Sono farmaci utili ed efficaci e vanno usato in modo appropriato, ma va considerato che la maggioranza delle infezioni è causata da virus, dall'influenza al raffreddore, dunque il loro uso non apporta vantaggi significativi. La loro somministrazione continua e ripetuta crea, invece, un problema di resistenza nel bambino, andando così a rendere più complicate infezioni benigne che si risolverebbero spontaneamente, semplicemente attendendo.
Quindi, come è meglio comportarsi quando il bambino si ammala?
Il consiglio è di non prendere in considerazione l'antibiotico come prima scelta, ma di adottare un'attesa vigilante, accettando il fatto di dover aspettare un po' prima di decidere che cosa fare. A meno che non ci sia un'infezione chiaramente batterica, contro la quale l'antibiotico è efficace, è meglio lasciar passare del tempo, anche qualche ora, per comprendere meglio il malanno e trovare il farmaco adatto per risolverlo. Spesso purtroppo ci si scontra con il problema del tempo e la fretta di voler chiudere con la malattia.
E per evitare che si ammali?
Fa parte della storia naturale del bambino avere alcune malattie infettive, e salvo i casi in cui ci sono problematiche individuali per cui servono tutele specifiche, si può dire che sia necessario per lo sviluppo del sistema immunitario. Vanno, quindi, messe in conto se si hanno bambini. Ci sono, comunque, norme di buon senso utili per prevenire infezioni come il lavarsi le mani, valide non solo per i bambini. Vanno poi considerate condizioni igieniche più generali come la qualità dell'aria, il livello di inquinamento e non da ultimo l'esposizione a fumo secondario.
Simona Zazzetta
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